TARANTO – I Militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto guidati dal T.Col. Antonio Marco Antonucci hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo “per equivalente” – ex art. 321 c.p.p.- di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un totale di 651 mila euro, nei confronti di Maria Chierico rappresentante legale dell’azienda agricola Fattoria dello Jonio srl con sede in Contrada Cantore Ginosa (Taranto) e del marito Vincenzo Lanzone quale procuratore speciale della società agricola, nonchè di 4 funzionari pubblici : Marco Giorgio funzionario della Regione Puglia incaricato del rapporto di valutazione del progetto, Enrico Zamboni funzionario dell’ ISMEA incaricato del rapporto di valutazione del progetto ISMEA, Stefania Aiazzi funzionario dell’ ISMEA quale responsabile amministrativo del procedimento in questione, e di Francesco Di Fonzo e sua figlia Isabella Di Fonzo entrambi residenti a Castellaneta (Taranto) quali beneficiari di erogazioni pubbliche.
Il provvedimento cautelare, emesso dal dr. Giuseppe Tommasino (a lato nella foto) G.I.P. del Tribunale di Taranto, su richiesta del dr. Remo Epifani sostituto procuratore della locale Procura della Repubblica fa seguito alle indagini eseguite dal Nucleo, all’esito delle quali è stato scoperto un sistema di truffa a danno dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), ente pubblico economico con sede a Roma la cui attività consiste nel promuovere lo sviluppo delle aziende agricole, consentendo l’acquisto di terreni rurali con la concessione di mutui agevolati.
E’ stato accertato che l’ISMEA aveva acquistato in data 27 marzo 2012 i terreni dalla suindicata azienda agricola di Ginosa ad un prezzo esorbitante ( 806.830,00 euro) rispetto alle normali valutazioni di mercato di 450mila euro accertato da una C.T.U. disposta dalla magistratura, grazie a dei falsati e gonfiati rapporti di valutazione tecnica redatti e da tre funzionari dello stesso Ente ed avallati da Marco Giorgio funzionario della Regione Puglia.
Tali terreni erano stati poi ceduti a Francesco Di Fonzo e sua figlia Isabella Di Fonzo entrambi residenti a Castellaneta (Taranto), risultate poi soci della citata azienda agricola ginosina. Le due persone, padre e figlia, nel frattempo per sostenere l’acquisto dei terreni, hanno ottenuto dall’ISMEA un finanziamento agevolato con pagamenti rateali, dei quali veniva di fatto onorata soltanto la prima rata di 21.838,00 euro .
In sostanza il disegno truffaldino da parte dell’azienda agricola di Ginosa, è consistito nel vendere terreni all’ ISMEA ad un prezzo esorbitante per poi ricomprarli, a mezzo di propri soci, ad un prezzo agevolato e con una rateizzazione che non sarebbe mai stata onorata. Il tutto con la compiacenza di funzionari pubblici e causando così un impoverimento delle casse dell’Ente che ha sborsato la somma complessiva di 1.180.826,49 euro per dei beni del reale valore complessivo accertato di 530.000,00 euro.
All’esito dell’attività, le suindicate 8 persone sono state tutte denunziate in concorso all’Autorità Giudiziaria per i reati di “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” (art. 640 bis C.P.) e “Falsità materiale commessa dal privato in atto pubblico” (art. 482 C.P.). L’ammontare complessivo del decreto di sequestro preventivo è pari al totale del profitto del reato.
Il Gip Tommasino ha pertanto disposto il sequestro preventivo di euro 356.830,00 nei confronti degli indagati Chierico, Lanzone, Zamboni, Giorgio, Aiazzi, Di Fonzo Francesco, e fino alla concorrenza di euro 293.996,49 nei confronti degli indagati Chierico, Lanzone, Fallani, Aiazzi, Di Fonzo Isbella
AGGIORNAMENTO
Lo scorso 16 ottobre 2020 nel corso dell’ udienza preliminare dinnanzi al Gip dr. Benedetto Ruberto del Tribunale di Taranto, ai sensi dell’ exìart. 425 c.p.p., è stato dichiarato il “non luogo a procedere” nei confronti di Stefani Aiazzi, Maria Chierico, Francesco Di Fonzo, Isabella Giuseppe Di Fonzo, Francesco Fallani, Marco Giorgio, Vincenzo Lanzone, Enrico Zamboni.
Il giudice Ruberto ha disposto anche il dissequestro e la restituzione di quanto sequestrato in esecuzione del decreto disposto dall’ ormai ex giudice Giuseppe Tommasino, andato in pensione alcuni mesi fa.
Sentenza-Vincenzo-Lanzone-2020.10.16