La sezione 2bis del TAR, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha dichiarato la propria incompetenza a decidere sul ricorso proposto da Sinistra Indipendente e dal Movimento 5 Stelle in relazione ad una asserita “ingannevole e faziosa formulazione del quesito referendario”.
Contro questa tesi si era già espresso l’Ufficio della Presidenza della Repubblica , negando la riferibilità a sé di quella formulazione, e sostenendo che “In relazione a quanto affermato in una nota di ricorrenti al Tar Lazio, in cui impropriamente si attribuisce alla Presidenza della Repubblica la formulazione del quesito referendario – era trapelato dagli ambienti del Quirinale – si precisa che il quesito che comparirà sulla scheda è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall’articolo 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento“
Nello stesso senso si pone il pronunciamento del TAR che, appunto, ha dichiarato il ricorso inammissibile per “difetto di giurisdizione”. Il senso della formula adottata, può essere espresso, per i non addetti ai lavori, in una dichiarazione di incompetenza, quindi di non titolarità dei Giudici amministrativi a decidere in questa materia, ovvero “difetto di giurisdizione”.
Il Tar ha reso noto un comunicato chiarificatore ove, tra l’altro si afferma che “Sia le ordinanze dell’ Ufficio Centrale per il Referendum che hanno predisposto il quesito referendario, sia il decreto presidenziale nella parte in cui recepisce il quesito, sono espressione di un ruolo di garanzia, nella prospettiva della tutela generale dell’ ordinamento, e si caratterizzano per la loro assoluta neutralità, che li sottrae al sindacato giurisdizionale“.
Variegate le reazioni del mondo politico tra cui si evidenziano, per inopportunità ed inconferenza, quelle del Sen. Vito Crimi del M5S che, pur di fronte ad un pronuncia chiara ed esplicitata, ha sostenuto che questa decisione è “la dimostrazione di come i cittadini siano inermi di fronte ai poteri forti e come il Governo sia stato truffaldino ed arrogante”. Ben più coerenti le reazioni degli altri fautori del NO, ed in particolare quella del capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta che, correttamente sostiene che il “Tar non ha dato nessun giudizio sul quesito“
Innanzi al Tar del Lazio pendono ancora due analoghi ricorsi da parte dell’onnipresente Codacons ed, a titolo personale, del noto costituzionalista Valerio Onida.