L’ allarme lanciato dalla Corte dei Conti sezione regionale di controllo per la Puglia, dopo aver verificato ed analizzato i conti del Comune di Taranto, il problema è serio e concreto: si rischia un nuovo dissesto . Che sarebbe il secondo, dopo il dissesto finanziario del 2006 sotto la giunta di centrodestra guidata dal sindaco Rossana Di Bello, l’amministrazione comunale potrebbe ritornarci e questa volta dopo ben due legislatura a guida del centrosinistra con il sindaco Ippazio Stefàno.
Sotto la lente dei giudici contabili l’ultimo rendiconto (ai sensi del D. Lgs. n.267/2000) relativo alla pronuncia sul rendiconto del Comune di Taranto per l’esercizio 2012, ed ora l’amministrazione comunale ha solo 2 mesi di tempo per chiarire e rispondere alle criticità amministrative e finanziarie. Dalla tardiva approvazione del rendiconto 2012, alla insufficiente riscossione delle entrate da recupero dell’evasione tributaria, una scarsa riscossione dei residui attivi ante 2008 a dir poco inesistente , per non parlare di debiti fuori bilancio, e dei risultati negativi delle aziende partecipate, fra cui svetta l’ AMIU che proprio nell’anno 2012 con i suoi 10 milioni di euro di perdite rappresenta da sola un terzo delle perdite di tutte le società pubbliche nella Regione Puglia messe insieme, e la scarsa operosità nel di riscuotere le tasse, per non parlare poi della discutibile gestione dei residui attivi (cioè della somme da incassare) ante 2008, ormai non più concretamente esigibili.
Il rendiconto 2012 del Comune di Taranto risulta approvato il 22 maggio 2013, cioè un mese dopo oltre il termine previsto per legge, ovvero il 30 aprile 2013. “L’ente non ha in ogni caso fornito alcuna giustificazione al ritardo – scrive il magistrato istruttore – Le criticità in esame non risultano pertanto superata. Inoltre, l’esame del questionario relativo al rendiconto 2012 evidenzia una scarsa riscossione delle entrate da recupero dell’evasione tributaria. Ciò dimostra la scarsa capacità dell’ente di recuperare effettivamente risorse attraverso il contrasto dell’evasione tributaria. Nemmeno su tale punto l’ente ha fornito chiarimenti, né ha consentito di accertare che per l’esercizio 2013 si sia verificato un miglioramento».
“L’ente – scrivono i giudici – presenta alcuni degli indici sintomatici dello stato di dissesto finanziario, che consiste nello squilibrio nella gestione dei residui, mantenimento in bilancio di residui attivi sopravalutati, ingenti debiti fuori bilancio. L’assenza del contradditorio con l’ente ha impedito di valutare l’attuale situazione onde accertare l’eventuale miglioramento o peggioramento della situazione di bilancio. All’ente la richiesta di adottare misure correttive tali da superare le criticità riscontrate” ed aggiunge il Magistrato della Corte dei Conti “L’istruttoria condotta in relazione al rendiconto 2012 del Comune di Taranto ha evidenziato la presenza di alcune criticità rilevanti ai sensi dell’articolo 148 bis del Testo unico sugli enti locali suscettibili in assenza di adeguate e tempestive misure correttive, di condurre al dissesto finanziario”.
Il magistrato della Corte dei Conti ha contestato anche una “discordanza tra crediti e debiti reciproci dell’ Ente e delle società partecipate, perdurante assenza di un sistema di scritture contabili in grado di integrare, contestualmente la rilevazione finanziaria con quella economica e patrimoniale, la violazione dell’articolo 230 del Tuel e la violazione del parametro di deficitarietà“.
Il presidente della sezione, dopo aver trasmesso le osservazioni del Magistrato, aveva anche convocato il Comune di Taranto per un’adunanza pubblica lo scorso 10 settembre 2014 esortandolo ad inviare entro il 19 settembre memorie illustrative o documentazioni dell’ente. “Successivamente alla convocazione non è pervenuta alcuna documentazione da parte del Comune né alcun rappresentante dell’ente ha preso parte all’incontro al quale erano stati invitati. Per tali ragioni – spiega la sezione regionale – è stato rafforzato il controllo attribuito alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, sui conti di bilancio preventivo e sui rendiconti consuntivi, determinando il passaggio da un modello di controllo di carattere “collaborativo” privo di un effettivo apparato sanzionatorio, volto a stimolare processi di correzione ad un modello di controllo inibitorio idoneo a determinare il dissesto dell’ente”.
L’atto di notifica della Corte dei Conti sezione regionale di controllo per la Puglia è stato inviato al dirigente della programmazione finanziaria del Comune di Taranto per la formulazione dei dovuti chiarimenti in relazione alle criticità emerse e sulle opportune iniziative che il Comune di Taranto intenderà adottare, indicando e specificando concrete e necessarie manovre correttive. Tutto ciò dovrà essere reso noto alla magistratura contabile pugliese entro e non oltre 15 giorni. Il Comune di Taranto dovrà poi pronunciarsi dinanzi la sezione regionale di controllo entro due mesi.