di Alessandra Monti
Il diritto alla riparazione approvato dal Regolamento 2021/341 dell’Unione Europea prevede che i produttori dovranno mettere a disposizione dei tecnici professionisti una serie di componenti essenziali (motori e spazzole per motori, pompe, ammortizzatori e molle, cestelli di lavaggio ecc.) per almeno 7-10 anni dall’immissione sul mercato dell’ultima unità di un modello. In pratica i produttori vengono obbligati a rendere disponibili i pezzi di ricambio, che molto spesso diventavano introvabili, e le relative istruzioni per la riparazione.
L’obiettivo dell’iniziativa è molto chiaro: si vuole contrastare l’obsolescenza programmata e supportare l’economia circolare ed ecosostenibile. Poter riparare gli elettrodomestici di fatto equivale ad allungarne il ciclo di vita e, quindi, ridurre l’impatto ambientale derivante dai rifiuti elettronici. Secondo il report “Global E-waste Monitor 2020” delle Nazioni Unite, i consumatori europei hanno prodotto nel 2019 oltre 53 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici.
È capitato molti consumatori che la propria lavatrice pur avendo qualche anno funziona ancora benissimo, ma si guasta all’improvviso un pezzo ed il tecnico sentenzia: “si potrebbe riparare ma purtroppo non fanno più le parti di ricambio”. Di conseguenza si era di fatto costretti ad acquistare una nuova lavatrice.
Ma a partire dal 1° marzo 2021 qualcosa è cambiato, e tutti i cittadini europei adesso godono del diritto alla riparazione per una serie di elettrodomestici. Le nuove norme si applicano a lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e schermi, compresi i televisori. Al momento sono, invece, esclusi smartphone e computer portatili.
Il diritto alla riparazione (“right to repair”) non interessa soltanto i tecnici delle varie assistenze ma sopratutto i consumatori. I produttori di elettrodomestici infatti adesso sono tenuti garantire la disponibilità quegli elementi (ad esempio porte, cerniere e sigilli) che sono compatibili con il cosiddetto ‘fai da te’. Il tempo massimo di consegna previsto ed indicato nella nuova normativa comunitaria è di massimo 15 giorni lavorativi dall’effettuazione dell’ ordine.