Alice Brignoli, moglie del militante dell’Isis italiano di origine marocchina Mohamed Koraichi, morto in Siria, è stata arrestata in Siria con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo dai Carabinieri del Ros guidati dal colonnello Andrea Leo, al termine di una lunga caccia durata quattro anni, che ha consentito anche di rintracciare e rimpatriare i figli della donna.
“E’ una bellissima storia italiana che evidenzia anche le grandi capacità delle forze dell’ordine italiane e la forza della cooperazione internazionale”. ha commentato il pm Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo della Procura di Milano che ha coordinato le indagini.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini la Brignoli e Koraichi, avevano lasciato l’Italia nel 2015 per raggiungere il Califfato, portandosi dietro i loro tre figli: Koraichi una volta in Siria, ha partecipato direttamente alle operazioni militari dell’Isis mentre la Brugnoli avrebbe ricoperto un “ruolo attivo – dice il Ros – nell’istruzione dei figli alla causa del jihad”. L’ordinanza di misura cautelare è stata emessa dal Gip Manuela Cannavale del Tribunale di Milano su richiesta della Direzione Distrettuale Antiterrorismo.
La Brignoli ora in carcere a San Vittore, è stata interrogata dal Gip a cui ha ammesso di essere partita nel settembre del 2015 dalla provincia di Lecco col marito, Mohamed Koraichi, poi deceduto da qualche mese per una infezione intestinale, verso la Siria “aderendo a un appello video di Al Baghdadi per unirsi al Califfato” aggiungendo “Ci aspettavamo un posto idilliaco per gli islamici, con case e scuole, ma abbiamo trovato la guerra”. La donna di 42 anni, ha affermato anche che avrebbe tentato in più di un’occasione invano di tornare indietro “Ha manifestato una certa disponibilità a riferire i fatti – ha riferito in conferenza stampa il pm Nobili – dicendo però di averli vissuti in ‘seconda fase‘ perchè il vero protagonista sarebbe stato il marito“.
Alice Brignoli è “felicissima” di tornare in Italia assieme ai suoi 4 figli uno dei quali è nato in Siria, anche se lei finirà in carcere e i suoi figli verranno affidati ad una comunità, secondo quanto si è appreso in relazione alle indagini del Ros dei Carabinieri. La situazione dei bambini “è al momento tranquilla”, ha aggiunto Nobili, “con i due più grandi che accudiscono i due piccoli nella comunità a cui sono stati affidati” dopo la lunga permanenza nel campo in Siria.
Di fronte ad una foto del suo figlio maggiore, sette anni all’epoca della fatti, che imbracciava un fucile, era entrata negli atti d’indagine su Mohamed Koraichi già lo scorso anno, la Brignoli ha tentato di sminuire, sostenendo che i bambini non sono stati addestrati. A suo dire era il marito combatteva e che teneva i contatti con gli uomini dell’Isis.
Venerdì prossimo Alice Brignoli verrà nuovamente interrogata accusata di terrorismo dai pm, in quanto l’indagine mira a comprendere nei dettagli l’organizzazione del suo viaggio con il marito verso la Siria nel 2015, per accertare anche ci siano personaggi se nell’area di Lecco e dintorni che ancora forniscono assistenza agli aspiranti ‘foreign fighter‘.