TARANTO – Il carcere tarantino è il carcere più affollato d’ Italia con circa 600 detenuti a fronte di non più di 300 posti regolamentari, e sopratutto molti problemi irrisolti, dove si riesce a fare entrare di tutto e di più. Una situazione carceraria in cui si contrappone la minor percentuale agente/detenuto della nazione a cause secondo i sindacati della irresponsabilità del vertici del DAP (Santi Consoli, Buffa, De Gregorio) che hanno deciso di diminuire l’organico dei poliziotti dai 357 in servizio nel 2001 , diventati 340 nel 2013, per arrivare poi ai 277 del 2017 (cioè ben 80 agenti in meno) che sono quelli attualmente in servizio .
L’ultimo escamotage è stato l’utilizzo di un drone telecomandato, che trasportava due microtelefoni cellulari completi di cavetto di ricarica usb e un quantitativo di droga, ma per fortuna, prima di arrivare a destinazione, è andato a impigliarsi in alcuni cavi prima di sbattere contro un muro e cascare al suolo e consentendo all’unico agente della Polizia penitenziaria di servizio al piano, che dovrebbe controllare 3 sezioni e circa 200 detenuti, di accorgersene e dare l’allarme. Tutto ciò mentre nella zona limitrofa alla Casa Circondariale di Taranto venivano esplosi dei fragorosi fuochi d’artificio, molto probabilmente lanciati per distrarre l’attenzione dei secondini.
A rendere noto l’episodio sono stati i rappresentanti sindacali dell’ Osapp e Sappe. Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, afferma che “come sempre, in fatto di tecnologia, la criminalità organizzata è al passo con i tempi a differenza dell’Amministrazione Penitenziaria che per problemi di disorganizzazione e di disattenzione costringe la Polizia Penitenziaria a mantenere a livelli del secolo scorso sia le proprie dotazioni in ausilio del servizio sia il proprio bagaglio di aggiornamento professionale“.
Federico Pilagatti segretario generale Sappe, spiega che ha droga trasportata assieme ai telefonini dal drone era contenuta in alcuni wurstel e diretta attraverso il drone telecomandato in una stanza del terzo piano del carcere. “L’ingegnoso piano prevedeva anche il diversivo di fuochi artificiali fatti esplodere all’esterno del carcere, mentre il piccolo drone veniva guidato nel posto giusto, attraverso la fiammella di un accendino che il detenuto aveva acceso dalla finestra della propria cella“.
Chiaramente sulla vicenda la direzione del carcere di Taranto tace. La direttrice dr.ssa Stefania Baldassari evidentemente è troppo impegnata in vista delle imminenti Elezioni Provinciali di Taranto, dopo un’intensa attività di firme di accordi e convenzioni inutili che di fatto non hanno portato alcun miglioramento delle condizioni carcerarie di Taranto.
Infatti i sindacati hanno evidenziato nei giorni scorsi anche un’altra anomalia, o nel caso è più facile ironizzando definirla una “pazzia“. Infatti Da quando hanno chiuso i manicomi criminali i pazzi vengono ristretti nelle carceri normali e così anche Taranto insieme ad altre carceri della regione, è diventato anche un manicomio in cui molti di detenuti con seri problemi psichiatrici, creano caos e difficoltà ai poliziotti ed alla restante popolazione detenuta.
Esiste in realtà una legge dello Stato che ha dirottato tutte le incombenze sanitarie inerenti i detenuti all’ASL che, dovrebbe gestire 24 ore al giorno questi detenuti ritenuti malati di mente, ma nei fatti non destina a loro che pochi minuti al giorno di specialisti psichiatrici. Conseguentemente gli agenti della Penitenziaria di Taranto che già da soli devono gestire più sezioni detentive , finiscono per essere oggetto di minacce ed aggressioni da parte di questi pazzi , provocando loro lesioni anche gravi.
Sono decine infatti i poliziotti che a Taranto hanno dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso dopo essere stati attaccati da questi pazzi che non hanno nulla da perdere, senza dimenticare che qualche mese fa si sfiorò la tragedia con uno di questi che, fu fermato all’ultimo momento mentre cercava di colpire alla gola un educatore con un pezzo di vetro.
Il SAPPE a seguito di questa situazione si è rivolto alla Procura di Taranto chiedendo un intervento per verificare eventuali violazioni od omissioni da parte dell’ASL di Taranto che non rispetta la legge sull’assistenza dei malati psichiatrici , nonché verificare se il taglio drastico di organico operato dai dirigenti del DAP e dal Ministro Orlando, non abbia messo a repentaglio la sicurezza dei poliziotti, dei detenuti ristretti, nonchè della cittadinanza di Taranto.