BARCELLONA – Questa notte alle 2 un autovettura Audi A3 si è lanciata alla velocità di 120 km sulla folla. Un secondo gruppo di terroristi, soltanto 9 ore dopo l’ attentato alla Rambla nel centro di Barcellona, che ha causato 14 morti ed oltre 100 feriti , ha cercato di portare la morte anche nella località turistica di Cambrils della Costa Brava, 100 chilometri a sud di Barcellona nel pieno della stagione turistica. Sette persone sono rimaste ferite ed i 5 terroristi che indossavano cinture esplosive sono stati uccisi dalla polizia catalana, che dopo circa due ore ha effettuato delle esplosioni controllate nel club nautico, il luogo dove sono stati abbattuti i terroristi, facendo esplodere senza danni a cose e persone delle cinture esplosive che gli aggressori portavano addosso.
L’intervento provvidenziale e tempestivo della polizia catalana ha evitato un vero possibile massacro, considerato che la zona a quell’ora della notte è affollata da turisti nei bar con i tavolini all’aperto, gelaterie, ristoranti e negozi aperti sino a tardi . Dopo aver investito i passanti, l’Audi su cui viaggiavano i terroristi si è scontrata con un veicolo dei Mossos d’Esquadra, ed è iniziata la sparatoria. Un’agente donna Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma della Catalogna, è rimasta gravemente ferita. Quattro dei cinque terroristi assalitori, sono morti sull’ istante, mentre uno che era stato preso ancora vivo, due ore più tardi è deceduto per le ferite riportate nel conflitto a fuoco con la Polizia.
Gli attacchi terroristici sono stati quindi tre: Barcellona, Cambrils e un’esplosione avvenuta mercoledì a Alcanar, una località vicina a Tarragona, nella quale è rimasta uccisa una donna. Infatti, in realtà., quella che inizialmente era sembrata una banale fuga di gas, sarebbe stato invece un incidente causato dal materiale esplosivo per un attentato. A Cambrils è stato arrestato un cittadino di Ceuta legato all’ esplosione avvenuta all’alba di giovedì a Alcanar (Tarragona) esplosa. Gli inquirenti collegando gli episodi, ritengono che nel progetto originario, il furgone, sarebbe dovuto esplodere. Ma l’incidente avvenuto all’interno dell’abitazione di Alcanar ha fatto attivare un “piano B“: quello del furgone lanciato nello slalom mortale sulle persone che affollavano la Ramblas di Barcellona.
Lo ha confermato il maggiore dei Mossos d’Esquadra, Josep Lluis Trapero al quotidiano catalano ‘El Periodico‘ , spiegando che nell’esplosione ad Alcanar un uomo era morto mentre maneggiava bombole di gas e un altro era rimasto ferito ed è stato arrestato. Secondo i vicini, nella casa abitavano due fratelli magrebini. Ad Alcanar, nel luogo dell’esplosione, sono state trovate almeno 20 bombole di gas.
L’uomo ferito è stato ricoverato nell’ospedale Virgen de la Cinta. Secondo El Periodico, tra le macerie della casa crollata sono stati trovati documenti che riletti ora consentono di stabilire il collegamento con la strage di Barcellona. I Mossos d’Esquadra hanno interrogato il ferito, originario dell’enclave spagnola di Melilla, in Marocco, ma l’uomo si è rifiutato di rispondere alle domande ed è stato arrestato.
Due italiani morti nell’attentato
La Farnesina ha reso noto alle 12 di questa mattina che tra le 14 vittime dell’attentato ci sono due italiani, il cui decesso è stato confermate al Ministero degli Esteri dalle Autorità spagnole.
Nell’attentato alla Rambla di ieri ha perso la vita un 35enne italiano Bruno Gulotta, residente a Legnano, in Lombardia, responsabile del marketing e delle vendite di Tom’s Hardware Italia, che era in vacanza nella città catalana con la moglie e i figli. Gulotta, al momento dell’attacco si trovava sulla Rambla e sarebbe rimasto ucciso dal furgone killer che è piombato sulla folla provocando ben 13 morti . Nella notte hanno lavorato diverse equipe di medici forensi per le autopsie e l’identificazione delle 13 vittime dell’attacco della Rambla, che questa mattina è stata riaperta al pubblico. Tra le vittime ci sono inoltre 3 tedeschi e un belga, e fra gli altri feriti vi sarebbero poi 26 cittadini francesi (11 dei quali in gravi condizioni) e 4 australiani; una donna australiana compare tra i “dispersi'”.
Secondo il quotidiano tedesco Spiegel Online, sono rimaste coinvolte nell’attentato alla Rambla di Barcellona persone provenienti da 18 nazioni: Francia, Paesi Bassi, Belgio, Italia, Irlanda, Grecia, Ungheria, Romania, Macedonia, Algeria, Argentina, Venezuela, Perù, Cuba, Australia e Cina.
