Filippo Turetta, il 21enne arrestato per l’omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin è arrivato in Italia dopo l’estradizione dalla Germania, trasportato su un volo dell’ Areonautica Militare partito da Roma che ha fatto scalo a Francoforte, città tedesca vicina al carcere di Halle dove il giovane è stato detenuto una settimana, per poi arrivare nell’aeroporto di Venezia intorno alle 11 di oggi. Dopo essere atterrato in anticipo di un’ora rispetto al previsto, Dopo essere atterrato in anticipo di un’ora rispetto al previsto, Turetta è stato portato negli uffici della polizia aeroportuale per la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dopo questo necessario passaggio, i responsabili dello Scip, il servizio di cooperazione internazionale italiano, hanno consegnato Turetta ai carabinieri di Venezia per il trasferimento nel carcere di Verona.
Chi era sullo stesso volo racconta che durante il viaggio verso l’ Italia, Turetta “non ha detto una sola parola. Sguardo basso, silenzioso, rassegnato, quasi disinteressato: non ha né pianto, né si è mostrato nervoso”, racconta . La polizia tedesca ha ‘consegnato’ Filippo Turetta alle forze di polizia italiane ammanettato alle mani e ai piedi per motivi di sicurezza. Lo riferiscono fonti qualificate. Scortato da auto e moto dei carabinieri, Filippo Turetta ha lasciato l’aeoroporto di Venezia su un’auto per dirigersi verso il carcere Montorio di Verona dove ad attenderlo c’era il suo legale Giovanni Caruso.
Arrivato nella casa circondariale è stato portato in infermeria, un primo passaggio necessario per verificare le condizioni generali di salute, e tutte quelle procedure burocratiche dell’ufficio matricola prima di essere rinchiuso in una cella del reparto “protetti”, precauzione questa che è adottata per motivi di sicurezza onde evitare possibili ritorsioni o disordini all’interno del carcere dato anche il clamore mediatico sulla drammatica vicenda.
In cella di isolamento sorvegliato a vista
Il giovane 21enne accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin non verrà posto in isolamento ma sarà controllato 24 ore su 24 dovrebbe trascorrere i primi giorni nel reparto infermeria e l’opzione dell’isolamento sembrerebbe essera stata esclusa anche per ridurre il più possibile l’eventualità di gesti autolesionistici. . I primi a poterlo incontrare sono stati i suoi legali, gli avvocati Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno. I genitori, papà Nicola e mamma Elisabetta, invece, dovranno essere autorizzati prima di varcare l’ingresso della casa circondariale, il che avverrà probabilmente dopo l’interrogatorio di garanzia in programma all’inizio della prossima settimana.
L’interrogatorio si terrà martedì
Turetta non dovrebbe essere interrogato prima di lunedì 27 novembre. L’interrogatorio di garanzia dovrà comunque essere fatto entro cinque giorni dal gip di Venezia Benedetta Vitolo. All’interrogatorio, da quanto si apprende, sarà presente il pm Andrea Petroni (anche se non è necessaria la presenza della pubblica accusa, ndr) che potrebbe chiedere un aggravamento rispetto ai reati contestati di omicidio e il sequestro di persona, anche l’occultamento di cadavere: il giovane, secondo le ricostruzioni, ha caricato in auto il corpo di Giulia Cecchettin e ha percorso oltre 100 chilometri prima di gettare il cadavere in un dirupo vicino al lago di Barcis. Eventuali colloqui coi familiari devono invece essere autorizzati dai magistrati e probabilmente avverranno solo dopo l’interrogatorio di garanzia
I difensori di Turetta potrebbero chiedere una misura alternativa al carcere, ma difficilmente la otterranno, o la perizia psichiatrica già in questa fase. Se i legali non avanzeranno istanze, il gip non deve scrivere nessun nuovo provvedimento. Al giudice il giovane potrebbe ripetere la confessione già resa alla polizia tedesca, dove è stato arrestato, oppure decidere (come è probabile) , assistito dagli avvocati Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno, di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Tajani: “Grazie alla collaborazione con la Germania”
“Lo avevo detto domenica scorsa in Sicilia che era una questione di pochissimi giorni, così è stato grazie alla collaborazione con le autorità tedesche e oggi Filippo sarà in Italia per essere giudicato dalla magistratura del nostro Paese”. Cosi’ il ministro degli Esteri e presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine del congresso provinciale azzurro di Perugia, in riferimento all’estradizione di Filippo Turetta.
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