ROMA – Sono state necessarie oltre nove ore di Camera di consiglio ai giudici della Corte d’Assise di Roma per condividere e confermare i capi d’accusa, e quindi applicare il 416bis agli oltre 20 imputati a processo per associazione a delinquere di stampo mafioso e videocollegati dalle rispettive carceri. L’inchiesta era partita dopo gli oltre 30 arresti del 25 gennaio 2018 con cui le forze dell’ordine hanno eseguito l’ordinanza per gli omicidi del 2011 di Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, a seguito dei quali è partita l’ascesa degli Spada sul litorale di Ostia alle porte della Capitale. La sentenza di primo grado riconosce che il “clan Spada“, la potente famiglia sinti del litorale romano, è un'”associazione mafiosa“.
Ilaria Calò e Mario Palazzi i due pm della Procura di Roma che hanno istruito il processo , avevano chiesto nel corso della requisitoria condanne per 208anni più tre ergastoli per associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti degli imputati che avevano scelto il rito ordinario nel maxi processo del clan. Sono state accolte le pene più alte, e cioè l’ergastolo, erano state richieste nei confronti del “boss” Carmine Spada, detto Romoletto, il fratello Roberto Spada, che era già stato condannato a sei anni per la testata che nel novembre del 2018 sferrata al giornalista Daniele Piervincenzi a cui fratturò il setto nasale , ed il nipote Ottavio Spada, detto Marco .
I 24 imputati a processo rispondevano delle accuse a vario titolo di reati come l’associazione di stampo mafioso, l’omicidio, l’estorsione, l’usura, oltre ad altri crimini contro la persona, la detenzione e porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, al traffico di stupefacenti, l’attribuzione fittizia di beni e l’acquisizione, in modo diretto e indiretto, della gestione e il controllo di attività economiche, e appalti legati a stabilimenti balneari, sale giochi e negozi. 17 degli imputati sono stati condannati mentre sono stati assolti con formula piena Armando Spada, Enrico Spada, Roberto Spada detto “Zibba”, Francesco De Silvio, Samy Serour, Stefano De Dominicis e Roberto Sassi.
Oltre ai tre Spadi condannati all’ergastolo, è stato condannato a 16 anni di reclusione Ottavio Spada, detto “Maciste“, a 9 anni Nando De Silvio, detto “Focanera” e a 10 anni il cubano Ruben Alvez del Puerto, anche lui coinvolto nell’aggressione al giornalista Piervincenzi che lavorava al programma “Nemo” di RAIDUE. “Sono indignato, è una follia vera”, è stato il commento a caldo dell’avvocato Mario Girardi, difensore di Carmine Spada, che ha aggiunto: “Questa decisione è una vergogna, non condivisibile in alcun suo aspetto“.