Nell’udienza del processo Open Arms in corso questa mattina a Palermo nell’ aula bunker, con la presenza di Matteo Salvini, imputato accusato di avere illegittimamente vietato in quanto allora ministro degli Interni, l’approdo alla nave della ong spagnola e ai profughi presi a bordo, è arrivata oggi una nuova svolta. All’inizio dell’udienza, l’avvocatessa Giulia Bongiorno difensore dell’ex ministro è partita all’attacco: “C’è del materiale importante, adesso depositato dalla procura, che non è stato mai offerto alla valutazione dei giudici che si sono occupati di questo caso . Un video fatto dal sommergibile Venuti e alcuni file audio di intercettazioni che attestano un comportamento anomalo della Open Arms”. Ed a quel punto il processo ha avuto toni particolarmente accesi. “Non siamo stati messi in condizione di difenderci – ha contestato l’avvocatessa Bongiorno – quella documentazione, del primo agosto 2019, risulta spedita alle procure di Roma, Palermo ed Agrigento, ma non venne mai depositata, neanche alla giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato“. Il pubblico ministero Geri Ferrara si è difeso: “Siamo stati noi a depositare nei giorni scorsi il materiale quando ne abbiamo avuto cognizione“.
Il collegio presieduto dal giudice Roberto Murgia dopo essersi ritirato in camera di consiglio ha deciso di acquisire l’attività integrativa d’indagine presentata dai pubblici ministeri Calogero Ferrara e Giorgia Righi. Si tratta di materiale fotografico, video e audio della nave Ong Open Arms realizzato da un sommergibile della Marina militare che riguarda le modalità di soccorso della nave della Ong. L’ avvocato Giulia Bongiorno difensore del leader della Lega, aveva chiesto di acquisire tutta la documentazione ritenuta “fondamentale” in quanto potrebbe comprovare la presenza a bordo di scafisti. Il giudice Murgia tra le altre cose ha disposto di sentire come testi anche il capitano di corvetta Stefano Oliva, comandante del sommergibile “Venuti“, e del capitano Andrea Pellegrino che sulla vicenda produsse una relazione di servizio.
La data è quella dell’1 agosto 2019, con delle riprese effettuate nella zona dove la Ong stava effettuando un intervento su un barcone partito dalla Libia. Si tratta di materiale che non era mai stato messo agli atti e che perfino il Senato non aveva visionato quando fu chiamato a esprimersi sull’eventuale processo a carico di Salvini. L’analisi dei video e degli audio del sottomarino “fa emergere molte anomalie”, ha detto la Bongiorno intervenendo in aula. “Tutto questo materiale in cui viene fotografata la condotta di Open Arms non è mai stato visionato.- ha detto – non sfuggirà al Tribunale la rilevanza. Al ministro Salvini viene contestato di non avere dato il Pos (un porto sicuro ndr) mentre la difesa dice che è stato fatto il legittimo divieto di transito. Finora si è detto che quelle anomalie non c’erano, invece questa documentazione fa emergere quelle anomalie“.
L’attuale vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si è dichiarato “sconcertato“. La difesa di Salvini in relazione a questa documentazione, ha rilevato che era stata trasmessa per conoscenza a diverse procure siciliane tra cui Agrigento e Palermo.
Ma il vero “giorno X” del processo Open Arms sarà il prossimo 13 gennaio, quando a Palermo deporranno l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l’ex titolare del Viminale Luciana Lamorgese.