di Antonello de Gennaro
C’era una volta un agente marittimo di nome Rinaldo Melucci, ignoto alla città di Taranto, balzato agli onori della cronaca per essere diventato il “tappabuchi” elettorale del PD alle elezioni amministrative al Comune di Taranto nel 2017, venendo eletto per circa 800 voti. Delle “follie” politiche di Melucci, come i nostri lettori ben sanno, ci siamo occupati a lungo in questi anni, venendo puntualmente querelati, non venendo però mai sottoposti a processo dai magistrati della Procura di Roma.
Nel frattempo il “sor” (cioè “signore” in romanesco) Melucci si è dilettato a farsi chiamare “dottore” firmando atti per il Comune di Taranto finiti nelle aule di giustizia nei quali millantava persino una laurea mai ottenuta e tantomeno raggiunta. Ma non contento ha letteralmente dilapidato il “tesoretto” trovato nelle casse comunali grazie agli accantonamenti effettuati per circa 150milioni di euro dall’ oculata gestione amministrativa ricevuta in eredità dal sindaco uscente Ezio Stefàno, giunto al suo secondo mandato.
Ocean Race: chiesti 24 milioni di euro a debito. La Corte dei Conti bloccò Melucci
Sin dalla sua prima consiliatura, conclusasi con 6 mesi di anticipo, a seguito delle dimissioni di alcuni consiglieri della maggioranza di centrosinistra, Melucci ambiva ad organizzare degli eventi sporti internazionali nel capoluogo jonico, arrivando a chiedere un finanziamento (a spese delle casse comunali e quindi dei cittadini-contribuenti di Taranto) di 24 milioni di euro all’ Istituto di Credito Sportivo che all’epoca dei fatti era presieduto da Andrea Abodi attuale ministro dello sport del Governo Meloni.
Però sia Abodi che la Corte dei Conti sezione regionale per la Puglia, accesero il semaforo rosso, dopo aver letto i nostri articoli di denuncia sulla vicenda, e la regata non si fece, facendo risparmiare ben 24 milioni di euro ai contribuenti tarantini. Regata che si trasferì a Genova dove “L’impegno della civica amministrazione sui costi relativi all’organizzazione è stato previsto nella misura di 11 milioni e 800 mila euro”. Così si leggeva nelle prime pagine della delibera con cui la giunta del Comune di Genova il 17 settembre del 2019 dava l’avvio all’ operazione Ocean Race che vide svolgersi davanti al porto di Genova la fase conclusiva di questa importante manifestazione velica, seconda al mondo solo all’America’s Cup.
L’impegno di spesa per il triennio 2019-2022, poi slittò di un anno causa Covid, prevedeva tutta una serie di rate che andavano versate, in tempi definiti come da contratto, per garantire l’organizzazione della manifestazione e le molteplici presentazioni in giro per il mondo. Praticamente il Comune di Genova ha speso la metà di quanto prevedeva e voleva spendere il sindaco Melucci, e la sua compagine di centrosinistra, che definire un’ armata “Brancaleone” sarebbe più adeguato.
Melucci ed i Giochi del Mediterraneo 2026
Non contento del “flop” sull’ Ocean Race, Melucci ha puntato successivamente sui semiclandestini Giochi del Mediterraneo, manifestazione ignorata letteralmente dalla grande stampa sportiva e non italiana ed internazionale: Basti pensare che nell’ultima di edizione svoltasi nel 2022 ad Orano la RAI non ha acquistato neanche i diritti televisivi della manifestazione e non ha inviato i propri giornalisti sportivi (sono oltre 120 in tutta Italia, uno squadrone!)
E peraltro la coincidente organizzazione delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 il cui comitato organizzatore avvalendosi di un top manager come Antonio Marano (ex-presidente di RAI Pubblicità) direttore commerciale della Fondazione Milano Cortina 2026. che ha sinora già raccolto mezzo miliardo di euro dalle sponsorizzazioni con investitori del calibro di Deloitte, Eni, Esselunga, Herbalife, Randstad, Salesforce, Grana Padano, Consorzio di tutela del Prosecco Doc (oltre 12.000 aziende in 9 Provincie italiane, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia) contro lo “ZERO” raccolto dal Comitato Organizzatore tarantino dei Giochi del Mediterraneo 2026 presieduto proprio da Rinaldo Melucci, lasciano presagire un analogo disinteresse dei media e degli investitori pubblicitari anche per la prosssima edizione dei Giochi del Mediterraneo.
