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27 Dicembre 2024 00:07

“Toghe Sporche” a Trani. Fra i cento testimoni anche il premier Conte e l’ex ministro Lotti

L' ex gip di Trani Michele Nardi successivamente pm a Roma, attraverso il suo difensore ha richiesto al Tribunale di Lecce di poter ascoltare 104 testimoni tra cui compaiono numerosi nomi eccellenti a partire dal premier Giuseppe Conte ma anche oltre numerosi magistrati, Luca Lotti, Luca Palamara e Cosimo Ferri,  i protagonisti dello scandalo sulle nomine del Csm,  per finire con i parenti dei suoi principali accusatori.
Michele Nardi

ROMA – Per provare a difendersi dalle accuse che potrebbero costargli vent’anni di carcere, l’ex gip di Trani Michele Nardi successivamente pm a Roma, attraverso il suo difensore ha richiesto al Tribunale di Lecce di poter ascoltare 104 testimoni tra cui compaiono numerosi nomi eccellenti a partire dal premier Giuseppe Conte ma anche oltre numerosi magistrati, Luca Lotti, Luca Palamara e Cosimo Ferri,  i protagonisti dello scandalo sulle nomine del Csm,  per finire con i parenti dei suoi principali accusatori.

Spetterà quindi al Tribunale di Lecce stabilire nel processo a carico delle toghe sporche degli uffici giudiziari di Trani che riprende domani davanti alla Seconda sezione,  chi dovrà rispondere nei prossimi mesi alle domande del difensore del magistrato sospeso dalle sue funzioni, che da gennaio è rinchiuso in carcere a Matera e che finora non ha mai voluto parlare o collaborare con gli inquirenti.

Ma anche l’accusa della Procura di Lecce, rappresentata dai pm Roberta Licci, Giovanni Gallone e Alessandro Prontera,  vuole ascoltare le testimonianze degli ex vertici della Procura di Trani. Per questo ha deciso di citare come testi il procuratore capo a Taranto Carlo Capristo ed il procuratore aggiunto a Bari Francesco Giannella, a suo tempo procuratore capo ed aggiunto a Trani. L’accusa intende chiedere al procuratore Capristo  chiarimenti in merito ai rapporti tra Nardi ed un altro degli imputati l’avvocato Giacomo Ragno (che ha optato per il rito abbreviato), mentre vuole sapere da Giannella  dei controlli fatti nel periodo di reggenza della Procura di Trani sui fascicoli dell’ex pm Antonio Savasta che dopo aver collaborato, anche lui, ha scelto il giudizio abbreviato.
Dopodichè saranno degli imprenditori a salire sul banco dei testimoni . I magistrati dell’accusa  ascolteranno due dei fratelli Ferri, Filippo e Francesco gli ex re dei grandi magazzini , ed il re degli outlet Francesco Casillo i quali dopo che lo scandalo è esploso, hanno confessato di aver pagato mazzette per evitare l’arresto, fatti però ormai troppo risalenti nel tempo e quindi prescritti.

Michele Nardi è ritenuto dall’accusa di essere al centro del giro di “mazzette” e corrutele,  emerso a seguito delle accuse a verbale rese dall’imprenditore coratino Flavio D’Introno, che ha detto di aver pagato 2 milioni di euro (oltre a gioielli,  la ristrutturazione degli immobili dell’ex gip e viaggi) per cercare inutilmente di sfuggire una condanna per usura, per la quale sta sconta una pena in carcere a Trani.

L’obiettivo di Nardi è smontare queste accuse. E quindi  l’ex gip vorrebbe chiedere riscontro a Ferri, Lotti e Palamara, sulle cene che ci sarebbero state a Roma con l’imprenditore coratino. Al gran maestro del Gran Oriente, Nicola Tucci, ed Antonio Binni, della Gran Loggia d’Italia, vorrebbe chiedere di confermare la sua estraneità agli ambienti massonici, così come vorrebbe chiedere a Conte se risultino suoi rapporti con i servizi segreti. Infatti  D’Introno ha raccontato di essere stato minacciato da Nardi che, gli avrebbe prospettato per convincerlo a pagare, gli interventi della massoneria, dei servizi segreti e di Gladio , motivo per cui la difesa di Nardi ha chiesto di ascoltare anche l’ex generale Paolo Inzerillo.

Ma l’ex gip del Tribunale di Trani vorrebbe portare sul banco dei testimoni anche suoi molti ex colleghi. Non soltanto Capristo e Giannella, ma persino l’attuale procuratore di Trani, Antonino Di Maio, e tutti i sostituti che negli ultimi anni prestato servizio presso la Procura di Trani . Nell’elenco dei testi di Nardi, compaiono  anche l’ex capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller, il procuratore generale di Bari, Annamaria Tosto, il presidente della Corte d’appello di Bari Franco Cassano, il presidente del Tribunale di Trani  Antonio De Luce. Ma anche l’ex rettore del’Università di Bari, Antonio Uricchio, ritenuto “amico di vecchia data del dottor Nardi”, l’ex sindaco di Bisceglie, Francesco Spina e l’attuale Angelantonio Angarano, decine di avvocati del foro di Trani, due psichiatri, due medici ed i famigliari di D’Introno , il padre Vincenzo, il fratello Domenico, la sorella Lorenza Lara e quelli dell’ex pm Savasta  a partire dalla la sorella Emilia.

Nardi vuole imbastire una sorta di contro-processo per cercare di dimostrare la falsità dei racconti fatti da D’Introno durante le oltre 100 ore di incidente probatorio, confutandoli. Oggi il collegio del Tribunale di Lecce dovrà sciogliere anche la riserva sulle costituzioni di parte civile: fra i quali compaiono due giudici, Loredana Colella e Ornella Gozzo, componenti del collegio della Corte di Appello che si è occupato di D’Introno e per il quale secondo l’accusa, millantando,   l’ex gip Nardi chiese un Rolex e due diamanti. A processo ci sono anche l’ex ispettore Vincenzo Di Chiaro (anch’egli in carcere a Matera), l’avvocato barese Simona Cuomo, il falso testimone Gianluigi Patruno e Savino Zagaria, l’ex cognato di Savasta.

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