ROMA – Continua il terremoto del Movimento Cinque Stelle in Campidoglio. Dopo l’arresto del presidente del Consiglio comunale grillino Marcello De Vito, anche l’assessore Daniele Frongia, un “fedelissimo” della sindaca Raggi, risulta indagato con lo stesso capo d’imputazione, cioè “corruzione” nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma. Frongia, che ha ricoperto anche la carica di vicesindaco di Roma, prima dell’indagine che nel 2016 aveva travolto Raffaele Marra e per la quale aveva deciso di fare un passo indietro, è indagato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato in carcere l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone ed il noto imprenditore romano Luca Parnasi. è stato anche vicesindaco .
Puntualmente Frongia da buon esponente grillino difeso dagli avvocati Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo del Foro di Roma si è sottratto alle domande dei cronisti affidandosi ad una nota: “Con il rispetto dovuto alla magistratura inquirente, avendo la certezza di non aver mai compiuto alcun reato e appurato che non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia, confido nell’imminente archiviazione del procedimento risalente al 2017“, ha commentato con una nota.
La donna che Frongia voleva far assumere a Parnasi è una collaboratrice del Campidoglio . Il costruttore chiese all’assessore che avendo la delega allo Sport, si occupava dello stadio della Roma, se avesse qualcuno da presentargli per farlo lavorare in una delle sue società e Frongia immediatamente gli propose questa dipendente del Comune. L’assessore Frongia ha sempre negato di “aver chiesto alcun favore ma di essersi limitato a presentare quella persona perché mi era stato chiesto”.
A seguito di una dovuta serie di accertamenti la Procura di Roma ha però deciso di iscriverlo nel registro degli indagati per corruzione. Una mossa che certamente mette ancora più in difficoltà la Giunta guidata da Virginia Raggi considerato che Frongia è ritenuto il più “fedelissimo” della sindaca.
Nel frattempo questa mattina, il presidente del consiglio comunale a 5 stelle, Marcello De Vito è comparso davanti al gip della Capitale, Maria Paola Tomaselli per l’interrogatorio di garanzia e convalida del suo arresto, ma come facilmente prevedibile si è avvalso della facoltà di non rispondere. A renderlo noto è stato il suo nuovo legale, Angelo Di Lorenzo che è subentrato all’avvocato Franco Merlino il quale ha rinunciato all’incarico. Di Lorenzo ha aggiunto che “De Vito chiederà di essere ascoltato nei prossimi giorni per chiarire la sua posizione“.
Prima di De Vito sempre nello stesso carcere di Regina Coeli , è stato sentito l’avvocato Camillo Mezzacapo. “Non ho percepito nessuna tangente, ma solo compensi per attività professionali, curavo transazioni e attività che si svolgono di norma nella pubblica amministrazione” ha dichiarato al gip, secondo quanto riferito dal suo difensore, l’ Avv. Francesco Petrelli, dopo l’interrogatorio di garanzia . Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Camillo Mezzacapo “ha chiarito che la ‘Mdl srl’ non è una società “cassaforte” e non è in alcun modo riconducibile a De Vito“.