Il tarantino Luigi Fiorillo, un ex democristiano saltato su vari carri politici pur di restare a galla nella 2a repubblica, Dal 2011 oltre a essere amministratore delle Ferrovie Sud-Est sino a novembre 2015, quando è stato azzerato e mandato via , è stato anche consulente dell’ azienda che amministrava. Una consulenza superpagata, visto che ha portato a casa in cinque anni circa 250mila euro (lordi) come amministratore e circa un milione e mezzo di euro come consulente-assistente del responsabile degli appalti. Ma ora la Corte dei Conti potrebbe chiedergli di restituire questi soldi incassati illegalmente come consulente.
Il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari ha infatti predisposto e depositato una informativa al vice procuratore della Corte dei Conti pugliese, il magistrato Pierpaolo Grasso. L’accertamento erariale è scattato, nello scorso novembre, a seguito del sequestro che i giudici della Corte dei Conti avevano disposto a carico di Luigi Fiorillo per la nota vicenda delle “carrozze d’oro” cioè i treni usati acquistati dalle Ferrovie Sud-Est in Polonia a prezzi elevati rispetto al reale valore di mercato.
Sui conti correnti di Fiorillo la Guardia di Finanza ha trovato la liquidità versata per complessivi 5 milioni di euro, così distribuiti: 418mila euro presso la filiale romana di Banca Intesa in piazza Barberini, 2,5 milioni depositati ed investiti presso Intesa Private Banking, 49mila euro presso Barclays, 1,1 milioni presso la Banca Popolare di Bergamo e 831mila euro presso la Banca Popolare di Bari, a fronte del proprio compenso di appena 48mila euro lordi all’anno, quasi 24 mila netti, percepiti come amministratore delle Sud-Est
I finanzieri hanno quindi radiografato le dichiarazioni dei redditi del cosiddetto “manager” tarantino, appurando che lo stipendio di Fiorillo come dirigente di una società del Gruppo FS (ove al momento risulta in pensione) veniva in realtà rimborsato dalle Sud-Est, e non solo in quanto il manager aveva percepito altri compensi come consulente dalle Ferrovie Sud-Est . Come per esempio i 20 incarichi che nel solo 2013 gli avevano fatto incassare 410mila euro come “collaboratore” del dirigente responsabile degli investimenti (ora rimosso), cioè quello stesso dirigente, che aveva affidato la stragrande maggioranza degli incarichi di progettazione e direzione lavori all’ingegnere salentino Vito Antonio Prato, che aveva portato a casa in 10 anni, 54 milioni di parcelle professionali.
Le auto-consulenze del Fiorillo erano venute alla luce sin dalla verifica fiscale che la Guardia di Finanza di Bari aveva compiuto negli scorsi mesi, e che si è conclusa con una denuncia penale nei suoi confronti per violazioni tributarie. Contestazione questa che ha permesso all’attuale commissario delle Sud-Est, Andrea Viero, di approfondire le verifiche da cui sarebbe emerso che le somme retribuite e versate a Fiorillo non arrivavano dai quadri economici degli appalti, che essendo in gran parte finanziati con fondi europei, sono quindi anche soggetti a verifica da parte della Regione Puglia, bensì dal bilancio economico dell’azienda. Circostanza questa che se fosse confermata, alimenterebbe l’ipotesi investigativa che che il manager tarantino abbia provato a nascondere i pagamenti incassati delle Ferrovie Sud-Est sotto forma di consulenza.
A questo punto la Corte dei Conti pugliese dovrà valutare e nel caso confermare l’ipotesi scaturita dalle indagini della Guardia di Finanza, e cioè che i frutti economici di quelle consulenze siano state incassati in maniera illegittima e quindi illegale, e pertanto decidere se ne andrà richiesta la restituzione. La presenza di una nuova indagine era stata confermata dal procuratore regionale della Corte dei Conti Francesco Paolo Romanelli, il quale giovedì scorso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, aveva fatto un espresso riferimento proprio ai “benefit e compensi elargiti indebitamente” al Fiorillo, cioè ’ex amministratore unico della più importante ferrovia concessa d’Italia.
Per quanto riguarda la vicenda giudiziaria delle “carrozze d’oro”, a carico di Luigi Fiorillo e di altre sei persone, è attualmente in corso l’udienza preliminare, in cui la Procura della Repubblica di Bari hanno ipotizzato, le accuse di “truffa ai danni dello Stato “e nei confronti di altri due coindagati al Fiorillo, anche di corruzione.