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15 Novembre 2024 03:12

Supermulta da quasi 800 milioni di euro dell’ Ue a Meta per violazione leggi antitrust

Per la Commissione Europea , Meta avrebbe abusato in particolare della propria posizione dominante imponendo "condizioni commerciali sleali ad altri fornitori di servizi di annunci economici online in Europa”.
di Silvia Signore

La Commissione Europea ha inflitto a Meta, società che controlla Facebook una multa di 797,72 milioni di euro per aver violato le norme antitrust dell’Ue, legando il suo servizio di annunci economici online Facebook Marketplace a Facebook e imponendo “condizioni commerciali sleali ad altri fornitori di servizi di annunci economici online in Europa”. Lo annuncia l’esecutivo Ue con la propria decisione sostenendo che Facebook Marketplace ha ostacolato la concorrenza per i marketplace online in Europa.

La società Meta proprietaria di Instagram e Whatsapp, infatti, oltre al social network Facebook offre anche un servizio di annunci economici online, Facebook Marketplace, attraverso il quale gli utenti possono acquistare e vendere beni. L’indagine della Dg Concorrenza ha appurato che Meta detiene una posizione dominante nel mercato dei social network personali, che è almeno ampio quanto lo Spazio Economico Europeo (See) e anche nei mercati nazionali della pubblicità display online sui social. Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione, ha dichiarato che per la Commissione Europea in particolare, Meta avrebbe abusato della propria posizione dominante imponendo “condizioni commerciali sleali ad altri fornitori di servizi di annunci economici online in Europa”.

Meta collega il servizio di annunci economici online Facebook Marketplace a Facebook, in modo che tutti gli utenti di Facebook hanno automaticamente accesso e vengono regolarmente esposti al Marketplace di Facebook, che lo vogliano o no. I concorrenti di Facebook Marketplace di fatto potrebbero essere esclusi, considerato il legame che conferisce al Marketplace un “sostanziale” vantaggio distributivo che i concorrenti non possono eguagliare.

Per la Commissione, inoltre, Meta imporrebbe in modo unilaterale condizioni commerciali ingiuste ad altri fornitori di servizi di annunci economici online che fanno pubblicità sulle piattaforme di Meta, in particolare su Facebook e Instagram condizioni queste che le consentono di utilizzare i dati relativi agli annunci generati da altri inserzionisti a esclusivo vantaggio del Marketplace di Facebook.

La replica di Meta: “Nessuna teoria coerente o prova di danno

“Faremo ricorso contro questa decisione per garantire che i consumatori siano ben serviti nell’UE. Nel frattempo, ci adegueremo e lavoreremo rapidamente e in modo costruttivo per lanciare una soluzione che affronti i punti sollevati. Puntiamo a fare annunci a breve per rassicurare i nostri utenti europei che Facebook Marketplace è qui per restare.” Così risponde Meta con una nota pubblicata sulla propria pagina.

“La decisione della Commissione Europea sostiene che Meta impone Facebook Marketplace alle persone che usano Facebook in un “legame” illegale. Ma questa argomentazione ignora il fatto che gli utenti di Facebook possono scegliere se interagire o meno con Marketplace, e molti non lo fanno. La realtà è che le persone usano Facebook Marketplace perché vogliono, non perché devono.”  continua nella sua nota la società guidata da Mark Zuckerberg.

La decisione sostiene anche che Meta potrebbe usare dati pubblicitari da marketplace In definitiva, la Commissione Europea sembra aver ignorato tale evidenza empirica. Il fatto che l’intero caso si basi su un potenziale ipotetico di danno alla concorrenza conferma che, nella migliore delle ipotesi, questo è un caso che è ancora alla ricerca di una teoria coerente del danno. Inoltre, il vero problema è che questo caso distorce completamente il diritto della concorrenza. Il diritto della concorrenza dell’UE è inteso a proteggere il processo competitivo e i consumatori, non a preservare le posizioni commerciali consolidate dei fornitori storici di fronte all’innovazione. Ironicamente, in nome della concorrenza, questa decisione fa proprio questo a un costo enorme per i consumatori. È deludente che la Commissione abbia scelto di intraprendere un’azione normativa contro un servizio gratuito e innovativo creato per soddisfare la domanda dei consumatori, in particolare quando importanti personalità politiche europee chiedono all’UE di essere più competitiva, innovativa e lungimirante.”

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