Il commissariamento del Governo per i Giochi del Mediterraneo 2026
Di fronte alla inaffidabilità ed incompetenza del vertice del Comitato organizzatore tarantino-barese dei ritardi (dopo 4 anni dall’ assegnazione di luglio 2019 ancora nulla di fatto !) il governo nelle persone dei Ministri Raffaele Fitto ed Andrea Abodi, avendo stanziato ben 150 milioni di euro per le opere ed impianti da realizzare, importo ben superiore ai 120milioni previsti del primo masterplan realizzato dall’ agenzia regionale pugliese ASSET guidata da quel Raffaele Sannicandro, (messo di fatto nel recente passato alla porta dal CONI) che prevedeva altri 150milioni di euro di finanziamento dalla Regione Puglia e dai Comuni , soldi dei quali non si è visto un solo centesimo di euro !
Per non parlare poi dei 20milioni previsti dai “privati” (cioè dagli sponsors !) di cui non vi è alcuna traccia ! Il Governo Meloni a quel punto, ha commissariato la gestione economica finanziaria dei Giochi del Mediterraneo 2026 affidandola al nominato Commissario di Governo Massimo Ferrarese. Ma chi è Ferrarese ? Titolare di diverse società operanti nelle costruzioni, nella prefabbricazione industriale e nel turismo. Diviene presidente di Confindustria Brindisi dal 2004 al 2009 e dal 2007 al 2009 è stato componente della giunta nazionale di Confindustria durante la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo. Da giugno 2015 a gennaio 2019 è stato presidente di Invimit, la società dello Stato deputata alla valorizzazione e gestione del patrimonio pubblico italiano.
A luglio del 2009 Ferrarese si candidò alle elezioni amministrative come presidente della Provincia di Brindisi a capo di una coalizione chiamata Laboratorio. Nel primo turno ottiene il 44,4% delle preferenze riuscendo così accedere al ballottaggio contro Michele Saccomanno candidato del centro-destra che riesce a sconfiggere ottenendo il 57% delle preferenze. Quindi un politico-manager che può vantare senza alcuna ombra di dubbio esperienza e capacità ben superiori a quella dell’ accoppiata Melucci-Sannicandro.
Perchè Melucci Pinocchio ? Semplice: non dice la verità
Non contento delle folli dichiarazioni, delle minacce (“Possiamo anche fare a meno dei Giochi del Mediterraneo“) persino alla vigilia di Ferragosto , il sindaco Melucci che difficilmente si vedrà riconfermato alla Presidenza della Provincia di Taranto, secondo le voci circolanti negli ambienti vicini alla presidenza della Regione Puglia, ha ben…pensato di diffondere un comunicato farneticante affermando fatti e circostanze contrarie al vero, dimenticando che il Commissario Ferrarese rappresenta in questa vicenda il Governo che è un organo costituzionalmente superiore al Comune di Taranto.
Così scrive oggi Melucci (da dove, Crispiano o dalla sua nuova residenza tarantina…?) : “Avremmo tutti bisogno di metterci in fretta al lavoro, secondo la ampia e leale disponibilità che nuovamente abbiamo fornito al Governo nell’ultimo tavolo istituzionale a Roma invece continuiamo solo a vedere conferenze stampa e prese di posizione poco garbate, che nulla hanno a che vedere con l’esistente Masterplan dell’evento internazionale. Il Comune ha a più riprese reiterato il proprio invito ad un confronto tecnico e formale con la struttura commissariale, attendiamo fiduciosi. Sul progetto del nuovo stadio comunale, poi, debbo ancora una volta sottolineare che esso occorre alla rigenerazione dell’intero quartiere Salinella e ad una piazza importante come quella di Taranto. Se il Commissario è di diverso avviso deve lui prendersi la responsabilità con la comunità ionica. I tecnici dicono chiaramente che noi siamo nel giusto e il tempo sarebbe ancora sufficiente“.
Il CORRIERE DEL GIORNO però è in grado di pubblicare la ricevuta di consegna della Pec inviata dal Commissario Ferrarese al protocollo del Comune di Taranto, documento che smentisce e dimostra la falsità delle dichiarazioni del Sindaco. Circostanza grave, perchè stiamo parlando di un documento pubblico trasmesso da un rappresentante del Governo ad un amministratore pubblico, cioè il Sindaco di un comune. Se a Taranto ci fosse una procura della Repubblica meno “dormiente”, e più indipendente dalle consulenze “allegre” ai familiari e parenti di magistrati offerte dal Comune e della Provincia di Taranto e delle relative aziende pubbliche controllate, si dovrebbe procedere autonomamente per il reato di omissione ed abuso in atti d’ufficio.
