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22 Dicembre 2024 17:30

Truffa per l’ uva, con assegni falsi. Anche un bancario lucano coinvolto.

Un campano ed  alcuni imprenditori originari della provincia brindisina avevano organizzato una mega truffa ai danni di 22 produttori dell’area di Castellaneta, attraverso l’acquisto di grosse forniture di uva che non venivano mai pagate ed ora rischiano il processo. Le accuse principali della Procura della repubblica,  a carico di Alfonso Di Filippo, salernitano di 64 anni, Giovanni Camassa di 43 anni, originario di Francavilla Fontana (Br), Rocco Bigi, di Ceglie Messapico (BR) di 30 anni, e la veronese Silvana Plafoni,  di 54 anni, nei  rispettivi ruoli di  rappresentanti legali, amministratori, o responsabili del settore commerciale, sono di bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione per delinquere .

A  chiederne il rinvio a giudizio  è stato  il pm della procura di Taranto, dottor Remo Epifani , a carico di cinque persone coinvolte nella maxi-truffa che avrebbe causato ai poveri imprenditori jonici danni complessivi per oltre un milione di euro.

CdG uva tavolaAnche il funzionario bancario Gianfranco Grieco di 54 anni, lucano, ex responsabile della filiale di Castellaneta del Monte dei Paschi di Siena, è finito sotto accusa , venendo accusato dalla magistratura di aver garantito verbalmente false assicurazioni ai produttori circa le garanzie economiche della società «Ortosovrana», successivamente fallita nel maggio del 2009, che invece aveva pagato le forniture d’uva ai poveri malcapitati consegnando assegni privi di copertura.

CdG monte_dei_paschi_sienaIl bancario  è  stato quindi accusato di concorso in quattro ipotesi di truffa per avere fornito secondo la tesi della Procura, false informazioni di “bene fondi” positivi sulla solvibilità della «Ortosovrana», inducendo così i produttori d’uva  di Castellaneta  di accettare per le forniture di uva  consegnate, degli assegni rivelatisi  come coriandoli. cioè carta inutile.

Nel procedimento che ora passerà all’esame del Gup del Tribunale penale di Taranto, è stato coinvolto anche un altro imprenditore napoletano, Mario D’Ambrosio di 63 anni il quale secondo gli inquirenti e le accuse a proprio carico avrebbe pagato con assegni finiti puntualmente in protesto (cioè non pagati)  per un totale di 300mila euro a fronte  della fornitura di imballaggi per prodotti ortofrutticoli assicurati da un’azienda di Castellaneta.

Una vera e propria truffa a 360 gradi, secondo quanto emerso dalle indagini, organizzata a tavolino con fatti accaduti nel periodo compreso fra il 2008 e il 2009, che aveva messo in ginocchio il comparto dei viticoltori di Castellaneta

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