ROMA – Roberta Bonasia, 33 anni, ex infermiera dell’Asl TO5 di Moncalieri, insieme all’ex premier , per i quali il pm Laura Longo ha chiesto il rinvio a giudizio di entrambi nell’ambito di uno stralcio del procedimento Ruby-Ter, compariranno di fronte al giudice Francesca Christillin il 30 gennaio prossimo a Torino per l’udienza preliminare per rispondere di “calunnia“, “falsa testimonianza” e “corruzione in atti giudiziari in concorso” solo in questo caso con l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. il quale versandole una cifra non inferiore a 80 mila euro di cui 55 mila in bonifici e 25 mila erogati con un assegno circolare, avrebbe potuto contare sulle sue compiacenti deposizioni mendaci nei processi milanesi.
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Un’intercettazione telefonica agli atti delle indagini di Milano “Ha preso possesso di tutto, pretende di tutto. Lui è preso” di una conversazione telefonica fra Emilio Fede e Lele Mora in cui “lui” sarebbe l’ex presidente del Consiglio sconquassò un inverno di attese e sogni lavorativi .
Un giudice di Milano ha deciso lo scorso 29 aprile 2016 di “spacchettare” il processo Ruby/Ter e di trasferire gli atti per competenza territoriale a ben sette diverse procure . Il procedimento alla Bonasia e Berlusconi si radica a Torino in quanto la riscossione dei bonifici inviati da Berlusconi sarebbe avvenuta in una filiale bancaria di Settimo (TO) . Il reato contestato a Berlusconi, assistito dal professor Franco Coppi e dall’avvocato Federico Cecconi, avrebbe coperto un arco temporale compreso tra novembre 2011 e giugno 2015, mentre nella difesa di Roberta Bonasia è da poco entrato l’avvocato torinese Stefano Tizzani che la assiste insieme al collega Maurizio Milan.
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Roberta Bonasia, in qualità di testimone, avrebbe mentito in due diversi processi che si sono celebrati a Milano nei confronti di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, e nell’altro di Silvio Berlusconi, raccontando che nel corso della cena tenutasi ad Arcore il 22 agosto 2010 “nulla di strano era accaduto” e che “le ospiti erano rimaste sedute a tavola senza ballare” che dopo cena, nel piano seminterrato adibito a locale-discoteca-piano bar di Villa San Martino ad Arcore, residenza di Berlusconi, “nessuna si era denudato totalmente o parzialmente o aveva avuto contatti corporei di natura sessuale con Berlusconi” secondo i pm dichiarando il falso.
La Bonasia convocata come teste nei due processi “accettava – secondo quanto riportato nella richiesta di rinvio a giudizio – la promessa corruttiva finalizzata a rendere false deposizioni“, mentre per la difesa “i soldi ricevuti erano un aiuto per un parente che aveva gravi problemi di salute ed era bisognoso di cure costose“.