di Walter Musillo
Ho sempre pensato che le divisioni nel nostro territorio fossero la base di tutti i problemi che ci portiamo dietro ahimè da generazioni, tant’è che sia in politica che nel mondo del lavoro, nel mio in particolare quello delle attività legate al porto e alla logistica, ho sempre lavorato per unire piuttosto che dividere. I risultati? Nella professione direi eccellenti, una nuova generazione ha maturato l’idea che insieme si vince e i benefici sono davvero incalcolabili, però mentre nel business le strategie si limitano agli investimenti, alla formazione del personale, all’ottimizzazione dei costi e infine al profitto, nella politica obiettivamente e’ più difficile, e non parlo solo del mio partito il ragionamento è molto più ampio.
In politica le divisioni sono necessarie, le divisioni, ovviamente mi riferisco a quelle di indirizzo politico non personali, sono indispensabili, come si può fare appello all’unità quando su temi importanti ci sono idee profondamente diverse, oggi è il momento delle scelte, oggi sembrerà fuori moda il mio appello ma bisogna necessariamente dividersi e chiarire esplicitamente le proprie posizioni, amalgamare e ci rende tutti uguali , è questo l’alimento principale dell’ “anti-politica“.
Certo nulla vieta che si affrontino alcune questioni di interesse generale come la “difesa” della sanità tutti insieme, ma nello specifico le differenze ci sono in questo settore come in altri, e ci devono essere. Se si ha il coraggio di esplicitare le proprie posizioni aprendo un dibattito forte su alcune questioni, probabilmente riusciremo a costruire i contorni necessari per stabilire chi sono i compagni di viaggio, e tutto ciò sugli argomenti non sulle persone come oramai siamo abituati da tempo.
Per esempio? Voglio stare con chi ritiene che Taranto vive due grandi emergenze che vanno di pari passo, quella “ambientale” e quella “sanitaria”. Con chi pone il ricatto occupazionale fuori da ogni trattativa. Con chi ritiene inutile la polemica sulle discariche se non cominciamo a trattare i rifiuti come una risorsa e non come un problema. Con chi difende il lavoro soprattutto dei più deboli, e se gli enti pubblici non esternalizzassero troppo, “Isola Verde” sarebbe salva da un pezzo. Con chi ritiene che la politica è servizio e non “carrierismo” a tutti i costi (per quanto mi riguarda il vostro tempo e’ finito). Con chi e’ convinto che non si amministra per l’emergenza ma per la visione futura. Con chi crede che la trasparenza non è solo avere la coscienza apposto ma deve diventare un vero coinvolgimento dei cittadini.
Insomma voglio una classe politica che dica chiaramente cosa vuole fare e che se ci sono delle differenze che emergano, toccherà ai cittadini decidere!
- ex-segretario provinciale del Pd di Taranto