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22 Novembre 2024 07:15

Tap: via libera da Palazzo Chigi per la prosecuzione delle opere

Autorizzate le opere previste nel tratto di Melendugno (Lecce) fino a nodo connessione nel brindisino. L’opera sarà praticamente invisibile. Il tunnel entrerà nel sottosuolo italiano, dal fondo del mare ad una distanza di circa 800 metri dal litorale e a una profondità di 25 metri. Il consorzio TAP ha più volte spiegato che questa parte del tunnel sarà scavata da terra, partendo da un punto a circa 700 metri dalla spiaggia

ROMA – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni,  ha deliberato a norma dell’articolo 5, comma 2, lett. c)-bis della legge n. 400 del 1988, l’autorizzazione a proseguire le opere inerenti al progetto di realizzazione di un metanodotto di “interconnessione TAP” nella regione Puglia, nel tratto che interessa il territorio di Melendugno (Lecce) fino al nodo di connessione con la rete nazionale gasdotti nel territorio del comune di Brindisi. Lo rende noto una nota ufficiale emessa dal Consiglio dei Ministri da Palazzo Chigi.

Dopo quasi un anno di ritardi il TAP ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, mentre le inchieste che erano state aperte sulla sua costruzione sono state archiviate. I primi lavori, che prevedono l’espianto temporaneo di circa 200 ulivi, sono cominciati martedì 28 marzo.

Tramite il TAP, e poi attraverso la rete italiana, sarà possibile portare in Europa il gas estratto in Azerbaigian, diversificando l’approvvigionamento del continente che attualmente dipende in buona parte dalla Russia e dai gasdotti che attraversano l’Ucraina.

I lavori sono già stati autorizzati,  e sono già iniziati in parte  in tutti gli altri paesi che dovrebbero essere attraversati dal gasdotto. Il TAP comincia alla frontiera tra Grecia e Turchia, e dovrebbe arrivare in Italia passando per l’Albania e attraversando il Mare Adriatico.

 Il gasdotto in tutto sarà lungo  870 chilometri, di cui circa un centinaio sul fondale dell’Adriatico. Il costruttore è il consorzio svizzero TAP, i cui azionisti principali sono società che si occupano di distribuzione del gas, come l’italiana SNAM.
L’opera è stata finanziata con l’aiuto della Banca Europea per gli Investimenti, anche grazie al fatto che l’Unione Europea ha riconosciuto al TAP lo status di “Progetto di Interesse Comune”. I finanziamenti, quindi, sono in parte garantiti dall’Unione e questo ha permesso di raccogliere denaro sui mercati a interessi ridotti.
  
Sulla base degli ultimi dati disponibili, il consumo di gas naturale in Italia è stato nel 2016 pari a circa 70 miliardi di metri cubi l’anno, un aumento di quasi il 15 per cento rispetto al 2014.
Attualmente l ‘ Italia  è già attraversata da una vasta rete di gasdotti nazionali e provenienti dall’estero che riforniscono l’intero territorio nazionale, compresa la Sicilia.
Il gasdotto dovrebbe essere sufficiente a trasportare 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno, che potrebbero essere portati fino a 20 miliardi se fossero costruite nuove infrastrutture per aumentare la pressione all’interno del gasdotto.
nel grafico la Rete Gas della SNAM in Italia
Nel tratto italiano l’opera sarà praticamente invisibile. Il tunnel entrerà nel sottosuolo italiano, dal fondo del mare ad una distanza di circa 800 metri dal litorale e a una profondità di 25 metri. Il consorzio TAP ha più volte spiegato che questa parte del tunnel sarà scavata da terra, partendo da un punto a circa 700 metri dalla spiaggia. Una volta sulla terraferma, il tunnel – che avrà un diametro di circa 1,2 metri – proseguirà interrato a una profondità mai inferiore a 1,5 metri per circa 8 chilometri. Lungo il percorso del tunnel dovranno essere spostati un totale di circa 1.900 ulivi, anche se il consorzio sostiene che in corso d’opera che la cifra potrebbe ridursi. Gli alberi saranno rimossi per permettere lo scavo della trincea dove sarà posato il tubo, e saranno rimessi al loro posto al termine dei lavori.

Nel comune di Melendugno sorgerà il terminale di ricezione (PRT), l’infrastruttura più visibile della parte italiana del progetto. Sarà uno spazio  grande come una dozzina di campi da calcio,  sul quale  sorgerà il centro di controllo e immissione del gas all’interno della rete nazionale. Il consorzio TAP dichiara che l’impianto non dovrebbe produrre una quantità significativa di emissioni, considerato che “il gas non richiede alcuna lavorazione e non ne è previsto lo stoccaggio”. Ci potrebbero essere alcune ridotte emissioni soltanto quando sarà necessario riscaldare il gas per adattarne la pressione a quella del resto della rete italiana, ma anche in questo secondo  il consorzio  le emissioni saranno una frazione trascurabile di quelle prodotte dal vicino Comune di Melendugno.

 

Contro il TAP avevano protestato le locali amministrazioni comunali, che approfittando dell’appoggio “strumentale” del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, hanno portato avanti diverse iniziative legali, sono state  tutte respinte dalla giustizia amministrativa.  Il Consiglio di Stato ha infatti respinto gli appelli proposti dal Comune di Melendugno e dalla Regione Puglia nei confronti della sentenza del Tar Lazio (l’udienza di discussione si era tenuta il 9 marzo 2017 ) sul Tap-Trans Adriatic Pipeline.

I giudici – con la sentenza numero 1392 – hanno ritenuto che la valutazione di impatto ambientale resa dalla Commissione Via avesse approfonditamente vagliato tutte le problematiche naturalistiche e che anche la scelta dell’approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri (località all’interno del territorio del  Comune di Melendugno) fosse stata preceduta da una completa analisi delle possibili alternative (ben undici). Inoltre è stato escluso che l’opera dovesse essere assoggettata alla cosiddetta “Direttiva Seveso” ed è stato riconosciuto l’avvenuto rispetto del principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato nella procedura di superamento del dissenso espresso dalla Regione alla realizzazione dell’opera.  Ed anche le inchieste della magistratura ad oggi sono state tutte archiviate.

 

 

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