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22 Novembre 2024 00:03

Medico presenta esposto contro il sen. Morra (M5S)dopo la sua irruzione in ospedale a Cosenza.

In una diretta Facebook, mezzo prediletto di comunicazione degli esponenti del M5S, Morra ha segnato un clamoroso autogol, sostenendo le prerogative parlamentari per giustificare la sua arrogante incursione presso la Asp cosentina, ed anche sull’uso abbastanza spericolato di una scorta che è a sua disposizione per difenderlo dalla mafia e non dai medici, ammettendo lui stesso che i due militari che erano a sua protezione sono stati di fatto costretti a richiedere le generalità delle persone incontrate presso il presidio sanitario.

Il dottor Mario Marino, direttore Igiene pubblica Direttore dipartimento di prevenzione dell’Asp di Cosenza ha presentato un esposto nei confronti del senatore Nicola Morra presidente della Commissione Antimafia, dopo la sua irruzione con la quale chiedeva spiegazione per la mancata vaccinazione di alcuni suoi familiari. Il medico ha messo tutto, nero su bianco: dall’ irruzione alla sfuriata, compresa la telefonata di Morra al sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, anch’egli esponente del M5S. Morra lo scorso 18 febbraio è stato espulso insieme agli altri 14 dissidenti, dal reggente del movimento Vito Crimi , ha deciso di espellere lui per aver votato  in Senato, dopo che avevano votato No alla fiducia contro le decisioni politiche del Movimento, e ciò nonostante non ha lasciato come avrebbe dopvuto il suo incarico alla Commissione Antimafia.

Il dottor Mario Marino, direttore Igiene pubblica – dipartimento prevenzione dell’Asp Cosenza

Secondo l’esposto presentato del dottor Marino ai Carabinieri, Morra si sarebbe presentato negli uffici dell’Asp di Cosenza con “un tono minaccioso e arrogante“, “incurante delle buone maniere“. Il presidente della Commissione Antimafia, secondo la versione del dirigente, si è scagliato contro Marino e i medici dello staff incolpando lo stesso dirigente dell’Asp perché due suoi parenti ottuagenari non erano ancora stati chiamati per la somministrazione del vaccino. Nell’esposto si legge testualmente: “in data 20/03/2021 tra le 09.30 e le 10:00 circa si presentava nei locali Asp di Serra Spiga un signore che ho riconosciuto essere Nicola Morra, Senatore della Repubblica, accompagnato da due persone che ho compreso essere personale di scorta. Irrompeva quindi nel mio ufficio di Direttore del Dipartimento, interrompendo le attività lavorative proferendo frasi concitate ed accusatorie nei confronti degli operatori sanitari (ad esempio, ‘siete inefficienti e disorganizzati’). All’interno dell’ufficio erano presenti insieme allo scrivente anche il Dott. Vincenzo Gaudio ed il Dott. Pierluigi Coscarelli, i quali erano intenti con me a discutere sulla pianificazione della settimana a venire del piano vaccinale”.

Prosegue l’esposto del dottor Marino:Il Senatore affermava di essersi personalmente presentato per chiedere le ragioni per le quali due suoi parenti non erano stati ancora chiamati per essere sottoposti alla somministrazione del vaccino. In particolare il Senatore Morra riferiva con tono minaccioso ed arrogante di essersi recato in precedenza presso gli Uffici di Via degli Alimena, n. 53, ex Sede della Uoc Igiene Pubblica, lamentando di non aver trovato nessun operatore della struttura operativa che dirigo. Intimidito dall’atteggiamento del Senatore, sommessamente riferivo che in via degli Alimena non vi è più la sede di Igiene Pubblica. Incurante di ciò che io avevo riferito e considerati i toni agitati del Senatore, lo invitavo a moderare i termini, chiedendogli di collaborare per porre rimedio alle problematiche collegate al piano vaccinale. Rimasi meravigliato in quanto nessuna domanda e nessuna richiesta veniva formulata dal Senatore Morra sull’andamento del piano vaccinale della provincia di Cosenza limitando il suo interesse unicamente ai suoi parenti“.

il senatore Nicola Morra (M5S)

