La Prefettura di Bari sta acquisendo i documenti necessari per valutare se sussistano gli elementi per disporre un’ispezione sull’eventuale condizionamento della criminalità organizzata sulla vita amministrativa e politica del capoluogo pugliese che lo scorso 26 febbraio ha portato a 130 arresti per un presunto intreccio tra mafia, politica e affari a Bari.
Dopo gli arresti per voto di scambio politico-mafioso a Bari i parlamentari del centrodestra avevano incontrato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi chiedendogli di approfondire quanto stava emergendo dall’indagine della Dda “sull’infiltrazione mafiosa all’interno dell’Amministrazione comunale di Bari e di una sua partecipata”, l’Amtab azienda di trasporti pubblici barese finita in amministrazione giudiziaria a causa delle presunte pressioni esercitate al suo interno da esponenti del clan Parisi.
I parlamentari spiegarono che al termine dell’incontro il ministro aveva assicurato che avrebbe interessato gli uffici territoriali per “gli approfondimenti del caso“.
Nel frattempo il procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, in occasione di una convenzione fra la Procura ed il Comune di Bari ha affermato che “l’amministrazione comunale, nella persona del suo sindaco Antonio Decaro e tutta l’istituzione in generale, ha dato grandissima collaborazione alla Procura per i risultati sulla legalità”. Un’affermazione a parere di molti alquanto imbarazzante considerando che di fatto siamo in campagna elettorale e che il sindaco di Bari è candidato alle prossime elezioni europee. Dimenticando che non sono pochi gli esponenti della “corrente” di De Caro nel barese finiti sotto inchiesta della procura di Bari.
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