ROMA – Permetteteci di complimentarci con l’amico e collega Enzo Ferrari direttore del quotidiano Taranto Buona Sera , uno dei pochi giornalisti seri e capaci in un deserto intellettuale e culturale come quello del giornalismo tarantino, per l’intervista odierna al collega tarantino Angelo Mellone, che anni fa ha avuto l’intuizione e la buona idea di trasferirsi anni fa a Roma per fare una carriera (in RAI) degna di essere chiamata tale .
Angelo Mellone nella sua intervista dice delle verità, esprime dei concetti di cui condividiamo parola per parola, a partire dalla vertenza Ilva-Taranto, che nel suo complesso, sembrerebbe essere costata 16 miliardi di euro. “Un danno enorme prodotto dal peggior meridionalismo e dalla peggiore grettezza culturale che una parte di Taranto ha sfoggiato in questi anni“
“A quale Taranto si riferisce?” gli chiede Enzo Ferrari. “A quella lagnosa, vitttimista, rivendicazionista e autolesionista – risponde Mellone – della quale fanno parte pezzi di giornalismo e ambientalismo che con la loro propaganda continuano a fare un male devastante a Taranto“
“Ce l’hai con gli ambientalisti” continua Ferrari . “L’ambiente è un tema troppo serio per relegarlo a gruppi che hanno necessità di trovare qualcuno a cui aggrappare le loro lagne. Come io non sono industrialista, loro non sono ambientalisti. Ci sono vie di Roma – dice Mellone – lo dicono i dati dell’Istituto Superiore della Sanità che hanno valori di inquinamento superiori a quelli di via Machiavelli, ai Tamburi. Eppure a Roma nessuno si è mai sognato di far girare manifesti che ritraggono i bambini con la maschera antigas. In quei manifesti c’è tutta l’impotenza culturale di questi della paura. Giocare sulla pelle dei bambini è una operazione indecente, folle, terribile“.
“Credi che riusciremo ad uscire da questa vertenza così lacerante?” “La vertenza si risolverà, – risponde Angelo Mellone – nonostante la minoranza urlante, la borghesia inutile, l’inesistente classe dirigente della città. Io mi auguro che alla fine si possa davvero arrivare all’ambientalizzazione dello stabilimento e alla bonifica del territorio. Ma se la vertenza si risolverà sarà sempre per un intervento esterno, non per ciò che la città è in grado di produrre“.
“Vuoi dire che Taranto da sola non riuscirà mai a farcela?” domanda Enzo Ferrari. “Taranto è una città di proprietà dello Stato. – risponde Mellone – Senza lo Stato resterebbe solo la borghesia inutile e parassitaria. E lo dico con dolore. Pensiamo che in oltre mezzo secolo di siderurgia non è mai nata una impresa di trasformazione dell’acciaio. Taranto andrebbe commissariata, non è in grado di governarsi, è vissuta sempre grazie all’intervento esterno e quando lo Stato ha cominciato a ritirarsi sono arrivati i dolori” che rispondendo alla domanda “qualche segnale incoraggiante arriva dalla valorizzazione di alcuni simboli della nostra cultura, come il Castello Aragonese e il Museo non credi ?” conclude ricordando qualcosa che ai tarantini sfugge “Il Castello è stato rilanciato dall’ammiraglio Ricci, che non è di Taranto, e il museo ha ripreso a brillare con la nuova direttrice, che non è di Taranto. L’unica realtà tarantina che ha saputo emergere a livello nazionale è la Ionian Dolphin di Carmelo Fanizza”
Un pò poco per sperare in un risveglio socio-economico-culturale della città di Taranto. Marco Travaglio in un suo intervento al concerto tarantino del 1 maggio disse che “I giornali a Taranto non scrivono nulla perchè sono comprati dalla pubblicità”. Una sacrosanta verità. Il problema è che ancor prima di comprare i giornali, si sono comprati con quattro soldi i giornalisti. Quasi tutti. A partire da qualcuno che infatti è “specializzato” nel pubblicare interviste su commissione, rigorosamente in ginocchio (come scrisse tempo fa il Nuovo Quotidiano di Puglia) , qualcuno che predilige occuparsi di “monnezza”. La sua specialità…