La Procura di Potenza ha confermato le precedenti ipotesi accusatorie dei colleghi di Lecce ed ha richiesto al tribunale lucano un nuovo riconfermato rinvio a giudizio per l’ex giudice Michele Nardi ed i quattro presunti complici, l’avvocatessa barese Simona Cuomo, il poliziotto Vincenzo Di Chiaro, Gianluigi Patruno e Savino Zagaria per rispondere delle accuse di svendita di indagini e processi celebrati negli anni trascorsi in tribunale a Trani.
L’udienza preliminare si terrà il prossimo 3 aprile dinnanzi al Gup di Potenza Lucio Setola, per rispondere a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari e reati connessi e, per quei fatti, erano stati già condannati a Lecce, la cui sentenza, è stata annullata dalla Corte d’appello di Lecce nella primavera dello scorso anno, “per incompetenza funzionale”. Il magistrato Nardi a 16 anni e 9 mesi, l’avvocato penalista Cuomo a 6 anni e 4 mesi, il poliziotto De Chiaro a 9 anni e 7 mesi, Patruno a 5 anni e 6 mesi, Zagaria a 4 anni e 3 mesi.
Analoga decisione è stata decisa alcuni giorni fa dal Tribunale di Lecce, per la sentenza con la quale erano stati condannati in abbreviato l’ex pm Antonio Savasta, il magistrato Luigi Scimè, l’immobiliarista Luigi D’Agostino, gli avvocati Giacomo Ragno e Ruggiero Sfrecola. Anche per questo processo, la motivazione è stata identica: “incompetenza funzionale in favore di Potenza“.
Con la trasmissione degli atti alla Procura di Potenza, gli imputati che erano ritornati ad essere indagati, hanno visto riaccendersi la speranza di un differente sviluppo delle loro problematiche di giustizia giudiziarie. L’ex magistrato Michele Nardi dopo la sentenza di annullamento della condanna, in lacrime aveva dichiarato: “È stata distrutta la mia vita, quella della mia famiglia da un Tribunale, una Procura che non avevano alcuna competenza in materia“.
Più di qualcuno sperava che dalla Procura di Potenza arrivassero valutazioni differenti da quelle precedenti degli inquirenti della procura salentina. Ma invece è arrivata la formulazione una nuova richiesta di rinvio a giudizio e quindi sia l’ex giudice Nardi che si è sempre dichiarato innocente e gli altri quattro indagati dovranno prepararsi ad affrontare un nuovo processo nuovamente nelle vesti di imputati.