ROMA – La Guardia di Finanza di Taranto ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare del gip Rita Romano, su richiesta della pm Marzia Castiglia, nei confronti di 14 persone (2 in carcere, 11 ai domiciliari, un obbligo di dimora), coinvolte in una inchiesta su un presunto traffico illecito di 3,9 milioni di litri di gasolio agricolo, nei cui confronti è stato eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di 6 milioni e 700 mila euro. Le operazioni di sequestro sono state eseguite, oltre che nel territorio jonico, anche nella provincia di Bari.
ordinanza-TARANTO-GDFI reati contestati ai soggetti coinvolti a vario titolo, sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al falso, alla sottrazione di imposta e all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’attività illecita veniva perpetrata mediante l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di gasolio agricolo (che sconta un’accisa agevolata) presso sei depositi commerciali compiacenti che facevano figurare le vendite a favore di soggetti aventi diritto utilizzando, a tale scopo, titoli autorizzativi (libretti UMA) artefatti e/o riconducibili a posizioni cessate oppure a titolari di aziende agricole del tutto ignari delle forniture oggetto di contestazione.
Il gasolio in realtà veniva destinato a persone che ne facevano un uso non agevolato, per lo più autotrazione, per la quale avrebbero dovuto pagare un’imposta ben maggiore. Nel corso delle indagini sono stati sottoposti a sequestro, nella flagranza di reato, cinque impianti di distribuzione.
La commercializzazione del prodotto avveniva attraverso l’allestimento di veri e propri distributori abusivi, privi non solo di ogni autorizzazione amministrativa, ma anche di ogni basilare norma di sicurezza relativa al trattamento di materiale esplodente e incendiario, collocati di volta in volta nelle campagne dell’agro di Laterza.
Gli impianti erano costruiti in maniera artigianale, utilizzando motori di vecchie lavatrici collegati a pistole erogatrici e, solitamente, erano ubicati nei pressi di casolari abitati con conseguente rischio per la salute dei residenti.
A seguito dei sequestri gli indagati trovavano una nuova collocazione e ricominciavano il loro lucroso business illecito. In una circostanza, addirittura, i militari hanno scoperto che gli autori della frode avevano sottratto il gasolio sottoposto a sequestro simulando un furto. Sono state, inoltre, a sequestro 12 autobotti utilizzate per il trasporto del gasolio agricolo.
In particolare, è stato accertato che il totale complessivo del gasolio agricolo acquistato nell’ambito nell’attività illecita è pari a litri 3.9 milioni. Tale illecita attività ha determinato complessivamente un’evasione di accisa pari ad €. 1.9 milioni, un’evasione di I.V.A pari ad €. 725 mila nonché proventi derivanti dalla differenza del costo di acquisto e quello di vendita complessivamente pari ad €. 4 milioni per un totale complessivo di profitti illeciti pari ad €. 6.7 milioni oggetto di sequestro preventivo.
Il quadro probatorio così delineato, sulla base delal sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ha consentito al G.I.P., in piena condivisione delle valutazioni della Procura, di disporre le misure cautelari di tipo personale e reale nei confronti di 14 indagati, 2 dei quali sono stati ristretti presso il carcere di Taranto, 11 sono stati posti ai domiciliari e 1 all’obbligo di dimora (nel documento in PDF tutti i nomi)
Gli sviluppi investigativi odierni testimoniano l’attenzione operativa che la Guardia di Finanza riserva da sempre al settore fiscalmente sensibile delle accise, in particolare alle frodi riconducibili alla commercializzazione di prodotti esenti o agevolati, per i quali l’evasione d’imposta viene perpetrata distraendoli dall’uso dichiarato verso altri impieghi esclusi dal beneficio fiscale.