Nello stesso esposto poi si evidenzia: “Incurante della mia proposta, il Senatore rimarcava il ruolo istituzionale da lui ricoperto e con tono agitato, utilizzando il cellulare, chiamava a suo dire il viceministro Sileri. Cosa realmente avvenuta in quanto attraverso il servizio viva voce del telefono portatile ha preteso che rispondessi alle domande del viceministro. Quest’ultimo era evidentemente imbarazzato anche perché la conversazione veniva continuamente interrotta dalle urla del senatore Morra. Spiegai al viceministro che da quattro giorni era attiva una piattaforma regionale per le prenotazioni on line, pertanto le stesse prenotazioni non avvenivano per il tramite dell’ufficio che dirigo ma attraverso la piattaforma regionale. Insoddisfatto evidentemente dal comportamento del viceministro, il Senatore contattava il commissario regionale alla sanità calabrese, Dr. Longo“. Secondo l’esposto del dirigente sanitario calabrese , “anche in questo caso si è ripetuta la stessa scena vissuta in precedenza con l’Onorevole Sileri. Telefono con modalità viva voce e tentativo di spiegare al Dr. Longo ciò che era accaduto con il viceministro. La conversazione veniva continuamente interrotta dal Senatore, il quale, ancora una volta incurante delle buone maniere e del ruolo da lui ricoperto, esprimeva delle riserve sulla circostanza che i suoi parenti ancora non erano stati chiamati per essere poi sottoposti a vaccinazioni. Spiegai al Senatore che erano stati compilati gli elenchi per l’area urbana di Cosenza e Rende. Il Senatore pretendeva di consultare il predetto elenco al fine di verificare se fossero presenti i nominativi dei suoi parenti. Entrammo nella stanza per la verifica dei nominativi e unitamente a due miei collaboratori il Senatore iniziava a consultare l’elenco“.

L’esposto così prosegue:Accertatosi che non vi fosse alcuna prenotazione delle persone che gli interessavano, decideva di abbandonare gli uffici Asp. Mentre lui sbraitava, una delle persone della scorta chiedeva al sottoscritto le generalità intimando al sottoscritto di fornire i documenti d’identità. Stesse richieste venivano avanzate nei confronti del Dott. Coscarelli e del Dott. Gaudio. A quale titolo l’uomo di scorta del Senatore procedeva alla identificazione del personale dell’ufficio di prevenzione, procedendo peraltro alla copia dei documenti d’identità attraverso le fotografie effettuate con il cellulare?“. Infine l’esposto, dopo aver dato “della presenza, al momento del verificarsi dei fatti”, oltre del Dott. Gaudio e del Dott. Coscarelli, di altri dieci dottori, conclude: “Pertanto si chiede a Codesto Spettabile Ufficio di Procura presso il Tribunale di Cosenza di voler indagare e conseguentemente accertare tutti i fatti che, sulla scorta di quanto narrato, si ritengono di pregio giudiziario, allo scopo di censurare la condotta, sotto un profilo squisitamente penale, del Senatore Morra e della sua scorta”. 

In una diretta Facebook, mezzo prediletto di comunicazione degli esponenti del M5S, Morra ha segnato un clamoroso autogol, sostenendo le prerogative parlamentari per giustificare la sua arrogante incursione presso la Asp cosentina, ed anche sull’uso abbastanza spericolato di una scorta che è a sua disposizione per difenderlo dalla mafia e non dai medici, ammettendo lui stesso che i due militari che erano a sua protezione sono stati di fatto costretti a richiedere le generalità delle persone incontrate presso il presidio sanitario. Una giornata ad alta tensione che oggi è diventata un dettagliato resoconto richiesto dai piani alti del Comando generale dell’ Arma dei Carabinieri a Roma. 

Il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, ha sostenuto che il suo blitz è legato alla sua attività di ispezione in quanto parlamentare eletto in Calabria, scrivendo: ” Questa ispezione è avvenuta a seguito di segnalazioni di cittadini che mi chiedevano d’intervenire vista la scarsità di vaccini ricevuti dai calabresi e, quindi, anche in provincia di Cosenza. Non vedo nulla di strano se il Presidente della Commissione parlamentare antimafia, parlamentare eletto in Calabria, si interessa ed interviene per cercare di aiutare il sistema delle vaccinazioni che in Calabria fa acqua da tutte le parti – lo dicono i numeri. L’ispezione eseguita sabato è una prerogativa di un parlamentare e penso sia dovere di qualunque rappresentante delle Istituzioni provvedere affinché il diritto alla salute venga rispettato anche in Calabria, anche in provincia di Cosenza“. Delle dichiarazioni che vengono smentiti dai medici e dal personale sanitario presente ai fatti. La parola adesso alla magistratura chiamata ad accertare fatti e responsabilità.

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