Gabriele Piva, amministratore delegato di Teleperformance Italia, leader mondiale nell’offerta di servizi di Contact Center, presente in 62 paesi nel mondo attraverso 270 Contact Center e con oltre di 175mila risorse, intervenendo alla conferenza stampa di questa mattina in teleconferenza da Roma dove era rimasto bloccato, insieme al direttore delle relazioni esterne Paolo Sarzana e la direttrice delle sedi romane d Giovanna Battistelli, a causa dell’incendio divampato al Terminal 3 dell’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino, che ha determinato la chiusura momentanea dello scalo romano, che è stata conseguentemente organizzata presso gli uffici della sede dello stabilimento tarantino, dove era presente il direttore di sede Giovanni La Rosa, ha illustrato la reale situazione dopo il solito allarme lanciato dai sindacati che temono la cessione dall’azienda, la seconda per occupazione a Taranto (dopo l’ ILVA) che impiega 2mila dipendenti a tempo indeterminato e 1.000 “a progetto”.
Piva ha spiegato il momento sfavorevole del mercato, illustrando le difficoltà di un settore “non garantito da regole” che consentano di tutelarsi dalla concorrenza sleale, ma ha parlato anche di scarsa produttività e dell’ alto livello di assenteismo della sede tarantina. Il manager, rappresentante della multinazionale francese , ha poi messo in forte risalto la necessità di dover ridiscutere il contratto part-time, con una conseguente riduzione da 33 ore settimanali a 20.
“Con un nuovo accordo sindacale – ha aggiunto Piva– si dovranno quindi garantire dei turni di lavoro di quattro ore invece delle attuali sei ori, mentre in altri casi, si potranno conservare i turni da otto ore, a condizione che siano intervallati da una lunga pausa pranzo. Una riduzione del monte ore che inevitabilmente comporterà una diminuzione del salario“. L’azienda ha annunciato ai sindacati la propria decisione e volontà di separare le attività societarie per ogni sede, e quindi creare una nuova società per la sede di Parco Leonardo a Fiumicino (Roma) , con il chiaro scopo “di creare un nuovo assetto societario, in cui verrà confluita la sola sede di Fiumicino, con lo scorporo delle attività acquisite. Questo ci consentirà – ha affermato Piva – di avere sul territorio almeno un’azienda in attivo e che produca utili, rispetto alla condizione attuale“. Secondo i sindacati di categoria (Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni) questa “societarizzazione” separazione potrebbe, in un secondo momento portare alla vendita , o ad un’eventuale chiusura delle due sedi di Taranto.
Sulle ipotesi dei sindacati, Piva ha replicato che : “Non abbiamo intenzione di vendere, ma di risanare le filiali con forti perdite. È chiaro che questa è una situazione insostenibile” aggiungendo che “ una volta conseguita la separazione societaria , ogni soluzione potrebbe essere possibile. Compresa anche una cessione. Ho spiegato anche ai sindacati, che ci hanno parlato dei drammi occupazionali della città di Taranto, che se noi chiudessimo oggi, vi sarebbero negli altri call center operanti in Italia immediatamente disponibili le duemila postazioni e i tremila operatori pronte a gestire le nostre chiamate. Il nostro non è un mercato in crescita. Al contrario è pieno di esuberi”.
“La soluzione al problema esiste ed è interna. Non ci possiamo aspettare che arrivi dall’esterno. Il mio messaggio ai lavoratori – ha continuato Piva – è che possiamo uscire da questa situazione con l’impegno, l’efficienza e i risultati, ma anche con le quattro ore. Nel nostro settore abbiamo bisogno di competitività, e la possiamo ottenere solamente con la maggiore flessibilità. Se oggi io dovessi aprire una nuova società, suddividerei la forza lavoro in questa percentuale: solo il 60 per cento a tempo indeterminato e il 40% a tempo determinato.E’ l’unica maniera per rimanere competitivi sul mercato”.
Secondo il management aziendale di Teleperformance Italia , la crisi è strutturale e proviene dalle difficoltà crescenti di un settore con esuberi che al momento sono stimati intorno alle 7-8mila unità. “Le venti ore settimanali sono fondamentali per noi: il problema è che la domanda di ore da parte delle aziende del settore è superiore all’offerta dei volumi proposti dai committenti da cui dipendiamo fortemente. Ritengo che le quattro ore siano importanti anche per i nostri dipendenti che in tal modo avrebbero più tempo libero per la propria vita. Gli stipendi, inoltre, subirebbero una variazione non superiore al 20/25 % in conseguenza di una tassazione minore”.