Sequestrati oltre 172 mila euro all’europarlamentare Stefania Zambelli (Lega) 51 anni, ed a quattro suoi collaboratori a Bruxelles. Secondo la Procura Europea e la Guardia di Finanza di Brescia la cifra corrisponde ai danni stimati al bilancio dell’Ue per una presunta truffa relativa fondi erogati al suo staff assunto in Italia. Per gli inquirenti, i collaboratori della Zambelli non avrebbero svolto o in alcuni casi solo parzialmente le attività relative alle funzioni per cui erano stati assunti e avrebbero falsificato la documentazione sul loro operato al Parlamento europeo, mentendo anche sui loro titoli di studio ed esperienze professionali pregresse, mai conseguite e tantomeno raggiunte.
Alla Zambelli dipendente amministrativa dell’Asst Garda in aspettativa, viene poi contestato di essere strettamente legata ad almeno una delle persone assunte e di avere beneficiato anche delle somme corrisposte dal Parlamento europeo per le attività lavorative che il personale avrebbe dovuto svolgere. Tra i collaboratori co-indagati risulta esserci anche Marco Pacini detto “Pacio” ultrà del Milan appartenente alla Curva Sud, e compagno della figlia della eurodeputata leghista.
“Secondo gli elementi di prova – si legge in un comunicato dell’Eppo – i quattro membri del personale non hanno svolto le attività connesse alla funzione per la quale erano stati assunti, o le hanno svolte solo parzialmente, documentando falsamente la loro attività al Parlamento europeo. Inoltre, hanno travisato i propri titoli di studio, avendo dichiarato competenze scolastiche e professionali di cui, secondo l’inchiesta, non disponevano. Si ritiene – continua il comunicato – che l’eurodeputata, strettamente legata ad almeno una delle persone assunte, abbia beneficiato anche delle somme corrisposte dal Parlamento europeo per le attività lavorative che il personale avrebbe dovuto svolgere“.
Una parte del sequestro da 172 mila euro, eseguito lo scorso giovedì 23 febbraio, ha riguardato anche un’auto di sua proprietà. “Né io né i miei collaboratori abbiamo commesso alcun illecito. Il nostro operato è sempre stato improntato alla massima lealtà e trasparenza nei confronti delle Istituzioni e della collettività“, ha dichiarato Zambelli su Facebook. “Mi preme sottolineare che l’assistente parlamentare che con la sua denuncia ha dato origine a questo procedimento, è la stessa persona che mi aveva già denunciato al Parlamento Europeo nel 2019, con le stesse argomentazioni” ha sottolineato l’esponente del Carroccio. “In quella circostanza, per i medesimi fatti, questa assistente – aggiunge la Zambelli – è stata all’esito del giudizio licenziata per giusta causa, secondo le indicazioni ricevute dagli stessi funzionari del Parlamento Europeo, mentre nei miei confronti non e’ stato emesso alcun provvedimento. Sono a completa disposizione della autorità giudiziaria per qualsiasi chiarimento”. Stefania Zambelli si è candidata anche alle recenti elezioni regionali ed è la prima dei non eletti a Brescia.
Non è questa la prima volta che un eurodeputato viene indagato per l’utilizzo dei fondi del Parlamento europeo previsti per gli assistenti parlamentari. Nel 2019, la forzista Lara Comi era stata denunciata per truffa ai danni dell’istituzione Ue proprio perché sospettata di aver usato i fondi per gli assistenti per fini personali. Il processo è ancora in corso, mentre Comi è tornata a sedere sui banchi del Parlamento europeo. Anche Eva Kaili, l’ex vicepresidente dell’Eurocamera arrestata nell’ambito del Qatargate, è accusata dello stesso tipo di truffa.