ROMA – “Non possiamo attendere i tempi della giustizia penale: disporremo la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia“, aveva annunciato il premier Giuseppe Conte all’indomani del crollo del Ponte Morandi di Genova. Ma a dispetto dei proclami di quei giorni del vicepremier grillino Luigi Di Maio “Chi non vuole revocare le concessioni deve passare sul mio cadavere. C’è la volontà politica del governo“, allo stato attuale la procedura di revoca è bloccata. Ed ancora una volta il Governo giallo-verde ha scoperto di non avere, non solo competenza, ma persino le armi giuridiche.
Fonti qualificate hanno spiegato e confermato l’invio del ministero retto dal grillino Toninelli, di una nuova richiesta di delucidazioni all’azienda di gestione autostradale , in particolare sui sistemi di controllo usati prima del disastro. E teoria un passo nell’ambito della “procedura di caducazione per gravi inadempienze” avviata a con una contestazione alla quale Autostrade aveva risposto a fine settembre. Dopo tre mesi di silenzio, nei quali il Ministero dei Trasporti ha raccolto pareri sia interni in quanto sia il capo di gabinetto Gino Scaccia ed il capo dell’ufficio legislativo Alfredo Storto sono due noti giuristi, sia all’esterno ascoltando avvocati di fiducia.
Il ministro Danilo Toninelli ed il suo staff si sono resi conto che estromettere Autostrade dalla gestione della rete è allo stato impossibile, in tutte le forme fin qui profilate dai “grillini”: da quella amministrativa a quella legislativa della nazionalizzazione. Un tentativo in tal senso era stato compiuto con un “blitz” nel decreto Genova, che è stato bloccato dal sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti per evitare uno stop dal Quirinale. Il termine di quattro mesi concesso ad Autostrade per rispondere alla nuova lettera è lungo. Quindi non se ne farà niente sino alle elezioni europee .
Dal ministero fanno sapere che per la procedura di revoca della concessione “occorre ancora qualche passaggio propedeutico”, mentre il MIT ha chiesto ad Autostrade una propria valutazione sulle cause del crollo. Inoltre c’è la questione della ricostruzione. Il governo ha escluso Autostrade che ha presentato un ricorso al TAR lamentando la violazione di leggi italiane e regole europee, ma senza chiedere sospensive per fermare i lavori di demolizione e ricostruzione. Tutto ciò perché ovviamente la società Autostrade di fronte all’opinione pubblica non vuole apparire come un ostacolo alla ricostruzione. Ma vi è la ferra intenzione di chiedere i danni all’esecutivo del premier Conte. Cioè, al Governo italiano, che non rischia niente. Se il Governo avrà torto pagheranno gli italiani, mica i componenti del Governo.
Un batti e ribatti che sembra una lenta agonia produttiva di nulla di fatto. “In effetti – confermano fonti della società Autostrade – il nuovo intervento si è rivelato molto leggero. Ci pronunceremo una volta raccolto con attenzione il materiale“. E paradossalmente della stessa idea sono anche i più stretti collaboratori di Toninelli, il ministro dagli annunci inutili.