Commosso il ricordo dei colleghi di Gulotta, che lavorava alla Tom’s Wardware. Sul sito dell’azienda informatica è stata pubblicato una foto del team, e un commento affidato al country manager di Tom’s Hardware per l’Italia, Roberto Buonanno, che ha confermato la terribile notizia scrivendo: “Il collega e amico Bruno Gulotta è stato travolto e ucciso da un infame terrorista nel cuore di Barcellona. Era lì in ferie, insieme con la sua compagna e con i due figli. Aveva postato su Facebook le tappe del suo percorso e tutto sembrava procedere come uno si aspetterebbe da un viaggio di vacanza. Una foto da Cannes, una dalle Ramblas di Barcellona. E poi quello che nessuno si aspetta: la morte di un giovane uomo, padre e compagno di vita della madre dei suoi figli” impegnandosi ad essere un sostegno per la compagna del suo collega, Martina, “che con la forza di una giovane mamma si troverà davanti prove che nessuno dovrebbe mai sostenere“, il piccolo Alessandro, “che si prepara a iniziare le scuole elementari con la consapevolezza che la vita sua e della famiglia non sarà più la stessa“, e la piccolissima Aria, “che non ha negli occhi la scena tremenda ma che non conoscerà mai il suo papà“.
Conclude Buonanno: “Non so come farò a sopportare la vista della sua postazione di lavoro vuota in ufficio e penso a quanto mi mancherà questo compagno di vita e di carriera. E poi realizzo che è un pensiero egoista perché ora tutto quello che conta e che è importante è dare il massimo supporto alla famiglia, per la quale ci sarò e ci saremo sempre. Riposa in pace Bruno, ti ricorderemo per sempre. Siccome sei stato un maestro di vita, ti giuro che trarrò anche da questo tuo ultimo atto sulla terra una lezione profonda. E sarai sempre nei miei pensieri ogni volta che sentirò la necessità di una voce amica, come se fossi sempre a disposizione, come lo sei sempre stato, a ogni ora del giorno e in qualsiasi momento“.
La seconda vittima italiana si chiama Luca Russo.
Si chiama Luca Russo la seconda vittima italiana dell’attentato di Barcellona. L’uomo, secondo quanto riferito dall’Agenzia Ansa, si trovava nella città catalana insieme alla sua ragazza, rimasta ferita ma non in gravi condizioni.
La seconda vittima italiana nell’attacco nella città catalana, veneto di Bassano del Grappa, aveva solo 25 anni. Laureato in ingegneria, era a Barcellona con la fidanzata .
Su Facebook le sue foto dove appare felice e sorridente, e quell’ultimo post, di giugno: “Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza portare via nulla. E in mezzo litighiamo per possedere qualcosa”. E’ stata sua sorella a pubblicare in Rete l’appello per cercare il fratello, che ha consentito il riconoscimento del povero ragazzo rimasto ucciso dalla follia jihadista.
Marta Scomazzon, la fidanzata bassanese di Luca Russo, si trova attualmente in un ospedale della città spagnola con un piede e un gomito fratturati secondo quanto riferiscono amici della famiglia. “Stavamo camminando assieme poi ci è venuto addosso il pulmino: io sono caduta e mi sono accorta che Luca non c’era più, non l’ho più visto da quel momento, il suo corpo è stato spazzato via” sono le dichiarazioni rese da Marta a sua zia Lucia, raggiunta dai colleghi dell’ ANSA.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine , un atto dovuto d’ufficio, in relazione a quanto avvenuto ieri a Barcellona e che è costato la vita a 14 persone. Attentato con finalità di terrorismo il reato ipotizzato dai pm coordinati dal procuratore capo Giuseppe Pignatone.
E’ intanto in corso l’identificazione delle vittime della strage della Rambla. Fra i morti, riportano i media spagnoli, c’è anche una bambina di tre anni. Innocente.
Il responsabile dell’attacco alla Rambla
Sarebbe stato l’appena diciottenne Moussa Oukabir, ma tutti e due i fratelli erano da poco rientrati in Spagna dal Marocco. Secondo alcuni tweet provenienti dalla Spagna, Moussa avrebbe pubblicato sul web minacce e istigazioni all’uccisione di infedeli da parte dei musulmani. Due anni fa scriveva sui social network: alla domanda «Che cosa faresti nel tuo primo giorno come re/regina del mondo?» rispondeva «Uccidere gli infedeli e lasciare (in vita, ndr) solo i musulmani che seguano la religione». A un’altra domanda, fa sapere El Indipendiente, che ha visionato la sua pagina Facebook poco prima del suo oscuramento disposto dalla Polizia spagnola , «Che cosa faresti a qualcuno che ti mente?», il 17enne rispondeva invece: «Ucciderli di notte con una pistola. Uno scherzo». Come luogo in cui non avrebbe mai voluto vivere, citava «Il Vaticano».
