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5 Novembre 2024 09:15

avvocato Piero Amara

Il vice presidente del Csm David Ermini, ha definito i verbali secretati nei quali l’ avvocato Piero Amara, interrogato a Milano per il caso del “falso complotto Eni”, ha parlato della loggia Ungheria. Verbali di interrogatori “non firmati, inutilizzabili e inservibili”, il cui contenuto però era dirompente. Una “presunta loggia massonica coperta”, ha spiegato Ermini, che avrebbe alti magistrati, avvocati, vertici delle forze armate e di polizia, imprenditori e politici.
8 Luglio 2022
“Concorso in bancarotta fraudolenta:” era questa l’ipotesi di reato con cui Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio, ha rischiato di finire nel registro degli indagati della Procura di Roma, travolto anch’egli dalle esternazioni senza fine dell’avvocato Piero Amara davanti alla Procura di Milano
3 Febbraio 2022
L’ inchiesta era iniziata nel 2017 con un fascicolo finito al centro dello scontro tra pm milanesi, che ha dato origine a un filone a Brescia. Non compaiono tra gli indagati Claudio Descalzi e Claudio Granata, rispettivamente ad e capo del personale Eni
11 Dicembre 2021
L’ex braccio destro di Renzi all’ inizio dell’ estate è stato interrogato dai magistrati della Procura di Milano. In veste di testimone, ed ha ammesso di aver chiesto all’Eni documenti riservati da usare contro la toga romana. Il deputato Pd ha tira in ballo Palamara ed il collega Ferri, discolpando il manager Descalzi e l’Eni: alla fine da loro non ha ottenuto nulla, E’ molto probabile che adesso i verbali dell’interrogatorio di Lotti vengano trasferiti a Perugia, dove  i magistrati hanno chiesto una proroga dell’indagine che ha finito per devastare tutta la magistratura italiana.
29 Settembre 2019
Iniziativa nel pieno rispetto dell’autonomia della magistratura che ha aperto un’inchiesta nei primi giorni di maggio, attivando l’Ispettorato di via Arenula per svolgere “accertamenti, valutazioni e proposte”.
31 Maggio 2019
La sentenza sospetta del Consiglio di Stato del 3 marzo 2016   finita sotto la lente dei pm è quella del 2015 che ha restituito al leader di Forza Italia le azioni di Mediolanum, che Bankitalia ed Ivass , oltre il 9,9%, ovvero il 20%,  che valevano circa un miliardo di euro in virtù della condanna del 2013, sia il Tar avevano imposto a Fininvest  di cedere.
8 Marzo 2019

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