Con una nota Antonio Digregorio, Segretario Provinciale del SIULP il Sindacato italiano unitario lavoratori polizia lamenta la sicurezza in città e le condizioni in cui i poliziotti (quelli che lavorano) devono fronteggiare la malavita. “In questi giorni, abbiamo affrontato una discussione sullo stato della sicurezza in città, tracciando un bilancio e partendo da una serie di elementi di criticità, coinvolgendo oltre al Questore e Prefetto di Taranto anche il Capo della Polizia e il Ministro degli Interni, ai quali abbiamo inviato una nota sindacale” come riporta una nota del Siulp . “Dal punto di vista del crimine e del mantenimento dell’ordine pubblico – scrive Digregorio – la situazione è ormai mutata nel Capoluogo. Siamo partiti proprio dalla recente sparatoria al quartiere Tamburi, teatro negli anni di mala di una sanguinosa faida tra i clan locali, con riferimento, come si ricorderà, all’agguato mortale in cui è rimasto coinvolto un pregiudicato in semi libertà.
Secondo il SIULP, il Sindacato più rappresentativo di tutto il Comparto Sicurezza, “costituisce questo uno degli elementi che ci induce a pensare che vi è in atto un’insidiosa escalation con cui la malavita locale sta pian piano riguadagnando terreno, contestualizzata al momento storico dove diversi personaggi di elevatissima caratura criminale, hanno beneficiato della scarcerazione, dati tra l’altro contenuti nel rapporto redatto dalla DIA per il 2016 che mette in evidenza, il fatto che vi siano molteplici tentativi di ripresa delle attività illegali, in una città, in cui, i vari sodalizi si dividono le zone tanto che gli equilibri fra loro stanno divenendo sempre più precari. Tra l’altro, la Commissione parlamentare antimafia ha accennato al fatto che vi sono anche infiltrazioni della N’drangheta nell’area ionica.”
Il SIULP evidenzia ” un primo elemento di criticità: ormai siamo sempre di meno in pianta organica, al punto che è assolutamente necessario, se si vogliono raggiungere certi risultati, rafforzare la nostra attività per contrastare il crimine e per evitare la “mattanza” degli anni di fuoco, scongiurando un allarme sociale, tenuto conto che siamo “sgretolati” dalle carenze strutturali del sistema. Questa provincia crediamo sia divenuta una “bomba ad orologeria”, tanto che non si giustificherebbe la presenza dello Stato a Taranto, allorquando si è tenuto il Comitato Nazionale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica presieduto dal Ministro dell’Interno e dai Capi nazionali delle Forze dell’Ordine e dall’Antimafia, dopo la strage di Palagiano del 17 marzo del 2014. Ma fu allora solo un sussulto, al quale non abbiamo notato successivi e significativi riconoscimenti in termini di rafforzamento degli organici. In quella occasione, consegnammo al Ministro, un documento sottoscritto dal SIULP ma attendiamo ancora un cenno di risposta. Di lì in poi, vi sono stati diversi Comitati a livello provinciale in cui spesso abbiamo registrato la presenza del Procuratore Antimafia di Lecce. L’avvicendarsi delle Commissioni parlamentari d’Inchiesta che a ritmi vorticosi, a vario titolo, giungono in città, danno pertanto un segno tangibile di come, su questo Capoluogo, siano puntati i riflettori“
La Polizia e gli immigrati “Taranto – afferma il segretario provinciale del SIULP Digregorio – è divenuta “città dell’accoglienza” e dimostra un’altissima umanità. Si sta però mettendo a dura prova il nostro operato, consapevoli che oramai non esistono più isole felici. Ad ogni sbarco e non solo, vi è uno sforzo generoso da parte nostra e di tutte le forze messe in campo. Tuttavia, crediamo sia giunto il tempo di mettere ordine, poiché spesso saltano gli schemi. Ormai non si bada più al turno di servizio e vengono effettuati anche doppi e talvolta tripli turni, soprattutto quando vengono eseguiti gli accompagnamenti dei migranti in altre regioni”
” Tra l’altro ci stiamo riducendo ad una Polizia che si occupa principalmente di ordine pubblico e di emergenza immigrazione, il che sarebbe pure normale se consideriamo che la materia è per legge collocata nei nostri ambiti operativi. Il problema è però un altro: è vedere in quale maniera si lavora. Ufficio Immigrazione, Polizia Scientifica, la Territoriale per i servizi di vigilanza, i Reparti Mobili sono gli Uffici che a ritmi serrati producono una incessante attività. Ma anche la Squadra Mobile per l’individuazione degli scafisti che ha già eseguito arresti significativi e quella di monitoraggio della Digos che, alla luce dell’allarme terroristico, esamina e raccoglie informazioni tese ad individuare eventuali infiltrazioni di cellule jihadiste.
