Questa mattina alle 10.30 Giorgia Meloni cercherà di arrivare nella sala degli Arazzi di Lille al Quirinale, a dispetto di tutti, inclusi gli alleati come promesso in campagna elettorale: pronta da subito e senza riserve per “dare all’Italia un governo” con una lista di ministri da proporre al capo dello Stato. Per poter giurare fedeltà allo Stato ed alla Costituzione al più presto.
Meloni vuole buttarsi alle spalle le liti, le arroganti richieste e le folli esternazioni di qualche alleato . Oggi salirà al Colle, come assicurano suoi fedelissimi “preparata come è sempre andata a ogni esame in vita sua, da brava secchiona qual è“, che raccontano che ieri non si è fatta vedere in via della Scrofa nella sede di Fratelli d’ Italia. Così come non è andata a Montecitorio.
Si è “blindata” laddove nessuno potesse disturbarla o contattarla, e quelle nomine come quello sulla Giustizia o sugli Esteri, ancora in dubbio perché oggetto di discussione con gli alleati, li ha deciso lei. Da sola. Per non arrivarne sprovvista nel momento in cui le cose andassero per il verso giusto e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella le affidasse l’incarico in maniera tale da accelerare al massimo i tempi.
La Meloni vuole smorzare al minimo le tensioni che nei giorni scorsi hanno scosso la coalizione del centrodestra. Come la discussione con Matteo Salvini sul ministero dell’Interno, quella con Berlusconi, prima su Licia Ronzulli e dopo sul ministero di Giustizia. Ed ancora più importante, il caso internazionale provocato dalle parole del presidente di Forza Italia sulla sua rinnovata amicizia con Vladimir Putin definito “uomo di pace” e le folli dichiarazioni sulla guerra e sul presidente ucraino Zelensky esternate da Berlusconi di fronte all’assemblea dei deputati azzurri, e diffuse nell’etere da una “manina” occulta.
È su queste problematiche che Giorgia Meloni ha calato la saracinesca del confronto con gli alleati. Con la sua durissima nota diffusa mercoledì sera “chi non è con la Nato fuori dal governo, che può non nascere” e la sua personale scomparsa dai radar politici di ieri. Una posizione che ha ottenuto la nota di Berlusconi sul filo-atlantismo e la missione di Antonio Tajani a Bruxelles per chiarire la linea di politica estera di Forza Italia.
In assenza di eventuali colpi di scena dell’ultimo minuto, la delegazione del centrodestra salirà al Quirinale tutta insieme unita con un’unica portavoce: Giorgia Meloni, che ieri ha scritto in un post: “Domani, insieme a tutta la coalizione del centrodestra saliremo al Quirinale per le consultazioni con il presidente Mattarella. Siamo pronti a dare all’Italia un governo che affronti con consapevolezza e competenza le urgenze e le sfide del nostro tempo”.
Attese in mattinata al Quirinale le consultazioni anche con i gruppi di FdI, della Lega-Partito sardo d’azione, di Forza Italia-Ppe, di Civici d’Italia-Noi Moderati (Udc-Coraggio Italia-Noi con l’Italia-Italia al Centro)-Maie. Dopodichè in serata la Meloni salirà nuovamente al Colle, ma da sola, per un colloquio con il capo dello Stato. Al termine il segretario generale del Quirinale riferirà del conferimento e la premier incaricata illustrerà alla stampa nella loggia alla Vetrata le sue intenzioni.
Il nostro giornale trasmette in diretta le consultazioni al Quirinale
L’intento di Giorgia Meloni è quello di fare presto. Potrà accettare con riserva, per avere il tempo minimo necessario di consultare i ministri da nominare, tornare al Quirinale per sciogliere la riserva nel corso di un confronto con il capo dello Stato, illustrare le linee guida del programma e proporre una lista dei ministri, che saranno poi analizzati e “pesati” e quindi nominati dal presidente stesso. Solo al termine dell’ultimo colloquio con il capo dello Stato renderà nota la lista dei ministri. Anche se la premier incaricata potrebbe anche accettare l’incarico senza riserva, consegnando la lista dei ministri del suo Governo a Mattarella nel colloquio dell’incarico. Ed alla fine del colloquio, la premier potrebbe leggere la lista dei ministri. E così facendo già entro domenica il Governo potrebbe giurare ed essere in carica. Il Paese non può aspettare.