ROMA – Non è stato ancora raggiunti l’accordo tra Matteo Renzi e la minoranza Pd sulle candidature alle politiche. Le riunioni con Andrea Orlando e Michele Emiliano sono iniziate dopo l’una di questa notte e fino alle quattro del mattino, e da quanto si è appreso il lavoro è proseguito al Nazareno negli uffici della direzione del Partito Democratico.
La trattativa è ancora in corso, poichè la proposta della segreteria prevederebbe, a quanto si apprende, attorno ai 15 seggi sicuri per l’area di Andrea Orlando e tra i 6 e i 7 per il modesto seguito di Michele Emiliano sarebbe stata giudicata “insufficiente” dalla minoranza.
La proposta del segretario Renzi è stata ritenuta “non accettabile sul piano dei numeri, della distribuzione territoriale e per il tentativo di scegliere anche i nomi all’interno dell’area Orlando“, in quanto i numeri prospettati da Renzi, secondo gli esponenti della minoranza, di fatto non rispecchierebbero gli equilibri congressuali. Ma dalla maggioranza del partito si fa notare che sarà richiesto a tutti un “sacrificio” nelle candidature, poichè rispetto a questa legislatura la pattuglia parlamentare del Pd è destinata ad assottigliarsi .
Roberto Giachetti scrive a Renzi. “Rinuncio al plurinominale. Rinuncio al paracadute” ha scritto il vicepresidente della Camera al segretario del Pd Matteo Renzi, in un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook. “Ti chiedo di lasciarmi libero di giocarmela senza paracadute, senza reti di protezione, senza garanzie. Io e la mia città, io ed il territorio dove vivo da 50 anni, io ed il mio amore per la mia città e per la politica. In tutti i prospetti che girano sulle candidature c’è una casella sul proporzionale con un nome certo: Giachetti. Sarei ipocrita se ti dicessi che la cosa non mi faccia piacere: penso che, in qualche modo, sia il riconoscimento di un impegno nel partito, e più in generale in politica, che mai mi era stato riconosciuto in passato. Di questo non posso che ringraziare, di cuore e con il cuore, sia te che hai creduto in me fin dall’ inizio quando davvero ci conoscevamo assai poco, e Paolo Gentiloni che invece mi conosce da una vita e che per una vita mi ha sostenuto anche nelle mie battaglie a lui più estranee“
“Sento dentro di me che quella casella (il paracadute) mi sta troppo stretta – continua Roberto Giachetti – Non corrisponde alla mia storia, alla mia cultura, al mio sentire. Il Pd sta vivendo un momento difficile, e nella nostra difficoltà si riflettono tutti i pericoli per il Paese. E Marco mi ha sempre detto che è nei momenti difficili che bisogna crederci, anche rischiando. E allora no. Quel paracadute sarebbe per me un vestito sgualcito e stretto, un trapianto di pelle, un cibo avariato. Non lo voglio. Conosco bene i tantissimi problemi che abbiamo nel cercare di trovare una quadra per garantire la presentazione di liste competitive in grado di tenere insieme la conferma di chi tanto si è impegnato in questi anni per dare impulso alla ripresa che si sta manifestando e la necessità di linfa nuova. So bene che la quadra sarà comunque dolorosa. Allora penso che sia mio dovere fare l’unica cosa che potrebbe rappresentare un valore aggiunto per il centro sinistra e non la penalizzazione di un vero rinnovamento. Non voglio essere un tappo. Non sarò un tappo. Rinuncio al plurinominale. Rinuncio al paracadute”.