Aboubakar Soumahoro come prevedibile ha lasciato l’alleanza Verdi-Sinistra Italiana grazie alla quale era entrato in Parlamento come “indipendente”, e si trasferisce nel gruppo misto, risparmiando sulla quota da versare al suo ex-partito. La fuoriuscita era nell’aria da tempo. La “notizia” è che sfacciatamente lo fa sbattendo la porta.
Dopo i mesi di accuse e critiche per lo scandalo collegato all’inchiesta giudiziaria sulla della cooperativa Karibu gestita sua suocera, il parlamentare ribalta tutto e parte all’attacco, prendendosela per cominciare incredibilmente proprio con i suoi compagni di partito. Soumahoro, a novembre 2022 si era autosospeso con una decisione caldeggiata dai vertici di Verdi e Sinistra Italiana, ora se la prende proprio con l’accoppiata Bonelli–Fratoianni che a suo dire non l’avrebbero sostenuto.
“Mi ha francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l’assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo parlamentare alleanza Verdi-Sinistra“, dice il deputato, che sostiene poi di aver deciso di proseguire la sua esperienza di parlamentare nel gruppo misto “dopo un’attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico”. O forse facendosi quattro conti in tasca ?
Soumahoro, nel dossier al veleno con cui divide la propria strada da quella degli ormai ex alleati, arriva a sostenere di essere stato “vittima” di una “violenta campagna di diffamazione» e parla di un «vergognoso linciaggio mediatico”, ringraziando solo quanti anche in questi mesi gli sono rimasti vicini. Poi, più che chiarire, mette la parola fine alle chiacchiere sull’indagine che ha riguardato sua suocera e sua moglie, affermando di trovare “assurdo continuare a discutere dell’inesistente caso Soumahoro“.
Una vicenda che secondo lui è stata “montata” e non è “accaduta a caso“. Soumahoro si discolpa ancora una volta, sostenendo di aver chiesto chiarimenti sui mancati pagamenti dei dipendenti, “a fine 2021″, ma di aver ricevuto rassicurazioni e di averci creduto perché la coop di famiglia “aveva un’ottima reputazione”, e “dunque non avevo motivo di ritenere vi fossero criticità insanabili”.
Soumahoro ha una sua idea sul “colpevole“, affermando di aver fiducia nella magistratura, e la spiega nella sua memoria rispolverando i decreti sicurezza di Salvini ed accusa che “La situazione del mondo dell’assistenza è critica e non certamente da oggi. Lo Stato paga poco, male e tardi, soprattutto dopo l’entrata in vigore del decreto sicurezza nel 2018″. Dopodichè non contento, con somma sfacciataggine arriva ad una sua personale possibile morale da trarre dalla sua vicenda. Secondo lui, una persona di colore “va bene finché è un negro da cortile’ (…) se è povero e sta ai margini. Ma se prova a fare un salto di qualità immediatamente disturba”.
Tra libri, ospitate TV ed una candidatura bagnata dal successo, Soumahoro il salto l’aveva certamente fatto, ed aggiunge nel suo dossier che questa vicenda sarebbe stata messa in piedi per mettere il bastone tra le ruote a lui e al modello della Lega Braccianti e «forse c’è stato così tanto ingiustificato accanimento nei miei confronti». Ma non risponde alle domande che Striscia la Notizia aveva fatto, rifiutando qualsiasi intervista. Nè tantomeno fa chiarezza sulla provenienza di quel circa mezzo milione di euro con cui ha comprato una villetta alle porte di Roma.