Inoltre Melucci dimentica (o omette ? ) di raccontare la verità e cioè di aver avuto ben tre incontri sinora con il commissario Massimo Ferrarese il quale da noi contattato nel pomeriggio odierno dopo il comunicato di Melucci, molto signorilmente ha commentato con un “no comment” aggiungendo “io non faccio politica, sono un tecnico e rappresento il Governo“. Quello che il sindaco di Taranto Melucci non spiega ai cittadini, ed ai giornalisti locali (quelli liberi ed indipendenti) come mai nel secondo ed ultimo “masterplan” firmato digitalmente lo scorso 14.12.2022 da Raffaele Sannicando dg di ASSET Puglia (documento che il CORRIERE DEL GIORNO è in grado di documentare in esclusiva) non è mai stato previsto nessuno stadio nuovo per Taranto ma bensì fondi per 18milioni di euro per la ristrutturazione dello Stadio Jacovone.
Anche perchè i Giochi del Mediterraneo sono una manifestazione sportiva, e non uno stanziamento per la “rigenerazione dell’ intero quartiere Salinella” come sostiene Melucci, che parla nel suo comunicato dello stadio definendolo “impianto comunale” senza però dire che vorrebbe darlo in gestione per 99 anni ad una società neocostituita (la Red Sport srl, capitale sociale 11.000 euro, costituita da appena un anno e che presso la banca dati delle camere di Commercio risulta come “inattiva“!) .
Così come Melucci non racconta dei 17.000 metri quadrati di spazi commerciali interni al progetto di uno stadio nuovo (a lui molto, troppo “caro”) che qualche “furbetto” vorrebbero mettere a reddito, utilizzando i 18milioni di euro pubblici previsti per la ristrutturazione dello Stadio Iacovone ! A chi fanno gola quegli spazi , solo alla Red Sport o forse dietro le quinte della tentata speculazione si nasconde qualcun altro che sta pensando al suo futuro economico dati i risultati disastrosi sotto mentite spoglie di imprenditore ?
Melucci parla di progetti pronti e qualche altro “sodale” portaborse della sua Amministrazione Comunale sostiene che siano stati effettuati a spese del Comune di Taranto. Peccato che non ci sia alcune delibera, alcuna determina che possa confermare tali affermazioni prive di alcun riscontro ! E peraltro come confermatomi dall’ arch. Zavanella il progetto preliminare dello stadio nuovo gli è stato commissionato dalla Red Sport che glielo ha pagato (e quindi non il Comune di Taranto), ma non è mai stato altro che un rendering (cioè un progetto grafico) peraltro richiesto senza che il Comune abbia mai fatto un bando di evidenza pubblica in tal senso !
Leggendo il masterplan allorquando viene indicato il termine “PFTE”, (Piano di fattibilità tecnico-economica) oggi con i dovuti previsti pareri con il nuovo Codice si potrebbe già andare a gara. Analizzando le date dei progetti per gli impianti sportivi di Taranto e cioè le palestre Paolo VI e Ricciardi, il centro nautico torpediniere (stato delle autorizzazioni e conferenza dei servizi) e la piscina di Torre D’Ayala (integrazione di documenti e conferenza dei servizi), risultano le date di gennaio, febbraio e marzo 2023, e successivamente i progetti esecutivi avrebbero dovuto essere pronti a giugno, luglio e settembre 2023, ma i “PFTE” che come indicato nel “masterplan” firmato digitalmente da Sannicandro (ASSET Puglia) avrebbero già dovuto essere pronti dal dicembre 2022 e gli esecutivi a giugno 2023 !
Di fatto quanto trasmesso dal Comune di Taranto al Commissario di Governo, al momento non può essere mandato in gara con appalto integrato, in quanto la struttura commissariale dovrebbe prima ricevere i “PFTE” con i relativi pareri, e quindi successivamente il progetto esecutivo diventerebbe di competenza delle imprese costruttrici. I Dip (documento di indirizzo alla progettazione) , sempre con riferimento all’assegnazione della progettazione, sono inerenti ai giardini Peripato , PalaMazzola, campo comunale Talsano e campo scuola Salinella. Sono stati stati richiesti i Dip del centro sportivo Magna Grecia e dello stadio Iacovone.
Ma tutto questo chi glielo spiega ad un ex agente marittimo come Melucci ed un ex assessore di un piccolo comune del barese come Sannicandro ? Forse i “tecnici” comunali (sono solo !) dalle discutibili competenze alle dipendenze del sindaco Melucci, molto noti per passare il loro tempo nei ristoranti tarantini a spese di un importante imprenditore operante nello smaltimento dei rifiuti ? E’ proprio il caso, parlare anche questa volta della solita “politica-spazzatura” . Per quanto ancora ?