“Toghe Sporche”. L’ex rettore Uricchio nei verbali del grande accusatore dei magistrati di Trani
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Redazione CdG 1947
In quella stessa vicenda della commissione tributaria compare il nome di Uricchio, il quale da qualche giorno non è più rettore dell’Università di Bari, in qualità di componente del direttivo dell’ Anvur , l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca. La circostanza e le modalità con cui il nome dell' ex-rettore dell' Univa, è stato coinvolto dal D’Introno potrebbe lasciar ipotizzare secondo la Procura della Repubblica di Lecce che Nardi si sia rivolto ad Uricchio per chiedergli un favore.
ROMA – Nei verbali dell’inchiesta sulla giustizia svenduta a Trani è uscito fuori anche il nome di Antonio Felice Uricchio, ormai ex rettore dell’Università di Bari, che momento non è indagato ma compare all’interno delle verbalizzazioni di Flavio D’Introno, l’imprenditore di Corato che nell’inchiesta di Lecce compare contestualmente indagato e testimone “chiave” delle indagini in corso.
E’ stato infatti proprio alla collaborazione manifestata alla Procura di Lecce che D’Introno non venne arrestato insieme all’ex gip Michele Nardi, all’ispettore di P.S. Vincenzo Di Chiaro e all’ex pm Antono Savasta (che ha successivamente lasciato la magistratura) per le loro presunte corrutele mentre prestavano servizio presso il Palazzo di Giustizia di Trani.
Soltanto a Savasta sono stati concessi i domiciliarinel marzo scorso, grazie appunto alla confessione sulle tangenti percepite e sulle dichiarazioni rese sui soldi sporchi ricevuti da altri magistrati.
L’ex pm della Procura di Trani è stato il vero “protagonista” davanti al gip Giovanni Gallo del Tribunale di Lecce, nella seconda parte dell’incidente probatorio lo scorso 19 giugno , facendo il nome del quarto magistrato che sarebbe stato coinvolto nel “sistema” delle tangenti giudiziarie di Trani ( oltre a Nardi e Savasta compare indagato anche il pm Luigi Scimè, attualmente in servizio presso la Procura di Salerno). Il quarto è Domenico Seccia, attualmente sostituto procuratore generale in Cassazione, in passato componente della Commissione Tributaria di Bari.
Infatti fu proprio Commissione tributaria di Bariad accogliere i ricorsi di D’Introno contro cartelle esattoriali per 8 milioni di euro. Sono in corso le necessarie verifiche per riscontare la circostanza riferita secondo la quale Seccia avrebbe percepito una tangente dall’imprenditore di Corato a fronte di una pronuncia in suo favore.
Un fatto questo affermato a verbale da D’Introno che ha trovato conferma anche nelle dichiarazioni ai magistrati rese da Savasta, il quale ha aggiunto che secondo lui “Seccia era una persona pericolosa” . In quella stessa vicenda della commissione tributaria compare il nome di Uricchio, il quale da qualche giorno non è più rettore dell’Università di Bari, in qualità di componente del direttivo dell’ Anvur , l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca.
A coinvolgere Uricchio nell’inchiesta della Procura di Lecce in ballo è stato proprio lo stesso D’Introno in occasione dell’incidente probatorio davanti al gip leccese Giovanni Gallo, per il quale sono stati depositati i verbali. I fatti raccontati si riferiscono all’autunno 2011: ” Insieme con il dottor Nardi stavamo andando a casa del professore Uricchio, che era magistrato della commissione tributaria, ma non si sapeva se il ricorso andava a lui o a un altro magistrato — ha raccontato l’imprenditore — E quindi noi andammo a parlare con lui“. Una circostanza sulla quale finora gli inquirenti non si erano soffermati, ma la circostanza e le modalità con cui il nome dell’ ex-rettore dell’ Univa, è stato coinvolto dal D’Introno potrebbe lasciar ipotizzare secondo la Procura della Repubblica di Lecce che Nardi si sia rivolto ad Uricchio per chiedergli un favore.
“Nessun favore, ma soltanto un consiglio”: diceAntonio Felice Uricchio, ex rettore dell’Università di Bari, che così giustifica l’incontro avuto nel 2015 con Michele Nardi, l’ex giudice di Trani accusato di essere stato il capo di un’associazione per delinquere che svendeva indagini e processi.
Uricchio tramite il suo legale, professore Vito Mormando fa sapere che l’incontro avuto non era per la richiesta di un favore, ma di un semplice consiglio. Nardi e Uricchio si conoscevano molto bene, avendo frequentato nello stesso periodo l’istituto di Scienze delle finanze dell’Ateneo barese , ed erano rimasti in buoni rapporti. Nardi avrebbe chiesto – secondo la tesi difensiva- un appuntamento ad Uricchio che a quel tempo non era ancora rettore, ma professore di diritto tributario , senza però anticiparne il motivo né tantomeno avrebbe riferito che sarebbe stato accompagnato dal D’Introno.
“L’incontro avvenne in un bar” — secondo la versione di Uricchio al vaglio degli inquirenti — “e durò cinque minuti“. Michele Nardi e Flavio D’Introno gli parlarono del ricorso dell’imprenditore in commissione tributaria per l’annullamento di cartelle esattoriali da 8 milioni (poi avvenuto) e chiesero un consiglio.
“Non mi domandarono alcun favore né avrei potuto farne — ha spiegato l’ex rettore — perché non ero giudice tributario e quindi componente della commissione che si occupò del caso” . I rapporti con la commissione si limitavano a “pareri” , che avrebbe firmato relativamente ad altri casi, in quanto specialista della materia tributaria. “Nulla che abbia mai riguardato D’Introno” , chiarisce Uricchio.
La questione della commissione tributaria resta comunque uno dei punti più importanti dell’inchiesta, perché — secondo la Procura della Repubblica di Lecce — è proprio lì che sarebbero state pagate altre tangenti.
Nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Gallo aveva già evidenziato che “Nardi aveva intessuto insieme con l’avvocato Vito Dettole una rete di rapporti nel contesto dell’Università degli Studi di Bari, dove tutto viene gestito come un favore“. Dettole, che nell’ordinanza viene definito come “un faccendiere“nell’attività professionale è un avvocato tributarista e sempre secondo gli investigatori negli anni scorsi molto vicino all’ex sindaco biscegliese Francesco Spina, del quale fu assessore al bilancio due volte (prima in quota UDC, poi nel 2012 in quota Italia Futura) e successivamente nello staff di Spina alla Provincia con contratto a tempo parziale e determinato.
L’ avvocato Dettole si occupa prevalentemente di contenzioso tributario ma che “non trascura la possibilità di condurre affari di vario genere sfruttando e utilizzando le proprie conoscenze, che ricambia ponendosi anch’egli a disposizione degli amici“. Come dicono i magistrati di Lecce: “un faccendiere“.
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