ROMA – Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, alle 2, dovremo infatti spostare in avanti di un’ora le lancette degli orologi, con l’arrivo dell’ora legale Ma perché, due volte l’anno, si cambia orario? E succede in tutto il mondo? Questo slittamento ha mai creato qualche inconveniente?
L’idea di spostare le lancette per sfruttare le ore di luce della bella stagione viene attribuita a Benjamin Franklin per un articolo satirico pubblicato sul quotidiano francese ’Journal de Paris’ nel 1784 e riguardante il risparmio energetico. Ma la maggioranza degli storici ritiene che il primo ad aver teorizzato l’ora legale sia stato il biologo George Vernon Hudson che nel 1895, alla Royal Society della Nuova Zelanda, propose di spostare le lancette dell’orologio in avanti durante l’estate per usufruire di ore di luce in più. La sua idea ricevette poco consenso e venne accantonata fino a quando, nel 1907, il costruttore inglese William Willet la propose come soluzione alla crisi energetica europea durante la Prima guerra mondiale.
La Camera dei Comuni di Londra diede il via libera all’applicazione del progetto, intitolato ’British Summer Time’ (’Ora estiva inglese’), basato sullo spostamento delle lancette dell’orologio un’ora in avanti nel periodo estivo nel 1916 . Da lì, in breve tempo, la maggior parte delle nazioni adottò il nuovo sistema fino a quando venne definitivamente regolamentato dalla normativa europea. La direttiva 2000/84/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 gennaio 2001 stabilisce che in tutti i Paesi dell’Unione europea l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre.
In Italia l’ora legale è in vigore dal 1966. In precedenza era stata usata per la prima volta nel 1916. Dopo essere stata abolita e riconfermata diverse volte, è stata definitivamente adottata dal nostro Paese con una legge del 1965, in un periodo in cui il fabbisogno energetico aumentava di continuo. In generale, i Paesi della fascia tropicale non adottano l’ora legale, in quanto la variazione delle ore di luce durante l’arco dell’anno è minima e non consente di avere ore di luce sufficienti la mattina per giustificare uno spostamento di lancette in avanti di un’ora.
Nell’emisfero australe, essendo le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale, anche l’ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, con possibili variazioni da stato a stato, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa infine l’ora legale è scarsamente usata.
Un sondaggio promosso dall’Eurodap, a cui hanno partecipato 658 persone di ambo i sessi di età dai 18 ai 67 anni, ha indagato i vissuti più frequenti al cambio dell’ora. Dai dati emerge come il 70% degli intervistati abbia molto spesso, in questo periodo, problemi d’insonnia; il 76%, sostiene di sentirsi molto meno produttivo sul lavoro e di avere sbalzi di umore. Per quasi il 90% il cambio di orario incide negativamente sul proprio stato psicofisico.
Sarà l’ultima volta? No, la penultima. L’ultima sarà il prossimo anno, ma forse non si sa, perché l’idea di abolire l’ora legale è vecchia quanto l’idea stessa di istituirla ma nessuno poi l’ha mai fatto. Intanto anche quest’anno (stanotte tra le 2 e le 3, ad essere precisi) dobbiamo spostare un’ora in avanti le lancette dell’orologio e rinunciare ad un’ora di sonno, prontamente recuperata grazie al fatto che domani è domenica. Per chi non ce la fa domani, si aspetti con fiducia il 27 ottobre: le lancette torneranno indietro e l’ordine naturale delle cose verrà ristabilito, come all’origine dei tempi.