ROMA – La Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile il conflitto sollevato dalla Regione Puglia contro il Governo in relazione al procedimento di autorizzazione del Tap. Resta quindi confermata la validità del provvedimento che aveva dato il via libera alla costruzione del gasdotto che partendo dall’Azerbaijan e passando per la Turchia, dove si collegherà al Tap – acronimo che sta per Trans Adriatic Pipeline – attraverserà Grecia, Albania e Adriatico per portare gas in Italia. Considerato infrastruttura strategica per la competitività e l’approvvigionamento energetico, la sua costruzione è cominciata 16 mesi fa. Più del 50 per cento dell’opera, come è stato annunciato a settembre, è già realizzato. Il consorzio che la segue è formato da colossi dell’energia come Bp, Socar, Snam, Fluxys, Enags e Axpo.
La decisione della Consulta era in parte prevedibile proprio a seguito delle decisioni assunte nei mesi scorsi da altri organi giurisdizionali. Il 27 marzo scorso, in particolare, il Consiglio di Stato, confermando la precedente decisione del Tar, aveva respinto i ricorsi della Puglia e del Comune di Melendugno, ritenendo che in sede di valutazione di impatto ambientale fossero state vagliate tutte le problematiche naturalistiche, compresa la scelta dell’approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri. La Consulta ha ritenuto non ammissibili i motivi del ricorso, e le motivazioni verranno rese note quando sarà depositata la sentenza nelle prossime settimane.
Al centro della controversia c’era il procedimento con cui il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato la costruzione dell’opera: la contestazione nasceva dal fatto che secondo la Regione Puglia non era stata intrapresa alcuna trattativa per trovare una soluzione condivisa, in particolare sul punto di approdo della pipeline a San Foca, nel leccese. Tutto l’iter per realizzare l’infrastruttura, è stata accompagnate da dure proteste da alcuni comuni salentini, cavalcate e supportate strumentalmente (cioè elettoralmente) da Michele Emiliano.
Il governatore Michele Emiliano a questo punto deve chiaramente rispettare la sentenza della Consulta, accusa come al solito (non fa altro da due anni !) le “omissioni del Governo“. Quello che il presidente della Regione Puglia spesso dimentica è che lui non è il baricentro della vita socio.economico-politica del Paese, e che lui è stato eletto Governatore dai voti dello stesso partito, cioè il Pd, che governa il Paese. Quindi un pò di coerenza politica non guasterebbe….