La società TCT (Taranto Container Terminal) ha inviato nel pomeriggio di martedì 26 maggio un messaggio a tutti i dipendenti informandoli via sms che “sino a nuova disposizione dal 28 maggio lei è dispensata da attività lavorativa e sarà comunque retribuita. In caso di crediti la signoria vostra sarà collocata in ferie. Tct spa”. Termina infatti il nuovo anno di ammortizzatori sociali per la società che gestisce l’infrastruttura portuale in concessione, e che è partecipata dai gruppi Hutchinson col 50%, Evergreen col 40% e Maneschi col 10% . Secondo i sindacati ed i lavoratori del Terminal container di Taranto la società, non avendo ancora deciso se rispettare contrattualmente o meno il preliminare d’accordo sottoscritto dinnanzi alla Presidenza del Consiglio, si fa comunque carico dei lavoratori e quindi provvederà alla loro retribuzione dal 28 maggio essendo scaduta la cassa integrazione.
Questa comunicazione, di fatto, avrebbe l’intento di prendere il maggior tempo possibile attendendo che il consiglio di amministrazione della società che gestisce in concessione il terminal container di Taranto valuti e decida come agire. La situazione resta quindi molto fluida e Palazzo Chigi ha convocato un altro incontro per il 3 giugno alle 18 con i ministeri dei Trasporti, del Lavoro e dello Sviluppo economico, i sindacati, il Comune e l’Autorità portuale di Taranto.
L’accordo preliminare siglato anche dal sindaco e dal presidente dell’Autorità portuale di Taranto, lo scorso 11 maggio, prevede una serie di impegni a carico del governo, di Tct e dell’Authority fra cui il rispetto del cronoprogramma per le opere di infrastrutturazione a carico del pubblico, il completamento degli investimenti privati sul molo polisettoriale ed il ritorno del traffico container a Taranto a partire dal 2017 con una quota iniziale annua di 200mila teus. Le reiterate dichiarazioni rilasciate da esponenti di Tct in merito ad un loro possibile disimpegno perchè gli investimenti previsti non sono stati fatti nei tempi promessi, stanno inducendo nelle ultime ore il Governo e l’Authority di Taranto a valutare ogni possibili scenario e soluzione. Compreso quello di individuare alternative a Tct se il gruppo mollasse definitivamente. Nomi possibili con cui allacciare o riallacciare i contatti, sono Msc, che negli anni passati ha utilizzato il terminal di Taranto movimentando circa 80mila container, e Cma-Cgm, che ha anche lavorato per conto di Evergreen