Secondo la procura di Roma le omissioni del presidente dell’ACI sarebbero uno stratagemma ideato per aggirare il tetto annuale di 240 mila euro previsto per i manager pubblici, contestate dai pm, che rischiano di far finire a processo per falso il 78enne Angelo Sticchi Damiani. L’inchiesta è partita da una denuncia interna all’Aci i cui funzionari hanno assistito, nel tempo, a una sorta di escalation economica del loro presidente. L’ipotesi accusatoria nei confronti del presidente dell’ Automobile Club d’ Italia avanzata dal pubblico ministero Carlo Villani, Sticchi Damiani avrebbe omesso di dichiarare alla segreteria dell’ACI le altre entrate che incassava da altri enti, o in alcuni casi avrebbe ridimensionato, contrariamente al vero, la retribuzione ricevuta dall’ente da egli stesso presieduto, cosi rimanendo entro la soglia stabilita dalla legge.
Un comportamento che gli investigatori, al termine delle indagini appena concluse, hanno etichettato senza esitazioni come un “falso”. Adesso l’indagato Angelo Sticchi Damiani dovrà spiegare alla procura di Roma come sia stato possibile “dimenticare” ( o meglio, omettere) di dichiarare centinaia di migliaia di euro alla segreteria dell’azienda pubblica da egli presieduta. Per esempio, avrebbe dichiarato di aver percepito nell’anno 2017, un totale di 246.698 euro: 120.000 come presidente dell’ACI Informatica Srl, 125 mila come presidente ACI e poco più di 1.000 euro “quale consigliere nazionale del Coni”, come riportato negli atti dell’indagine .
Ma agli investigatori è bastato utilizzare una normale calcolatrice per rendersi conto che i conti non quadravano. Infatti come presidente dell’ACI nazionale, risulta che Angelo Sticchi Damiani ha percepito circa 100 mila euro in più rispetto a quanto ha dichiarato., sommea cui vanno aggiunte anche le somme guadagnate grazie all’incarico al vertice del consiglio di amministrazione di Sara Vita spa (una sociteà assicurativa previdenziale controllata all’80 per cento dall’ ACI ed a quello ricoperto presso Anas spa. e calcolando tutte le retribuzioni ricevute, sostiene la procura di Roma, si arriva ad oltre 665 mila euro.
Analogo comportamento nel 2018, in cui ha omesso di dichiarare oltre 443 mila euro percepite ”quale presidente del cda di Sara assicurazione spa e quelli quale presidente del cda Sara Vita per 223.779 euro”, secondo quanto riporta il capo d’imputazione. Ma le anomali continuano anche nel 2019 in cui Sticchi Damiani ha dichiarato di aver percepito un reddito di 246.679,17 euro grazie ai diversi incarichi in ACI, ma secondo gli accertamenti ed i calcoli effettuati dal pm Carlo Villani ne aveva percepiti, solo dall’Automobile Club Italia, per oltre 365 mila euro. E in quell’anno avrebbe guadagnato un milione e mezzo di euro grazie anche ai ruoli ricoperti nel cda di Sara Assicurazione spa, di Sara vita spa e dell’Inarcassa, la cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti. Vale a dire un’ importo superiore cinque volte al tetto massimo consentito dalla legge.
Comportamenti che si ripetevano di anno in anno: stessi incarichi, più o meno le stesse retribuzioni percepite e stesse dichiarazioni contenenti una serie di omissioni che si sono protratte per 4 anni e che adesso Angelo Sticchi Damiani dovrà spiegate alla Procura per evitare il processo. Sticchi Damiani, nel 2023, si è classificato al secondo posto per reddito dei manager pubblici italiani grazie a compensi dichiarati di circa 2milioni, guadagnati anche attraverso impegni nel settore privato. Adesso con la notifica dell’ avviso di conclusione delle indagini, il presidente dell’ACI ha a disposizione venti giorni per esporre le proprie eventuali ragioni ai magistrati.
Chi è il presidente dell’Aci sotto accusa
Angelo Sticchi Damiani è nato a Lecce 78 anni fa, e da sempre la passione per i motori ha caratterizzato la sua carriera e la sua vita. Oltre alla laurea in ingeneria civile e alla carriera come progettista di strade, infatti, Angelo Sticchi Damiani si è fatto conoscere negli anni Settanta come pilota di rally, per poi entrare nella Commissione Sportiva Automobilistica Italiana nel 1975.
Dal 1984 fino al 2000, Angelo Sticchi Damiani è inoltre stato direttore di gara internazionale, e dal 1973 è stato organizzato del Rally del Salento, “classica” del Campionato italiano Rally, valevole per la Coppa Europea Fia Rallies a coefficiente 10. Dal 1990 è Presidente dell’Automobile Club Lecce. Grande appassionato di auto d’epoca, ha partecipato a tre edizioni della Mille miglia storica (1997-1999), oltre a possedere una collezione personale.
Oltre ad essere stato consigliere nazionale del CONI, quest’ultimo gli ha conferito nel 2010 una Stella d’Oro al merito sportivo. Dal 2011 è presidente dell’ACI, e nel 2020 ha ottenuto la riconferma della posizione fino al 2024, con il 94% dei voti. A livello internazionale, si ricorda infine la sua vicepresidenza della FIA, la sua presenza nel Consiglio Mondiale dello sport Fia e dell’Euroboard FIA.
La vita privata di Angelo Sticchi Damiani
Angelo Sticchi Damiani è sempre stato molto riservato in merito alla sua vita privata. Tuttavia, è noto che sia sposato con Rosa Palma, dalla quale ha avuto due figli, Alessia Maria e Francesco Saverio. Quest’ultimo sembra avere ereditato la passione del padre, in quanto presidente dell’Automobile Club di Lecce dal 2022, dopo la laurea in ingeneria civile all’Università Tor Vergata di Roma.