ROMA – Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto, sotto la guida dal colonnello Antonio Marco Antonucci, hanno arrestato in flagranza di reato con l’accusa di estorsione l’ex consigliere comunale Aldo Renna e l’ex assessore comunale del centrodestra Filippo Condemi candidato sindaco in occasione delle Elezioni Amministrative del 2012 vinte da Ippazio Stefàno (centrosinistra) .
Il pm Enrico Bruschi titolare del fascicolo , ha disposto il carcere per Aldo Renna , dove potrà rivedere la direttrice Stefania Baldassari candidata sindaco per il centrodestra nel giugno 2017, elezioni in cui anche Renna si era candidato nella lista di Direzione Taranto (cioè Direzione Italia) senza riuscire ad essere rieletto, mentre Condemi è stato posto agli arresti domiciliari per motivi di età e per le condizioni di salute non ritenute compatibili con il regime carcerario.
Secondo l’accusa e gli investigatori delle Fiamme Gialle il Condemi contando sulla complicità di Renna, avrebbe richiesto una mazzetta per “sistemare” un arbitrato civile sulla gestione della Cooperativa Indaco. La denuncia è stata presentata da Salvatore Micelli, amministratore di una cooperativa che si occupa di migranti, a cui i due avrebbero chiesto 3mila euro per vincere un lodo arbitrale contro un suo ex socio, il cui arbitro era Annamaria Condemi anche lei avvocato, figlia del Condemi, la quale al momento non risulta coinvolta nella vicenda. I due sono stati bloccati ed arrestati dai finanzieri in borghese all’interno di un bar cittadino proprio mentre avveniva la consegna del denaro richiesto.
Sia Micelli che Renna alle ultime elezioni amministrative di Taranto avevano sostenuto con le rispettive liste (Progetto in Comune–Micelli, Direzione Taranto–Renna) la candidatura a sindaco del direttore del carcere di Taranto Stefania Baldassari (estranea a questa squallida vicenda) .
Salvatore Micelli , è doveroso ricordarlo, è stato più volte processato per truffe su finanziamenti pubblici e recentemente la pm dr.ssa Antonella De Luca della Procura di Taranto ha richiesto il suo rinvio a giudizio per stalking e diffamazione nei confronti del nostro direttore Antonello de Gennaro. Qualche mese prima, a seguito di nostri articoli e delle successive indagini ed accertamenti effetttuati dai Carabinieri dei Nas, la Prefettura di Taranto, aveva revocato l’affidamento dell’accoglienza migranti alle strutture tarantine della Cooperativa Indaco gestita dal Micelli.
Nel frattempo ci risulta che la Procura di Taranto stia indagando anche su una denuncia presentata da un avvocato nei confronti di un giudice di pace del Tribunale di Taranto, il quale avrebbe anch’egli “sistemato” con dei suoi giudicati discutibili delle cause patrocinate da uno studio legale tarantino in cui lavora come avvocato proprio suo figlio.
Il giudice di pace in questione è molto “chiacchierato” negli ambienti del Tribunale di Taranto, ed è stato anche recentemente denunciato per delle gravi diffamazioni da un alto stimato magistrato recentemente andato in pensione. Come non dare ragione al CORRIERE DEL GIORNO quando definivamo il Palazzo di Giustizia di Taranto il “porto della diossina” parafrasando il vecchio “porto delle nebbie“, appellativo che in tempi memorabili identificava il Palazzo di Giustizia della Capitale ?
Possibile che il Presidente del Tribunale di Taranto dr. Lucafò ed il Procuratore Capo dr. Capristo non conoscano o abbiano appreso dei tanti, troppi conflitti di interessi ancora oggi presenti negli uffici giudiziari di via Marche ? Forse è arrivato il tempo dopo aver riorganizzato il Palazzo, di dare una controllata anche a chi ci lavora dentro e come…. Conoscendo la serietà di Lucafò e Capristo ci auguriamo che una bella “ripulita” avvenga al più presto.