I due fratelli Moussa e Driss Oukabir di origine marocchina, forse un terzo uomo ancora in fuga. La cellula che ieri ha colpito a Barcellona aveva ancora qualche anomalia, dei vaghi contorni, ma un forte connotato maghrebino, lo stesso che caratterizza la rete jihadista in Spagna. Gli Oukabir sono originari di Aghbala, un cittadina sull’Atlante, con residenza a Ripoll, in Catalogna.
L’attacco dell’ Isis non è riuscito a replicare le dimensioni di Atocha ma era stato pianificato, organizzato, attuando le linee guida dei “manuali” online che contengono istruzioni su come affittare e usare furgoni per far strage , che erano pubblicate sul numero 9 del mensile Rumiyah, uscito tre mesi fa, nel quale si incitava a “accoltellare gli infedeli, tagliargli le gole, mozzargli le teste, schiacciarli sotto i camion, e bruciarli vivi finché non pagheranno la jizyah e non saranno umiliati”. La presenza di complici conferma che ci si trova davanti non davanti a un “lupo solitario” ma al cospetto di una vera e propria cellula jihadista, la cui portata ed espansione è ancora ignota all’antiterrorismo spagnolo.
Finora la Spagna era stata risparmiata, ma non era per questo fuori dal mirino dell’Isis: infatti dal 2013 sono state smantellate almeno 40 cellule dormienti. Anche se non sono numerosi come i francesi, secondo il centro studi Cts Sentinel i “foreign fighters” spagnoli hanno cominciato a raggiungere la Siria già nel 2012, al ritmo di 30-40 all’anno. In principio si uniscono ad Al-Nusra la branca siriana di Al-Qaeda, e poi la maggior parte di loro passa con l’Isis.
L’alta percentuale di soggetti provenienti da Ceuta e Melilla trova conferma nelle statistiche, elaborate dal Combating terrorism center, che riguardano i 178 jihadisti arrestati fra il 2013 e il 2016 in Spagna: il 32 per cento di loro proviene dalle due enclave, il 20 per cento da Barcellona e dintorni. In questo campione di islamisti la componente maghrebina è elevata: il 42,7 per cento hanno nazionalità marocchina, contro il 41,5 di spagnoli, la metà sono immigrati di seconda generazione, il 40 per cento di prima generazione, il 10 per cento sono convertiti.
Nel maggio scorso è stata individuata in Spagna una “cellula di collegamento” composta da tre sospetti terroristi. Uno di loro è stato arrestato a Tangeri, gli altri due in Catalogna, tutti marocchini attivi nel reclutamento di giovani da inviare a combattere in Siria. Ieri sera non era ancora chiaro se Driss Oukabir sia realmente un componente della cellula di Barcellona o sia stato coinvolto dal fratello minore che ha usato i suoi documenti per affittare il furgone. Dall’analisi sinora effettuata dall’antiterrorismo spagnolo attraverso il suo profilo Facebook emerge un personaggio confuso: si dà il nome di battaglia “Soprano” in onore della serie tv sulla Mafia, esalta la “Mafia del Maghreb”, pubblicamndo immagini e video sugli scontri fra israeliani e palestinesi e definisce lo stato “pietoso” in cui versa “l’arabismo”.
L’Isis ha però dato prova di poter attirare nella rete jihadista giovani “borderline”, al confine fra delinquenza ed estremismo, comeil tunisino naturalizzato francese Mohamed Lahouaiej Bouhlel autore della strage di Nizza dello scorso 14 luglio . Il fatto che nella rivendicazione lo Stato islamico parli di “soldati del califfato” viene interpretato come un segnale in codice per indicare un legame organico. Mosul è persa, Raqqa quasi, ma l’ Isis può contare ancora su migliaia di combattenti europei e maghrebini con cui vuole colpire l’Europa ed estendere la propria guerra all’Occidente.
Due delle tre persone arrestate sospettate di avere contribuito all’attentato di Barcellona sono state catturate a Ripoll, una cittadina dei Pirenei in provincia di Girona, il terzo nel comune di Alcanar, vicino a Tarragona. A Ripoll sono finiti in manette ieri Driss Oukabir, di origine marocchina, fratello di Mousa, sospettato di essere il conducente de furgone della strage. Nella stessa cittadina è stato arrestato secondo i media locali un cittadino marocchino conoscente degli Oukabir. Diverse perquisizioni sono in corso a Ripoll. A Alcanar è finito in manette un uomo che era rimasto ferito nell’esplosione mercoledì notte di una casa, dove secondo gli inquirenti la cellula terroristica forse stava preparando ordigni artigianali.
