“Tanto tuonò che piovve: sono anni che mi batto per le infrastrutture portuali a Taranto, ferme al palo tra un ricorso amministrativo ed un cavillo burocratico, perché ero certo che, diversamente, saremmo arrivati al punto odierno. Ovvero, con oltre mille posti di lavoro, tra diretti e indiretti, che non sappiamo che fine faranno. Il nostro porto non è più competitivo e la sinistra ha la gravissima responsabilità di aver fatto orecchie da mercante, senza intervenire quando eravamo ancora in tempo”. Lo dichiara Pietro Lospinuso di Forza Italia. “Un esempio – aggiunge – concorrerà a chiarire quanto in Puglia siamo ancora all’anno zero: i lavori di raddoppio del canale di Suez dovevano concludersi fra tre anni, ma ad agosto ci sarà l’inaugurazione perché li hanno completati prima dopo appena un anno! Parliamo dell’Egitto, non certo di un Paese altamente moderno e industrializzato. A Taranto, invece, non riusciamo a completare nemmeno le opere per il dragaggio e altre collegate, con crono programmi che si susseguono dal 2009 ad oggi (e ciò nonostante l’impegno del Presidente dell’Autorità Portuale di Taranto). Come possiamo essere competitivi con gli altri scali marittimi, se gli investimenti si muovono in un percorso pieno di ostacoli? Da Tempa Rossa all’ Ilva, non si ha una sola certezza. Questo per colpa anche dei soliti pregiudizi ideologici della sinistra, che fa fuggire puntualmente investimenti di centinaia di milioni di euro, ed anche dei numerosi enti preposti ai controlli (Ministero, Arpa, Regione, Provincia, Ripartizioni Comunali, ecc…) che, nell’esercizio geloso delle loro competenze, di fatto condannano all’immobilismo ogni iniziativa su cui si concentrano i loro pareri che appesantiscono all’inverosimile i procedimenti autorizzativi. Mi auguro che il nuovo presidente pugliese faccia tesoro di tutti gli errori passati e metta in moto una nuova legislazione, in grado di rendere competitivo il territorio. I paventati licenziamenti della Tct non stupiscono nessuno: lo dico da tempi non sospetti, cercando invano di mettere in guardia la Regione Puglia, che ha preferito non occuparsene. Fino a quando il mondo andrà a 2000 e la Puglia a meno 10 –conclude Lospinuso – non ci sarà possibilità di tornare a guardare il futuro con fiducia”.