LECCE – Anche l’ex gip Michele Nardi , attuale pm presso la Procura di Roma (e sospeso dal Csm) ha deciso di raccontare per la prima volta la sua verità sull’inchiesta della Procura di Lecce, condotta dai pm Roberta Licci e Giovanni Gallone sul cosiddetto “sistema Trani” per il quale è sottoposto a detenzione cautelare in carcere dal gennaio scorso con l’accusa di concorso in associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari oltre che, a vario titolo, di minacce, millantato credito, estorsione e truffa aggravata insieme all’ex pm di Trani Antonio Savasta, il quale oltre ad essersi dimesso dalla magistratura ha confessato la propria corruzione ai pm della procura salentina.
É stato lo stesso Nardi ad annunciarlo dopo mesi di silenzio, nel corso dell’udienza preliminare a carico di 10 indagati davanti al Gup del Tribunale di Lecce dr.ssa Cinzia Vergine . Insieme a Nardi e Savasta è imputato anche il giudice Luigi Scimè, accusato di corruzione in atti giudiziari. Le dichiarazioni di Nardi dovrebbe avvenire nell’udienza che si terrà domani 13 settembre. Nardi e Savasta furono arrestati nel gennaio scorso insieme con l’ispettore di polizia Vincenzo Di Chiaro. L’accusa è di avere pilotato sentenze e inchieste in cambio di mazzette quando erano in servizio a Trani.
Hanno chiesto di essere ammessi al rito abbreviato l’ex pm Antonio Savasta, (a lato nella foto) che ha ammesso le proprie responsabilità, il giudice Luigi Scimé, gli avvocati Ruggiero Sfrecola e Giacomo Ragno, e l’immobiliarista Luigi D’Agostino. L’avvocatessa barese Simona Cuomo (attualmente sospesa dalla professione), “pupilla dello studio dell’ Avv. Francesco Paolo Sisto di Bari (estraneo alla vicenda) , ha invece preferito attendere di essere esaminata domani in udienza preliminare, per poter quindi poi decidere se ricorrere al rito abbreviato. Fra gli imputati compare anche Gianluigi Patruno, titolare di una palestra, l’ ispettore di polizia di Corato Vincenzo Di Chiaro (anch’egli ancora detenuto cautelarmente in carcere) e l’ ex cognato di Savasta, Savino Zagaria .
Sono state presentate 14 richieste di costituzioni di parte civile, tra le quali compare anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Il Ministero della Giustizia, l’Ordine degli avvocati di Trani, gli imprenditori coratini Paolo Tarantini e Flavio D’Introno (esclusivamente per le posizioni di Michele Nardi e Gianluigi Patruno).
L’imprenditore D’Introno è colui che ha dato il via con le sue dichiarazioni all’inchiesta giudiziaria, rimane indagato, ma la sua posizione é stata stralciata in altro procedimento dalla Procura di Lecce, così come quella del carabiniere Martino Marangia.