ROMA – Tensione alle stelle nella maggioranza dopo lo stop alla mozione del Movimento Cinquestelle contro la Tav. A Palazzo Chigi si è tenuto in serata un colloquio a quattr’ occhi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini.
Salvini nel colloquio con il premier Conte secondo quanto riferito negli ambienti di Palazzo Chigi, avrebbe posto le proprie condizione per andare avanti:una rivoluzione nel governo, con nomi nuovi e un “contratto” rivisto e corretto in salsa leghista, o è meglio finirla qui, subito per evitare di scrivere la prossima manovra finanziaria da separati in casa.
Fonti della Lega descrivono il colloquio “lungo, pacato e cordiale” mentre dal M5S viene raccontato come assai teso. Luigi Di Maio ha riunito i suoi e giungono le voci più disparate, come quella – alimentata da qualche parlamentare leghista – che ipotizza le urne il 6 o il 13 ottobre. Ma in casa M5s, dove le ansie ed il timore di andare tutti a casa, crescono con il passare delle ore, ci si prepara ad un rimpasto della compagine di Governo.
E’ questa la voce che girava per tutto il giorno nei palazzi del potere: che il leader della Lega punti alla sostituzione del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, bocciato in Aula dal sì alla Tav, Ma si sussurra che possa chiedere lo scalpo anche di Giulia Grillo, Elisabetta Trenta e Sergio Costa. Ma è a qualcosa di più che il ministro dell’Interno sembra puntare : un cambio forte radicale nel governo.
Secondo alcune fonti del M5S Salvini chiederebbe anche di sostituire il ministro Giovanni Tria, che si è mostrato troppo sensibile alle ragioni delle regole di bilancio Ue. “Magari“, commenta all’ ANSA una fonte del M5s: “se un leghista andasse al ministero dell’Economia dovrebbe ‘accollarsi’ una manovra comunque difficilissima“.
La giornata è stata segnata dalla bocciatura della mozione dei Cinquestelle per bloccare la Tav, invece passano tutte le altre mozioni a favore dell’opera: il Senato ha approvato quella del Pd con 180 sì, 109 contrari ed un solo astenuto. La mozione Bonino ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto. Quella di Fratelli d’ Italia è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto. Infine quella di Fratelli d’ Italia ha preso un voto in più ottenendo 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti. Il ministro Toninelli ha commentato pateticamente : “Ho votato No, vado avanti sereno”.
Peccato che ci sia poco da essere sereni in casa M5S, quando la mozione grillina contraria alla Tav è stata bocciata dal Senato con 181 no, mentre i voti favorevoli sono stati 110.
“L’ultima delle cose che ci interessano è avere qualche ministero in più, qualche poltrona in più. Anzi, le sette poltrone della Lega sono a disposizione degli italiani. O si possono fare le cose oppure si torna a votare”. ha detto Salvini.
“Non sono fatto per le mezze misure, o le cose si possono fare per intero e in fretta oppure star lì a scaldare la poltrona non fa per me“, ha continuato il leader leghista dal palco di Sabaudia. “Tenerci 7 ministeri per non riuscire a fare le cose, tutte, 100 su 100, è inutile“.
“Non mi interessano rimpastini o rimpastoni, le idee non valgono due poltrone, se le cose non si possono più fare è inutile andare avanti. Come in un matrimonio, se si passa più tempo a insultarsi e a litigare che a fare l’amore, meglio guardarsi in faccia e prendere una decisione da persone adulte“.
“Non si possono garantire reddito di cittadinanza a tutti e salario minimo, prima bisogna dare lavoro, creare ricchezza, sennò cosa ridistribuisci?“, ha sottolineato Salvini. “Oggi qualcuno votava no sulla Tav al Senato perché si doveva tornare indietro, ma chi sceglie la Lega sceglie di andare avanti, senza nostalgie del passato“.