A rivelarlo è “Corriere Economia” l’inserto economico del Corriere della Sera, nelle cui pagine di ieri viene svelata l’identità del magnate straniero che affianca il gruppo italiano Arvedi alla conquista dell’ Ilva. Si tratta della brasiliana Companhia Siderurgica national il cui proprietario Benjamin Steinbruch, è uno degli uomini più ricchi del Brasile, dopo essere stato fino a 40 anni noto alle cronache rosa internazionali come “playboy” e collezionista di Ferrari, e successivamente si è affermato capace uomo di affari dedito esclusivamente a lavoro e famiglia. Steinbruch ricopre contemporaneamente l’incarico di Presidente dal 28 aprile 1995 e di Amministratore Delegato dal 30 aprile , 2002 della Companhia siderurgica national . ed è anche Vice Presidente della Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo .
Il Gruppo Arvedi guidato da Giovanni Arvedi, diversi anni fa ha avuto alle sue dipendenze come direttore generale del suo gruppo, anche una vecchia “conoscenza” tarantina, e cioè Gianni Tursi, il quale aveva ricoperto in passato la carica di direttore delle relazioni esterne dell’ Italsider di Taranto, quando il siderurgico era ancora una società dello Stato, e successivamente è stato anche segretario generale della Fiera del Levante. E qualcuno che dietro le quinte ci sia anche lui. Vedremo.
Il gruppo CSN–Companhia siderurgica national è nato nel 1993 , diventando uno dei principali gruppi industriali del Brasile ed ha raggiunto i 7,3 miliardi di dollari, quasi 226 milioni di utili e 19mila occupati, ha praticamente lo stesso ruolo di azionista forte al fianco di un imprenditore italiano del settore che il gruppo franco-indiano Arcelor Mittal riveste nella cordata con Marcegaglia . La Csn adesso vuole affrontare la sfida dell’ILVA, nonostante abbia interessi ed affari anche in quelli del cemento, dell’energia e della logistica. Il “punto di contatto con Arvedi – racconta il collega Fabio Tamburini del Corriere della Sera – è la partecipazione del 20% nella “Matelfer do Brasil avviata nel luglio 2012 per la produzione di di tubi saldati, sopratutto per l’industria dell’auto” “La sfida per l’ ILVA di Taranto – continua Tamburini – è di quelle che piacciono a Steinbruch”. La trattativa per la vendita del siderurgico è quindi ancora aperta e tutta da giocare.