Gli Agenti della Sezione Polizia Stradale di Taranto e i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposto dal G.I.P. del Tribunale – Dott. Giuseppe Tommasino su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto Dott.ssa Marina Mannu nei confronti di Carmine Tortorella, 58 anni , titolare di un’agenzia di disbrigo pratiche di infortunistica stradale con sede a Taranto, e dei suoi due figli, Antonio Tortorella 33 anni , e Tiziana Tortorella 35 anni anch’essi operanti nel medesimo settore. Taranto è in vetta alle classifiche del Sud Italia per il costo dei premi assicurativi ed è al secondo posto per “truffe” alle assicurazioni mascherate da sinistri stradali.
Le indagini congiunte, hanno consentito di individuare una ben strutturata organizzazione criminale che ha beneficiato di indebiti risarcimenti da 17 compagnie assicuratrici del settore della responsabilità civile automobilistica, le quali sono state danneggiate per complessivi 635 mila euro, in relazione a 39 falsi incidenti stradali accertati in un anno di inchiesta. Una compagnia assicuratrice si è anche affidata a una società di investigazioni private per indagare sui sinistri che risultavano più sospetti.
Nel’inchiesta sono state indagati altre 123 persone, tra le quali figurano medici, avvocati, titolari di centri sanitari di diagnostica e fisioterapia, nonché persone fittiziamente danneggiate da sinistri stradali ed altre, reclutate all’occorrenza, come falsi testimoni nei conseguenti procedimenti giudiziari civili e penali, ed ognuno aveva un ruolo specifico e forniva il proprio contributo per realizzare dei falsi incidenti che risultavano quasi perfetti. Una vera e propria associazione per delinquere secondo gli inquirenti, composta da 26 persone delle 126 complessivamente citate, avevano posto in essere una filiera di falsi incidenti stradali.
Le suindicate 39 contestazioni per risarcimenti assicurativi erano basate su presupposti di fatto falsi sia completamente (fittizi tamponamenti, ricostruzioni cartolari con guidatori compiacenti e diagnosi mediche false), sia parzialmente (sinistri stradali con falsi feriti e pregresse lesioni personali denunciate come riconducibili all’incidente). Gli introiti dei singoli risarcimenti venivano poi suddivisi per il 50% ai promotori dell’organizzazione delinquenziale e la restante parte per compensare i vari “attori” dell’illecita filiera.
Tutto veniva falsificato con grande attenzione ai più piccoli dettagli: l’incidente tra autovetture compatibili , la stima del perito, il “puntuale” falso testimone che dichiarava di aver assistito all’incidente, persino al paramedico che diceva di essere intervenuto sul luogo dell’incidente, il medico che stabiliva l’entità dei danni fisici sostenendo di aver visitato i feriti, ad arrivare persino al fisioterapista che attestava di aver effettuato sedute terapeutiche e riabilitative. Le pratiche delle richieste di risarcimento erano curate da cinque avvocati (4 del Foro di Taranto e 1 del Foro di Locri in Calabria) denunciati per associazione per delinquere insieme a 9 tra medici, fisioterapisti e titolari di centri fisioterapici.
I conseguenti accertamenti bancari e patrimoniali eseguiti dalla Guardia di Finanza nei confronti dell’organizzazione criminale hanno consentito altresì di contestare il reato di riciclaggio nei confronti di due persone che hanno “agevolato” l’acquisto da parte del predetto titolare dell’agenzia di una villa del valore di 150 mila euro, attraverso operazioni finanziare tali da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro, che comunque non hanno fermato o eluso i controlli delle Fiamme Gialle.
I due soggetti, cointestatari di rapporti bancari su cui venivano veicolati i risarcimenti di due falsi incidenti, hanno stipulato successivamente contratti preliminari di compravendita fittizia di immobili con il titolare medesimo, corrispondendo a lui, a titolo di acconto, le somme occorrenti per l’acquisto della citata villa. L’immobile in argomento è stato sottoposto a sequestro preventivo.