Sarebbero tre finora gli italiani feriti nell’attentato a Barcellona
Lo ha reso noto l’ambasciatore italiano in Spagna, Stefano Sannino intervistato questa mattina dal programma radiofonico ‘Voci del Mattino’ (Rai Radio 1) . “I tre feriti italiani – ha poi aggiunto telefonicamente l’ambasciatore a Sky Tg24 – sono stati ricoverati in ospedali di Barcellona, ma due sono già stati dimessi e l’altro ha riportato fratture ma la sua condizione di salute non è grave nè complessa“. L’ambasciatore ha ricordato che “si sta lavorando in stretto contatto con le autorità catalane e la magistratura spagnola” e quanto alla presunta vittima italiana ha detto di “non poter dare alcuna informazione in quanto non abbiamo ancora conferma“. Conferma che purtroppo è arrivata in seguito.
Tre gli arrestati. Driss Oukabir “Soprano”, di origine marocchina, è stato arrestato dopo essersi presentato in un commissariato assicurando di aver subito un furto di documenti poi usati per noleggiare il furgone usato sulla Rambla: l’uomo ha precedenti per abusi sessuali; la terza persona è stata arrestata a Ripoll (Girona), è sospettata di essere legata ai due attentati. Nessuno degli arrestati era alla guida del furgone che ha fatto strage a Barcellona e quindi nessuno di essi è legato direttamente all’attentato. Ieri i sospetti sono caduti su Moussa Oukabir, fratello di Driss, 18 anni, marocchino, arrivato in Spagna da una settimana. Anche il suo profilo Facebook è stato messo offline.
Poliziotto eroe a Cambrils: ha ucciso 4 terroristi
Quattro dei cinque terroristi uccisi a Cambrils questa notte sono stati abbattuti da un solo poliziotto. Lo rivela La Avanguardia, spiegando che i quattro erano scesi dall’auto con cui erano arrivati nella passeggiata del porto e si sono scagliati contro la polizia brandendo machete, coltelli e asce. La dinamica dell’attacco a Cambrils è ancora tutta da definire. Non è chiaro se le persone coinvolte siano state ferite da armi bianche o dal veicolo o da entrambe. Secondo i media locali la donna morta era stata ferita con armi bianche
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Ore 12: un minuto di silenzio
Un minuto di silenzio è stato osservato oggi in Plaza de Catalunya per le vittime dell’attentato di Barcellona. A rendere omaggio il re Felipe VI, il premier Mariano Rajoy, il presidente catalano Carles Puigdemont e il sindaco Ada Colau. Erano presenti migliaia di persone. Dopo il minuto di silenzio la folla si è sciolta in un lungo applauso, fra grida di “No Tengo Miedo“, cioè “Non ho paura”. Appartengono a 34 nazionalità diverse le vittime e i feriti negli attacchi di Barcellona e Cambrils. I feriti sono 130, di cui 16 in condizioni critiche.
Nuova condanna del Papa
Papa Francesco ha condannato ancora una volta “la violenza cieca, offesa gravissima per il Creatore”, ed eleva le sue preghiere per le famiglie delle vittime. Così il telegramma di cordoglio per le vittime dell’attentato terroristico avvenuto a Barcellona, inviato a nome del Pontefice dal cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, al cardinale Juan José Omella y Omella, arcivescovo di Barcellona
Ministero dell’ Interno, attenzione altissima in Italia
“L’attenzione rimane altissima” in Italia , anche se “il livello della minaccia non cambia“. È quanto è emerso al termine della riunione del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo convocata dopo i fatti di Barcellona dal ministro Marco Minniti questa mattina, appena conclusasi al Viminale . Il ministro Marco Minniti, ha chiesto ai vertici delle forze dell’ ordine e dell’ Aisi ed Aise (i servizi segreti italiani) di “mantenere elevato il livello di vigilanza, rafforzando sul territorio le misure di sicurezza a protezione degli obiettivi ritenuti più a rischio, nonché verso i luoghi che registrano particolare affluenza e aggregazione di persone”.
Mattarella: “I Terroristi non rimarranno impuniti”
“A Barcellona, nel cuore d’Europa, uomini scellerati hanno colpito persone e famiglie prive di ogni colpa, unite solo dal desiderio e dal diritto di vivere serenamente” – afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio ai familiari delle vittime – “I terroristi hanno lacerato una comunità di tante nazionalità, inerme, fatta di innocenti, donne, uomini, bambini. Hanno aggredito la vita e la convivenza. Il terrorismo di matrice islamista e i terroristi non rimarranno impuniti” che aggiunge “Ai familiari di Bruno Gulotta e di Luca Russo rivolgo i sentimenti di vicinanza e solidarietà di tutto il popolo italiano, così come rivolgo un pensiero di cordoglio alla Spagna e a tutte le vittime, di qualunque nazionalità, di questa ennesima strage”.
(notizia in aggiornamento)