ROMA – Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza hanno scoperto un giro di fatture false utilizzate da commercianti ed operatori economici pugliesi (chiamarli imprenditori sarebbe offensivo per chi fa realmente impresa) per procurarsi fondi neri e per rendere possibile ad aziende propense all’evasione fiscale di ridurre il pagamento delle imposte dovute al fisco . Un movimento di centinaia e centinaia di migliaia di euro, con la regia del 53enne Bruno Dalto organizzatore negli anni scorsi di diversi concorsi di bellezza. Uno dei più conosciuti è “Miss Motors” dal quale sono partiti gli accertamenti delle fiamme gialle coordinati dal comandante del nucleo, il tenente colonnello Marco Antonucci che hanno ricostruito un vero e proprio intreccio di soldi scomparsi e tasse evase grazie all’emissione e ricezione di fatture false.
L’ inchiesta della Finanza ha portato al sequestro richiesto del pm Enrico Bruschi, che è stato convalidato dal Gip del Tribunale di Taranto dr. Benedetto Ruberto di conti correnti e beni per circa 700mila euro nei confronti di Bruno Dalto e di una trentina di altri indagati (fra i quali nomi ben noti alle cronache giudiziarie tarantine) di cui il CORRIERE DEL GIORNO è in grado come sempre ed in esclusiva di rivelare nomi e cognomi. Nelle pagine del decreto di sequestro, il giudice per le indagini preliminari evidenzia che tutto è partito dalla verifica fiscale a carico della società “Royal Events” di Bruno Dalto, la quale negli anni tra il 2011 e il 2014 presentava delle dichiarazioni fiscali particolarmente sospette, pur in presenza di numerose fatture ingiustificate . Il Gip Ruberto ha evidenziato peraltro che mentre “per gli anni 2011 e 2012, erano state presentate dichiarazioni con volumi d’affari pari a zero, mentre per gli anni successivi le dichiarazioni erano state completamente omesse“.
Le società facenti capo al Dalto secondo l’ipotesi investigativa d’indagine della Guardia di Finanza avrebbero emesso a dei propri “clienti” delle fatture di sponsorizzazioni dei concorsi di bellezza periodicamente organizzati, e gli amministratori di fatto (alcuni di loro delle “teste di legno”) delle società che venivano pagate attraverso bonifici bancari e successivamente, venivano prelevati dai conti di Dalto o di altre società compiacenti con molteplici operazioni , rigorosamente tutte in contanti , e buona parte di quei soldi restituiti a chi aveva effettuato i bonifici per pagare prestazioni non giustificate . Operazioni queste con cui venivano costituiti fondi neri di conseguenza omettendo il pagamento di iva e altre imposte.
La Guardia di Finanza ha dovuto persino effettuare una perquisizione domiciliare dell’abitazione di Bruno Dalto per acquisire la documentazione contabile ed extracontabile, in quanto la sua società Royal Events, secondo i finanzieri ed i magistrati non aveva alcuna reale sede aziendale. Ed è stato proprio in casa del Dalto è stata rinvenuta una consistente documentazione di natura extracontabile, nonché le fatture emesse e ricevute, senza rinvenire, però “alcun registro contabile”.
Ecco tutti i nomi ed i dettagli dell’ operazione della Guardia di Finanza
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I finanzieri hanno così potuto accertare che la società Royal Events, ha sempre operato nel periodo intercorrente fra il 2011 al 2016, nel settore dell’organizzazione e gestione di concorsi di bellezza maschili e femminili, e le che reali attività economiche consistevano nell’anticipazione di spese per la selezione dei concorrenti per i concorsi e nella ricerca di “location” ove organizzare gli eventi. I profitti della società del Dalto, in realtà, provenivano dalle sponsorizzazioni pubblicitarie delle manifestazioni organizzate.
Nel decreto di sequestro preventivo, scrive il Gip Ruberto “non sono stati trovati documenti probanti lo svolgimento, da parte della Royal Events, di attività diverse da quelle innanzi descritte, né relativi all’assunzione e gestione di dipendenti o collaboratori” evidenziando la circostanza che società era di fatto “priva di una vera e propria struttura aziendale”, rendendo nei confronti di diverse società, prestazioni di servizi di vario genere, quasi sempre per importi esondanti rispetto alle reali operatività della società.
Servizi offerti in settori indicati per il loro “basso valore aggiunto”. In poche parole la Royal Events, occupandosi in realtà esclusivamente dell’organizzazione di concorsi di bellezza, e fatturava prestazioni assolutamente estranee al proprio oggetto sociale, quale facchinaggio, inscatolamento di prodotti, trasporto e pubblicità di vario genere. La Guardia di Finanza ha interrogato nel 2017 il Dalto che in prima battuta ha cercato di fornire una versione dei fatti poco credibile per giustificare il proprio operato, e successivamente di fronte alle contestazioni inconfutabili degli investigatori e del pm Bruschi ha preferito alleggerire la propria posizione giudiziaria ammettendo e confessando che in realtà si trattava di operazioni inesistenti o di eventi realmente realizzati, ma per i quali erano stati segnati contributi gonfiati.
Tra gli indagati compaiono noti frequentatori delle aule di giustizia, come Gaetano Abbate il titolare della ditta Kent, già arrestato per altri episodi di corruzione nella fornitura di servizi e prodotti alla pubblica amministrazione , che fornisce abbigliamento persino alle forze dell’ ordine, fornitore “privilegiato della Polizia Municipale del Comune di Taranto, la cui moglie è stata assunta ed è già in servizio presso la Polizia Municipale di Statte il cui concorso pè oggetto di indagine da parte della Procura di Taranto. O come Valeriano Agliata, un ex-consigliere comunale di Forza Italia, che cercava di nascondersi nelle sue società utilizzando (inutilmente) una società fiduciaria del Monte dei Paschi di Siena, arrestato anch’egli in occasione dello scandalo delle tangenti a Maricommi Taranto della Marina Militare.