ROMA – “I lavoratori del Gruppo Ilva, approvano a larghissima maggioranza, con il 93%, l’ipotesi di accordo sottoscritta lo scorso 6 settembre presso il Ministero dello Sviluppo Economico, tra le organizzazioni sindacali e l’acquirente Arcelor-Mittal” Lo hanno reso noto e dichiarato i vertici della Fim-Cils, Fiom-Cgil e Uilm in una nota congiunta. I Sì nel referendum sindacale fra i dipendenti del gruppo sono stati 8.255 (92,82%) i contrari 596 (6,70%), e soltanto 43 (0,48%) gli astenuti.
I sindacati nel loro comunicato esprimono “grande soddisfazione per il risultato raggiunto, anche i lavoratori approvano l’intesa” . 6 anni dopo dal sequestro dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto, 12 decreti salva Ilva e decine di scioperi, csi chiude una delle vertenze più complesse del nostro Paese con l’approvazione dell’accordo da parte dei lavoratori . L’intesa raggiunta complessivamente porta in dote 4,2 miliardi di euro di investimenti per il rilancio del siderurgico, 1,25 miliardi di investimenti industriali, 1,15 miliardi di investimenti ambientali, a cui si aggiungono i 1,2 miliardi per le bonifiche e l’ambiente, provenienti quest’ultimi dai fondi sequestrati e confiscati in Svizzera dalla Procura della repubblica e della Guardia di Finanza di Milano alla famiglia Riva.
“Risorse che serviranno a rendere sicuro, sostenibile ambientalmente competitivo il sito tarantino – affermano Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl, Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Rocco Palombella, segretario generale Uilm-UIl in una nota congiunta – , con un AIA l’autorizzazione integrata ambientale per il sito ionico, tra le più restrittive d’Europa”. “Ora compito delle organizzazioni sindacali – aggiungono i tre segretari generali – sarà monitorare l’andamento dei lavori ambientali e di messa in sicurezza dei siti, a partire da Taranto, e il rispetto dei tempi di attuazione del piano per arrivare nel più breve tempo possibile alla piena occupazione. E’ necessario, inoltre, dare seguito all’impegno per la convocazione del tavolo sull’accordo di programma di Genova
A Taranto il SI sì all’accordo con Arcelor Mittal è stato raggiunto con una percentuale plebiscitaria del 94%. I votanti su 10.805 sono stati 6.866, dei quali 6.452 favorevoli , soltanto 392 contrari, 12 gli astenuti. 10 le schede nulle. La percentuale dei votanti è stata del 63%, con una astensione del 37%. La percentuale dei contrari è stata del 5,7%.
“Con il 94% dei voti a favore” – spiegano in una nota i rappresentanti Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto – i lavoratori hanno accettato l’ipotesi di accordo per la cessione degli asset di Ilva del gruppo che, nell’immediato prevede 10.700 assunzioni, con l’impegno di occupare tutti entro il termine del piano industriale mantenendo di fatto le tutele e i diritti individuali. Quanto emerso in questi giorni, durante il dibattito nelle assemblee con i lavoratori e subito dopo il risultato referendario di oggi, deve rappresentare un punto di partenza importante per il rilancio ambientale, occupazionale e produttivo di questo territorio. Ringraziamo pertanto tutti i lavoratori che hanno condiviso questo momento importate di partecipazione e democrazia, emersa nelle assemblee, in cui è stato condiviso un faticoso percorso che ha permesso questo significativo risultato. Lavoreremo affinché si passi nell’immediato dalle parole ai fatti, a partire dalla piena applicazione di quanto concordato e sottoscritto in sede ministeriale e aprire da subito un tavolo istituzionale sul futuro occupazionale dei lavoratori degli appalti.”
“Per ILVA abbiamo ottenuto il miglior risultato possibile “dichiara il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio.“Abbiamo lavorato per migliorare sia il piano ambientale sia quello occupazionale. Il risultato emerso dalle votazioni dei lavoratori conferma l’azione di questo Governo su una vicenda tanto delicata quanto quella dell’ILVA. La strada resta comunque in salita, tutte le nostre forze sono ora impiegate nel vigilare attentamente affinché il piano ambientale sia rispettato al millimetro. Al contempo predisporremo un piano straordinario di rilancio di Taranto, così da consentirne una vera riconversione economica, perché questa bellissima città non sia ostaggio di una sola azienda
Ma dalla Fim-Cisl di Taranto arriva un secca replica a Di Maio: “Salire sul carro dei vincitori senza aver combattuto le battaglie, spesso è più facile, ma sicuramente è meno gratificate. Dopo l’atto conclusivo della lunga vertenza Ilva, che ha visto i lavoratori metalmeccanici dei vari stabilimenti del gruppo votare – attraverso il referendum – favorevolmente all’accordo siglato al Mise il 6 settembre scorso, il ministro Di Maio si appropria indebitamente di un risultato che non gli appartiene affatto. Di Maio è stato ambiguo protagonista di questa vertenza soltanto negli ultimi tre mesi“.
“Il ministro esprime soddisfazione in toni trionfalistici per il risultato raggiunto, – continua la nota sindacale – senza proferire alcuna parola verso i tanti lavoratori, che da ormai otto anni pagano il prezzo più alto di questa vertenza. Nessuna parola per chi la vertenza la vive dal principio: quei sindacati dimenticati dal vice premier che hanno siglato l’ipotesi di accordo, apportando ogni correttivo possibile, al termine di un’estenuante no-stop lunga 26 ore“.
“Certamente da Di Maio non ci saremmo mai aspettati parole di elogio nei nostri confronti, ma nemmeno farneticazioni sui meriti – conclude la nota di Valerio D’Alò Segretario Generale Fim-Cisl Taranto Brindisi – Quei meriti che i lavoratori ci riconoscono e ci hanno attribuito durante le tante assemblee tenute a Taranto in questi ultimi quattro giorni. Questo accordo – come già detto in altre occasioni – per noi rappresenta soltanto il punto di partenza; vigileremo attentamente affinché quanto sottoscritto al Mise (piano ambientale e occupazionale) sia rispettato al millimetro“.