Il SIULP contesta il Questore. “Ci siamo rivolti al Questore di Taranto dr. Stanislao Schimera poiché la questione dell’Hotspot, non può essere considerata solo una questione nostra o di pochi. Abbiamo bisogno che il personale ruoti il più possibile e che vengano coinvolti tutti gli Uffici con una più equa distribuzione dei carichi di lavoro. L’impatto che se ne ritrae ad ogni sbarco è micidiale e i ritmi sono elevati, oltre al fatto che molti servizi, talvolta retti sull’improvvisazione, vengono espletati in condizioni ad alto rischio sotto il profilo igienico sanitario”
” La nostra denuncia, – continua il comunicato – vuole essere un monito per chi, affetto da “sindrome miopica“, chilometricamente e materialmente distante dalla nostra realtà, sottovalutando un po’ il fenomeno, chiede sempre e solo sacrifici e maggiori sforzi agli operatori di Polizia che operano a Taranto e nell’ambito dei Comuni in cui sono presenti ben tre Commissariati di P.S. Altro punto di criticità, quest’ultimo. I Commissariati di Manduria, Martina Franca e Grottaglie, come denunciamo da tempo, ormai sono ridotti al lumicino e la risorsa umana, è ormai stritolata dall’organizzazione del lavoro. Una stancante costernazione che li rende talvolta “furenti”. Come non dare ragione al SIULP quando poi si viene a sperare che nel commissariato di Martina Franca risulta in servizio l’assessore del Comune di Taranto, Francesco Cosa, e nel commissariato di Grottaglie il suo collega Gionatan Scasciamacchia ?
“A questo prezzo, i Commissariati vanno chiusi ” – continua il SIULP – Attenzione però: questa è una provocazione e tale rimane. Se così non fosse, dovremmo poi dare ragione a chi, nelle stanze romane, pensa che la chiusura di alcuni Uffici sia giusta per rinforzare i settori sotto stress. Ma abbiamo chiesto al Questore di rafforzare il personale in questi punti periferici, talvolta dimenticati da Dio. Tuttavia – continua ancora il Segretario Provinciale del SIULP – alla luce della disamina fin qui fatta, stride il piano di assegnazione disposto nemmeno qualche settimane fa dal Dipartimento della P.S. che ha previsto per la Questura, un minuscolo incremento di sole 8 unità !!! Di esse, la Direzione Centrale, dispone 2 unità per la Squadra Mobile (anticorruzione) e 6 per l’Ufficio Immigrazione. E la prevenzione e il controllo del territorio assicurata dall’infaticabile lavoro del personale della Squadra Volante ? (che tra l’altro, ormai lavora sempre di più sotto stress, tanto che vi sono turni, in cui, tra l’altro, si garantiscono gli interventi con sole 2 volanti). Tra l’altro, il + 8 è un numero che di qui al prossimo 31 dicembre, è destinato ad azzerarsi per effetto dei pensionamenti di quel personale che ne ha maturato il diritto”.
“Il quadro è veramente desolante” – conclude la nota sindacale – visto che per la mobilità del personale, è stato riservato a questo capoluogo, un trattamento quasi simile ai Comuni di Isernia e Campobasso, tanto per fare un esempio. Il chè significa che si sta sottovalutando il problema. Tra l’altro, vi è il rischio che lavorando a questi livelli, qualcuno “si faccia male”. La formula – che certo, riflette ormai il trend nazionale – è sempre la stessa: la Questura di Taranto, è sotto organico di oltre 100 unità; i carichi di lavoro sono drasticamente aumentati, l’età media anagrafica di ogni poliziotto ha superato abbondantemente i 53-54 anni, i pensionamenti si susseguono anno dopo anno con proporzione tra entrate e uscite che lasciano un divario significativo”
“Ci siamo rivolti per tali ragioni al nostro interlocutore principale, al Questore di Taranto”, dice Digregorio “ al quale, nel sorreggere da parte nostra il suo ruolo di centralità e di Autorità Provinciale di P.S. che la legge 121 gli ha conferito, abbiamo chiesto di “sbattere i pugni sul tavolo” aggiungendo che come “ha ribadito il neo Capo della Polizia, Prefetto Gabrielli al recente 164^ Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, “la nostra missione non debba mai essere la salvaguardia di interessi particolari ma il perseguimento del bene comune e la sicurezza dei nostri cittadini….”.
“A seguito della nostra denuncia “– conclude Digregorio, ” la Segreteria Nazionale del SIULP, ha inviato al Capo della Polizia, una nota a firma del Segretario Generale Felice Romano, in cui si fa riferimento proprio alla gestione dell’accoglienza sul territorio dei migranti. Infine, il nostro pensiero è rivolto alle vittime del grave incidente ferroviario avvenuto in Puglia, tra le cui 27 vittime, vi è pure un nostro stimato poliziotto, Funzionario della Questura di Bari. Il nostro cordoglio alle famiglie.”
Da un’attenta lettura di questo comunicato sindacale, abbiamo trovato confronto per le nostre tesi esposte da mesi, con cui denunciavamo la riprese delle attività criminali a Taranto e provincia, constatando che per vedere effettuare qualche retata bisogna sperare nell’intervento decisivo della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Non è con la “censura” e l’ “ostracismo” al giornalismo indipendente, non allineato, e sopratutto che non cerca “veline” e “pennette” con gli atti ed i nomi delle inchieste, che qualcuno pensa di risolvere la lotta alla malavita.
Ma più di qualcuno in Questura a Taranto purtroppo (per loro) non l’ha ancora capito…