(ADGNEWS24) A pochi giorni dallo spegnimento dell’Altoforno 2 — previsto per 6 luglio a meno che nel frattempo non arrivino decisioni diverse da parte del Riesame o della procura — che di fatto metterebbe letteralmente in ginocchio la più grande acciaieria d’Europa, Giorgio Squinzi presidente di Confindustria avverte sulle possibili conseguenze e ricorda che “senza Ilva e senza acciaio l’Italia sarebbe un Paese più piccolo nello scenario globale internazionale“.
Parlando e rispondendo alle domande dei giornalisti sul futuro della siderurgia ed in particolare degli impianti Ilva di Taranto, ha aggiunto “È un bel problema — ha sottolineato a Bari a latere dell’assemblea della locale Confindustria — perché, evidentemente, fra quello che sarebbe stato auspicabile e quello che si può attualmente realizzare nei fatti c’è un po’ di distanza”.
Una distanza che, però, è diminuita sempre più rispetto alle posizioni del premier Matteo Renzi. “Anche gli ultimi segnali odierni sull’economia sono molto deboli, purtroppo: dobbiamo continuare — ha detto Squinzi — ad andare avanti con il progetto che è alla base del governo Renzi che è quello di fare le riforme. Perché senza riforme i segnali di ripresa rimarranno molto deboli». Secondo Confindustria, le riforme di Renzi vanno nella stessa direzione auspicata dagli industriali. “Sicuramente noi riconosciamo che alcune riforme, in modo particolare evidentemente il Jobs Act e altre riforme sulle relazioni industriali, vanno nella direzione che noi auspichiamo. Sono segnali molto deboli purtroppo, dobbiamo continuare ad andare avanti con il progetto che è alla base del governo Renzi,che è quello di fare le riforme. Senza riforme i segnali di ripresa rimarranno molto deboli»
Squinzi ha aggiunto che “non bisogna cullarsi sugli allori, per esempio sulle ultime cifre relative all’occupazione. Sono stabilizzazioni dovute al Jobs Act e acquisite anche in generale, però attenzione: se noi non ritroviamo una crescita almeno nell’ordine del 2%, di vera occupazione non ne creiamo“.
“Divario Nord-Sud sia priorità del governo”
La crisi, ha aggiunto Squinzi, è un “problema che investe tutto il Paese, dal Nord al Sud ma al Sud è più grande per questioni storiche. Ritengo che restringere il divario tra Nord e Sud debba essere una priorità di chi ci governa”. Anche perché “2l’Italia non può tornare a essere un grande Paese se non si colma il divario e il Sud torna a crescere».
Quando qualche giornalista chi gli fa notare che, i suoi rapporti con Renzi sono migliorati nel tempo, proprio grazie a tali riforme, Squinzi sorridendo ha risposto : “Renzi, in realtà, lo conoscevo da prima che diventasse primo ministro e un rapporto c’è sempre stato“., ma avverte che la strada per una ripresa,vera e propria , è però ancora lunga: “Le stabilizzazioni degli ultimi mesi sono dovute al Jobs Act, però attenzione: se non si arriva a una crescita nell’ordine del 2%, di vera occupazione non ne creiamo”. Parlando della pressione fiscale, Squinzi ha sottolineato di “essere d’accordo con la Corte dei Conti” e facendo riferimento alla sua azienda il presidente di Confindustria ha detto: “Pago le tasse in più di una quarantina di Paesi e vi assicuro che l’inaffidabilità e l’imprevedibilità del sistema fiscale che riscontro in Italia non c’è in alcun Paese al mondo”.
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