ROMA – Dopo l’Ilva di Taranto che non ha affatto chiuso rimanendo al suo posto sostanzialmente alle condizioni concordate dal governo Gentiloni, adesso è il momento del Tap, il Trans Adriatic Pipeline. Due cavalli di battaglia della campagna elettorale grillina, puntualmente disattesi.
All’inizio di agosto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte appena eletto, aveva ricevuto il sindaco di Melendugno, Marco Potì, per conoscere le ragioni per le quali una parte della cittadinanza locale si contrappone da anni al progetto del gasdotto. Potì in quella occasione aveva consegnato un voluminoso dossier al premier Conte il quale garantì che uno staff della Presidenza del Consiglio avrebbe studiato il progetto per valutarne eventuali criticità. Ma dopo due mesi, in realtà, da Palazzo Chigi non è arrivata alcuna notizia. Nel frattempo il consorzio Tap ha ricevuto dal Governo delle rassicurazioni formali sulla “copertura politica” dell’opera, considerato che la multinazionale è in possesso di tutte le previste necessarie autorizzazioni alla realizzazione del gasdotto, attività confermate in ogni sede di giudizio dei vari Tribunali amministrativi.
In Salento è ormai imminente la ripresa dei lavori di realizzazione dell’infrastruttura energetica mentre i parlamentari pugliesi e consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle sono stati convocati (insieme a loro ci sarà anche il sindaco di Melendugno, Potì) per oggi in tarda serata dal premier Conte a Palazzo Chigi, incontro che avverrà subito dopo il Consiglio dei ministri in cui si discuterà della tormentata manovra economica-finanziaria.
Durante l’ ultima campagna elettorale i rappresentanti e candidati del Movimento Cinque Stelle avevano promesso di bloccare la costruzione, mentre invece i loro “soci” di governo, cioè la Lega di Matteo Salvini sul tema gasdotto vuole andare avanti velocemente. Uno scontro “politico” interno alla maggioranza di Governo, confermata dal ministro “grillino” del Sud, Barbara Lezzi, che alcuni giorni fa ha ribadito a Radio Capital che lei non considera il gasdotto un’opera strategica aggiungendo testualmente che “se la Lega non fosse stata per il sì avremmo già agito“.
Tutto fermo al momento presso il cantiere di terra. I lavori dovrebbero essere avviati in zona Masseria del Capitano, laddove è prevista la realizzazione del terminale di ricezione, poichè nell’area di San Basilio, luogo di proteste, dove si era lavorato nei mesi scorsi , è bloccata da un’ ordinanza del sindaco, che vieta le attività a causa del presunto inquinamento dei pozzi, e la zona nella località Le Paesane è attualmente sotto sequestro a seguito delle disposizioni della Procura di Lecce.
Comune che dovrà difendere davanti al Tar Lazio il provvedimento con cui il 24 luglio ha vietato l’emungimento dell’acqua dei pozzi ubicati a 500 metri a destra e sinistra del cantiere e del tracciato del gasdotto, bloccando tutte le attività in zona fino a quando non sarà chiarita la portata della presenza di metalli riscontrata con le analisi dei mesi scorsi.
Intanto, il Comitato No Tap ha pubblicato un duro post sulla pagina Facebook, in cui parla di “un governo traditore” aggiungendo “Se la notizia riportata da Repubblica fosse confermata – dicono i No Tap – l’unico gesto sensato di questi politici sarebbero le dimissioni immediate, nel rispetto di chi ha creduto in loro e che invece oggi si ritrova con ingannatori, truffatori e voltagabbana al governo“.
Il primo cittadino di Melendugno ha incontrato qualche giorno fa la comandante della Capitaneria di porto di Otranto, Elena Manni, chiedendo spiegazioni in merito alle autorizzazioni ai lavori che Tap dovrà effettuare in mare – ha spiegato: “ci è stato detto che la Capitaneria di Gallipoli ha chiesto al Ministero dei Trasporti un parere sulla necessità che Tap richieda una concessione demaniale per poter svolgere interventi sul fondale marino e che da Roma è stato chiarito che, trattandosi di un’opera strategica, tale concessione non è necessaria. Stiamo valutando in che sede sia possibile proporre ricorso contro le ordinanze della Guardia Costiera“.