L ‘uomo destinatario del fermo emesso dalla Procura di Palermo con l’accusa di detenzione illegale di arma, favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena nell’ambito delle indagini sulla latitanza del boss Matteo Messina Denaro si chiama Giuseppe Di Giorgi, 49 anni, è il proprietario di un box trasformato in ‘rifugio’ all’interno del complesso residenziale di via Castelvetrano a Mazara del Vallo dove mercoledì, i Ros dei Carabinieri e lo Sco della Polizia di Stato hanno effettuato una irruzione alla ricerca di un nuovo covo in cui il boss avrebbe trascorso la sua latitanza, prima dell’arresto avvenuto il 16 gennaio 2023 a Palermo.
Alle sette del mattino, i poliziotti dello Sco e i carabinieri del Ros che avevano In mano un ordine di perquisizione hanno aperto con una chiave che il superlatitante Matteo Messina Denaro conservava nella sua Alfa Romeo Giulietta il cancello del residence che si trova lungo via Castelvetrano, nel cuore della città. Insieme agli investigatori, due magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, i pm Bruno Brucoli e Pierangelo Padova . I poliziotti delle squadre mobili di Trapani e Palermo con i colleghi dello SCO si sono diretti verso una scala, mentre i carabinieri di Crimor del Ros, quelli che hanno arrestato Messina Denaro il 16 gennaio 2023 sono andati verso altri appartamenti. .
Gli investigatori coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido hanno perquisito diversi locali, appartamenti box e garage utilizzando anche le chiavi sequestrate al latitante al momento dell’arresto e nel suo covo di Campobello. Dopo aver aperto con una chiave il cancello automatico del residence e con un’altra chiave hanno aperto il box da cui si aveva accesso ad un altro piccolo spazio, un “rifugio” allestito con un letto e in cui sarebbero stati trovati anche vari documenti ora al vaglio degli investigatori. In casa di Di Giorgi è stata rinvenuta anche una pistola, mai denunciata, e 50 cartucce.
Dopo ore di tentativi, i Carabinieri del Ros hanno aperto un box apparentemente pieno di roba vecchia. Accanto c’è un piccolo appartamento, di un parente dell’altro proprietario. Gli esperti della Scientifica e del Ris si sono messi subito al lavoro per evidenziare impronte e altre tracce, l’unico modo per attestare il passaggio del boss trapanese da questo residence che si trova in via Castelvetrano 45/c. Dopo le indagini tecniche, il box e l’appartamento sono stati perquisiti, ma non sarebbe emerso nulla di rilevante riconducibile al latitante, e quindi le indagini proseguono.