Non è piacevole dire “come avevamo previsto“, ma così è stato. Il “Taranto Calcio” cioè anche l’attuale armata brancaleone, sotto sembianze dirigenziali, dopo aver appelli, proclami, comunicati stampa, ecc. deve rassegnarsi alla serie D, dopo la sconfitta casalinga contro il Fondi per 1-2 con cui si chiude definitivamente l’ennesimo sogno-ipotesi ripescaggio in Lega Pro. Lo avevamo scritto e previsto sin dall’ agosto 2015 (leggi QUI) quando questo gruppo di dilettanti allo sbaraglio si presentò nella Sala degli Specchi del Comune di Taranto come i “salvatori della Patria” attorniati dai soliti due inutili assessori-poliziotti Cosa e Scasciamacchia a caccia di protagonismo elettorale, e dal il Sindaco Stefàno che credeva bastasse la sua solita (inutile letterina) per convincere la Lega Pro a far salire la società senza il “ticket” da 500 mila euro previsto per le squadre ripescate.
L’unico dispiacere che abbiamo è per quelle poche migliaia di appassionati, di tifosi che fanno anche sacrifici economici per seguire la squadra rossoblù da anni venendo ripagati sempre, solo e soltanto da delusioni. Eppure basterebbe poco per realizzare anche a Taranto un “progetto-Parma” , società neo-costituita insieme ai tifosi sotto forma di S.R.L. cioè di società a responsabilità limitata, che in un solo anno partendo dalla serie D è salita in Lega Pro, vincendo da imbattuti il campionato ) e riportare insieme ai tifosi, alla città la squadra locale nei campionati superiori.
Invece abbiamo assistito al solito “teatrino” estivo dove presunti imprenditori facevano manifestazioni di interesse per la società, si “riciclava” quell’ associazione di promozione sociale che si fa chiamare Fondazione Taras (senza essere in realtà una Fondazione) interessata a gestire il calcio giovanile, i cui ragazzi pagano persino le divise, il materiale che indossano, e gestire le “scuole” nelle mani (salvo qualche rara “eccezione” di furbetti last-minute che sperano di pescare nel mazzo dei giovani qualche promessa calcistica da piazzare agli osservatori delle squadre del centro-nord, ed incassare personalmente qualcosa…
Quello che adesso la città di Taranto merita, e pretende, e che i tifosi “veri” si aspettano, è che gli imprenditori locali e quindi non i soliti noti “prenditori” cioè quelli che campano di commesse, forniture ed appalti pubblici, rispettino realmente il reale significato della parola “imprenditori” e si mettano insieme come hanno fatto i loro colleghi (imprenditori “veri”) a Parma. Noi qualche idea e qualche nome ce l’abbiamo e lo faremo a tempo debito . Ma preferiamo che escano fuori da soli, e che finalmente una volta tanto dimostrino di amare la loro città. Dopo che questa dirigenza, al completo, Montervino in primis, Elisabetta Zelatore e Tonio Bongiovanni chiedano scusa e tolgano il disturbo. Taranto non ne può più di questa gente. I tifosi meritano imprenditori e dirigenti competenti e qualificati.