di ANTONELLO de GENNARO
Lunedì 15 novembre è un giorno che tutta la città di Taranto ma sopratutto Rinaldo Melucci e la sua “banda” di cortigiani, ricorderanno a lungo. E’ la data in cui 17 consiglieri comunali di Taranto hanno capito che l’unica soluzione per salvare la città di Taranto era far decadere il consiglio comunale e riportare la legalità a Palazzo Città mettendo fine alle varie clientele pre-elettorali in vista delle amministrative della prossima primavera che si svolgeranno a Taranto ed in alcuni comuni della provincia. Una scelta obbligatoria per sperare di poter rientrare in consiglio comunale senza dover fare i conti con Michele Emiliano, e sottostare ai voleri-ricatti del sindaco più odiato e chiacchierato dai tarantini di sempre, cioè di quelle persone che amano la loro città.
Sono stati 17 componenti del Consiglio comunale sui 32 totali, composti dall’opposizione la minoranza ed alcuni consiglieri della stessa maggioranza, a sottoscrivere il documento di dimissioni irrevocabili che, decreta lo scioglimento dell’assemblea cittadina e, a meno di clamorosi passi indietro. Adesso il segretario generale dovrà far pervenire la documentazione autenticata da un notaio al Prefetto il quale a sua volta dovrà nominare un commissario che assumerà su di sé i poteri del Consiglio e della giunta e dovrà traghettare la città a nuove elezioni.
Questi i firmatari delle dimissioni che hanno fatto decadere il consiglio : Mario Pulpo, Cataldo Fuggetti, Federica Simili (eletti nel Pd) , Cosimo Festinante (eletti nel Pd) che facevano parte della maggioranza in un gruppo ondivago denominato Indipendenti per Taranto:, Antonino Cannone (eletto in lista civica di centrodestra) , Giampaolo Vietri (eletto in Forza Italia e poi passato a Fratelli d’Italia), Stefania Baldassari, Marco Nilo (lista Baldassari); Carmen Casula (subentrata a Franco Sebastio)e Massimiliano Stellato (eletto nel Pd) e passato al movimento regionale “Puglia Popolare“, Antonella Cito (At6), Rita Corvace, Massimo Battista (eletti nel M5S) ora passati nella lista civica “Una città per cambiare Taranto“, Floriana De Gennaro (lista “La scelta“), Vincenzo Fornaro (lista “Taranto Respira”), Salvatore Brisci (Centristi: era nella maggioranza) e Salvatore Ranieri (eletto in At6 e poi passato al Gruppo Misto).
Insieme a Melucci dovranno fare i cartoni del trasloco, sloggiando da Palazzo di Città, tornando mestamente al proprio lavoro precedente in molti, a partire dalla “staffista” del cuore Doriana Imbimbo che tornerà a fare la disoccupata, seguita dal saltimbanco Fabiano Marti che per campare dovrà tornare sui palchetti delle feste e sagre paesane , insieme ad Ubaldo Occhinegro ritenuto incapace di fare il “professore” dal Ministero competente e che dovrà rimettersi al banco di lavoro compasso in mano (quello degli architetti !) a fare i suoi disegnini, Marzulli non potrà più contare sull’assegnino dello staff del Sindaco e dovrà tornarsene a lavorare nel leccese.
Svaniscono i sogni di gloria della “trimurti” Marti, Marzulli ed Occhinegro che si erano inventati un associazione-movimento copiando il nome Taranto Crea di una vera associazione di tarantini (“Taranto Crea Consenso” ) che da anni opera a Roma, utilizzando il nome di un progetto finanziato dal Governo tramite Invitalia che si chiama proprio Taranto Crea ! Così come Doriana Imbimbo dovrà parcheggiarsi da sola l’autovettura in città stando attenta a non farsi multare, invece di farsela parcheggiare da qualche servizievole vigile urbano compiacente al servizio dell ex-Sindaco Sergente Garcia (pardon…Melucci !). Chi le pagherà adesso le laute parcelle dell’ Avv. Michele Laforgia ?
Dove nasconderà adesso la faccia la “prezzolata” stampa locale, comprata e venduta per qualche spicciolo, ora che non potrà più incassare soldi dalla “generosa”… amministrazione Melucci che ha fatto sopravvivere testate giornalistiche, televisive e vari “sitarelli” internet che definire giornali online è un’offesa all’informazione giornalistica ?
Semplicemente patetico il commento del leader della Lega Matteo Salvini, ispirato dal suo “sodale” salentino Roberto Marti coordinatore regionale pugliese del Carroccio: “Sfiduciato il sindaco di Taranto, dopo anni di pessima amministrazione. Per il centrodestra è una grande occasione per offrire una seria proposta di buongoverno, allargata a chiunque voglia mettersi al servizio della città” . Cosa ha mai fatto la Lega a Taranto ? Non ha neanche una sede…
Il gruppo consiliare “Una città per cambiare”, dei consiglieri di opposizione Mimmo Battista e Rita Corvace (la cui firma è stata determinante per far decadere l’amministrazione Melucci) scrivono sulla loro pagina social: “Oggi 16 novembre 2021, abbandonato dalla sua stessa maggioranza, viene sfiduciato il sindaco Rinaldo Melucci (centrosinistra). Cade l’impero di malgoverno e mala gestione della cosa pubblica, costruito da un sindaco che, sin da subito, ha dimostrato una scarsissima attitudine alla guida di una città splendida e complessa come Taranto”.
Ed adesso Rinaldo Melucci con la sua bella partita Iva dovrà tornare al suo vecchio lavoro, e tornarsene a vendere servizi portuali sulle banchine portuali, sperando per lui che i suoi affari da imprenditore “perdente” vadano meglio di quando dovette dimezzarsi lo stipendio, prima di essere eletto sindaco.
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